Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 23 Lunedì calendario

ELSA MORANTE HA SFIORATO LA MORTE

Barbiturici e rubinetti del gas aperti: la scrittrice fuori pericolo dopo la lavanda gastrica. Sono buone le condizioni di salute di Elsa Morante, la maggiore scrittrice italiana, che a settantun anni ha tentato di uccidersi con il gas e i barbiturici. «L’ho vista, era tranquilla, parlava. Forse ancora un poco stordita, ma lucida. Penso che oggi tornerà a casa», dice l’amica Natalia Ginzburg. Mercoledì sera, rientrando alle sette e mezzo, la cameriera l’ha trovata svenuta e inerte sul pavimento della cucina. I rubinetti del gas erano aperti. C’era una boccetta di pillole vuota, e un’altra mezzo vuota. Ne aveva prese forse venti, venticinque. Non tutte insieme, durante il pomeriggio: la Morante aveva ordinato alla donna di non tornare a casa prima di sera. Il medico subito chiamato ha deciso di portarla all’ospedale di San Giacomo, dove la scrittrice è stata sottoposta a lavanda gastrica ed è presto migliorata; ieri ha mangiato, caffellatte alla prima colazione, minestra alla seconda, ha ricevuto visite d’affetto degli amici e del suo editore Giulio Einaudi. «Ho pensato che Elsa 4 stanca, stanca. C’erano state tante cose, poi la morte del suo agente letterario Erich Under l’aveva molto addolorata. Soffre dolori terribili. Ragioni per uccidersi ne ha», dice ancora Natalia Ginzburg. L’amarezza, la disperazione, il sentimento di dolore del mondo che nutrono tutta l’opera di Elsa Morante, e particolarmente il suo romanzo più recente, Aracoeli, si sono approfonditi con gli anni, col peggiorare della sua salute e della situazione Italiana. La scrittrice ha subito per due volte di seguito la rottura del femore; la sostituzione d’una parte del femore con una protesi ha Instaurato un processo infiammatorio, artritico che le dà dolori costanti, a volte insopportabili; dopo una lunga immobilità, riesce a camminare poco, male; nell’ultimo periodo, quasi non é più uscita di casa. Questa condizione ha ancora inasprito il suo atteggiamento di rifiuto, il suo temperamento intransigente, sensibile, vulnerato e violento: anche per Moravia e per i pochi amici che consente a? vedere (Natalia Ginzburg, la pittrice Bice Brichetto, il teatrante Carlo Cocchi, la poetessa Patrizia’ Cavalli, Claudio Rugafiori e Paolo Terni della casa editrice Einaudi) è divenuto molto difficile avere rapporti con lei. ’Quello che stupisce è la resistenza di Elsa nel vivere, non il suo desiderio di morire*, dice un amico. La solitudine della scrittrice s’è fatta persino più grande dopo la perdita di Under, da decenni suo interlocutore professionale, consulènte nelle questioni di affari e amico: il tentativo di suicidio può essere un modo autodistruttivo e indiretto per chiedere più affetto e attenzione di quanto ricevesse, oppure esprime una decisa intenzione di morire? »Come si fa a dirlo?», risponde Natalia Ginzburg. -Io credo che volesse morire, ma non lo so*. . ’Io non so se e perché abbia voluto morire*, dice sgomento Alberto Moravia, marito separato da molti anni dalla Morante, che non era a Roma e vi rientrerà oggi. «Le avevo telefonato prima di partire: da due-tre anni ci telefoniamo quasi ogni giorno, ma lei non desidera vedermi. Non m’era parsa in uno stato d’animo diverso dal solito: né migliore, né peggiore. Come si fa a dire perché succedono queste cose? Sono impulsi che riguardano’ soltanto lei, che appartengono alla vita interiore. D’un solo fatto sono certo: non si tratta di questioni letterarie, ma di ragioni esistenziali». n successo di Aracoeli, uscito qualche mese fa è stato infatti soddisfacente, confermano alla casa editrice Einaudi: ’Moltissime recensioni, alcune eccellenti; vendite intorno alle 150.000 copie. Ma la. Morante sembrava quasi distaccata dal libro. Diversamente da quanto era accaduto per il suo romanzo precedente. La Storia, non to ha seguito, non senei occupata: come se la pubblicazione l’avesse resa paga, avesse chiuso qualcosa*. Pagina 1- numero 82