Monica Guerzoni, Corriere della Sera 22/04/2012, 22 aprile 2012
«VADO AVANTI, CON TUTTO IL PDL O UNA SUA LARGA PARTE» —
Con l’appello ad andare «oltre il Pdl» ha dato la scossa ai partiti. E ora il senatore Giuseppe Pisanu, presidente della commissione Antimafia ed ex ministro dell’Interno con Berlusconi premier, apre il cantiere per riunire i liberaldemocratici sotto un unico tetto. Uno «strumento politico nuovo», aperto a laici e cattolici del Pd e del Pdl. Nel suo partito molti lo danno ormai in uscita. Pisanu smentisce, ma intanto ironizza sulla «innovazione rivoluzionaria» di Berlusconi e Alfano. E annuncia il «fermo proposito» di andare avanti per la sua strada: «Se non con tutto il Pdl, almeno con la sua grande maggioranza».
Senatore, si aspettava la reazione di Alfano e Berlusconi?
«La risposta di Alfano mi è sembrata aperta nella forma e diffidente nella sostanza. Berlusconi lo sentirò nei prossimi giorni e ci parlerò volentieri. Ma i contenuti del documento glieli avevo illustrati il mese scorso insieme ad altri colleghi e lui si era dimostrato molto attento e, per diversi aspetti, consenziente. Tra l’altro, ci aveva detto di essere "totalmente a disposizione dei moderati, senza nessuna velleità personale"».
Alfano ha annunciato «la più grande novità della politica italiana»... Si aspettava il colpo di scena?
«Per la verità il nostro appello aveva il solo obiettivo di animare il dibattito politico specialmente all’interno del Pdl: e a quanto pare ci siamo riusciti. Non ci aspettavamo niente di più. Comunque ben vengano le cose strabilianti annunziate da Alfano e speriamo che vadano in direzione dell’unità dei liberaldemocratici».
Berlusconi lancerà una lista civica guidata da Montezemolo?
«A me sembra un’ipotesi campata per aria e credo che Montezemolo non ci pensi per nulla. Ha rappresentato degnamente gli industriali italiani, accumulando esperienze che sarebbero preziose per un nuovo movimento politico. La sua discesa in campo, come quella di Emma Marcegaglia, è auspicata da molti».
C’è il rischio che Pdl o Pd mandino a casa Monti?
«Non credo che i due partiti maggiori siano disposti ad assumersi una così grave responsabilità davanti agli italiani. Non solo il governo Monti deve arrivare alla scadenza naturale, ma il suo programma economico deve poter continuare anche nella prossima legislatura. La complessità e la durezza della crisi impongono coerenza di scelte e di comportamenti anche a medio e lungo termine».
Cosa dovrebbe fare il governo per recuperare credibilità e durare sino alla fine della legislatura?
«Dovrebbe andare avanti per la sua strada, accentuando l’impegno per la crescita, per l’occupazione e per la drastica riduzione del debito pubblico. Servirebbe la vendita del patrimonio non indispensabile dello Stato. Quella è la prima patrimoniale da introdurre».
La lettera-appello e il nuovo Partito della Nazione hanno riaperto i giochi. La sua strada è destinata a incontrarsi con quella di Casini, Fini e Rutelli?
«Guardi che con Casini, Fini, Rutelli, Fioroni, Follini ed altri io non ho mai smesso di dialogare, neppure nei momenti di maggior contrasto tra i nostri partiti. Comunque non parlerei di giochi, ma del tentativo di riaprire il dialogo tra gruppi affini e diverse altre espressioni della società civile, laiche e cattoliche, che vogliono uscire dal degrado e dallo smarrimento di questi tempi, offrendo agli italiani uno strumento politico nuovo all’altezza dei loro problemi e delle loro aspirazioni».
Molti pensano che lei stia per uscire dal Pdl...
«E probabilmente si sbagliano, perché io vado nella direzione che le ho appena indicato e col fermo proposito di procedere, se non con tutto il Pdl, almeno con la sua grande maggioranza».
Andare oltre il Pdl per costruire la nuova casa dei moderati: chi dovrà farne parte?
«Oltre il Pdl ci sono altri partiti e gruppi politici, altre realtà sociali, culturali e religiose che, avendo un comune sentire, tendono a ritrovarsi insieme, con pari dignità, sotto un unico tetto. E ho l’impressione che stiano cercando la data e il luogo di uno storico appuntamento. Le cose sono in movimento, lo si tocca con mano».
Chi sarà il leader del nuovo partito, Casini?
«Può essere uno degli esponenti di questo nuovo partito e immagino per lui un ruolo importante, ma nel contesto di una leadership collettiva».
E Mario Monti?
«Lo vedo meglio come uomo di governo».
Si parla molto della possibilità che alcuni ministri possano continuare l’esperienza politica. Chi vorrebbe nella nuova formazione? Passera? Riccardi? Ornaghi? Grilli?
«Lasciamo che i ministri lavorino serenamente, a debita distanza dalle questioni di schieramento. Questo non può impedire a nessuno di loro di maturare legittime scelte personali. Stimo le persone che lei ha citato e condivido con loro molte idee».
Sul modello tedesco si può trovare un accordo per cambiare la legge elettorale?
«In linea di massima quel modello può andar bene perché agevola la nascita dei grandi partiti, valorizza il reale pluralismo politico della società e garantisce il potere di scelta degli elettori.
Se la legislatura dovesse arrivare a scadenza naturale, con quali «squadre» si andrà al voto?
«Dubito che i partiti possano presentarsi alla spicciolata nell’assetto attuale. Ne vedrei perciò due grandi a vocazione maggioritaria, naturalmente alternativi tra loro, più altre forze minori, alcuni dei quali in grado di superare uno sbarramento piuttosto alto».
Nel 2013 si gioca anche la partita del Quirinale. Chi ha più probabilità tra Monti, Casini e D’Alema? E se ci fossero delle pressioni su di lei, potrebbe pensarci?
«Per consolidata tradizione quella è una partita senza capo né coda che però, alla fine, un capo lo esprime davvero. Inutile fare pronostici. Se ci fossero pressioni su di me, ringrazierei per l’attenzione e consiglierei gentilmente di guardare più in alto».
Monica Guerzoni