Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 22 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. LE ELEZIONI IN FRANCIA


REPUBBLICA.IT (ore 20.35)
PARIGI - I giornali belgi hanno rotto per primi il silenzio elettorale imposto in Francia e in vigore fino alle 20. E in serata, la France Presse ha battuto la notizia delle percentuali di Francois Hollande, superiori a quelle dell’uscente Nicolas Sarkozy. Le prime proiezioni ufficiali i hanno poi confermato le indiscrezioni: Il socialista Francois Hollande è in testa al primo turno con il 28,6% dei voti, mentre Sarkozy si attesterebbe al 27%.
Terza la leader dell’estrema destra Marine Le Pen con il 19%, un successo clamoroso. Quarto il capo del Front du Gauche (11,7%), Jean-Luc Melenchon, e a seguire il centrista Francois Bayrou (8,5%). La maggior parte degli 85mila seggi elettorali, aperti dalle 8 di questa mattina, ha chiuso alle 18, ma nelle grandi città sono rimasti aperti fino alle 20. Sono oltre 44 milioni gli elettori chiamati a scegliere il prossimo inquilino dell’Eliseo.
La prima a commentare è stata Aurelie Filippetti, portavoce di Hollande: "E’ un ottimo risultato al primo turno. La dignità ha pagato". Ma ora la campagna elettorale si fa bollente. Il risultato finale del voto presidenziale in Francia si conoscerà solo dopo il secondo turno, nei ballottaggi del 6 maggio. Lì, le somme dei voti conteranno più dei numeri divisi di oggi.
Boom dell’ultradestra. Per il Fronte nazionale di Marine Le Pen si può parlare di boom elettorale, con una stima del 19% dei suffragi: l’estrema destra avrebbe conquistato ben più del 16,86%
che nel 2002 valse al padre Jean Marie Le Pen il secondo turno contro Chirac ai danni del socialista Lionel Jospin.
Melenchon: "Il 6 maggio tutti contro Sarkò". "I primi dati dimostrano che il popolo francese è ben deciso a voltare pagina dopo gli anni di Sarkozy": cosi ha parlato Jean-Luc Melenchon, che ha totalizzato l’11,7% delle preferenze. Il leader del Front du gauche ha sottolineato che "il totale dei voti della destra in tutte le sue componenti si è ridotto rispetto al 2007", riconoscendo tutttavia che "l’estrema destra ha avuto un ottimo risultato".
Embargo exit poll. La legge stabilisce che non possano essere comunicati exit poll prima della chiusura dei seggi, ma in rete e sui media stranieri le informazioni hanno iniziato a circolare abbondantemente già dal primo pomeriggio. L’hashtag #radiolondres intercetta i tweet clandestini che arrivano dall’estero. In Francia, oltre che dall’Afp il silenzio è stato violato da France 2 che ha trasmesso una breve intervista al candidato Jean-Luc Mélenchon, in un momento di pausa al ristorante subito dopo aver votato.
Anche la televisione belga ’Rtbf’, destinata alle trasmissioni per l’estero, ha rotto il silenzio riferendo che nei territori d’oltremare - dove si è iniziato a votare ieri e lo scrutinio è iniziato - il candidato socialista è rimasto per tutto il tempo "sistematicamente in vantaggio" sul presidente uscente.
Affluenza buona, Parigi maglia nera. Alto tasso di partecipazione nel sud del paese, con punte di affluenza nel dipartimento di Cantal (79,29%), Ariege (79,28%), Aveyron (78,53%) e Haute-Loire (77,97%). I dati forniti dal Ministero degli Interni sono ancora provvisori.
Buona l’affluenza anche nel dipartimento settentrionale di Cotes d’Armor (77,46%) e di Maine-et-Loire (77,54%), mentre si è votato meno nella Haute-Corse (65,39%), Corse-du-Sud (65,39%) e Marne (65,97%). Parigi maglia nera, con una bassa affluenza che si ferma al 59,08%, in calo rispetto al 62,20% registrato nello stesso momento durante le presidenziali 2007.
Ex espatriati senza scheda elettorale. Il Quai d’Orsay è stato inondato da migliaia di domande di ex espatriati francesi che non si sono cancellati dai consolati all’estero al momento del loro rientro in Francia e che non hanno potuto votare oggi alle presidenziali. Il ministero degli Esteri si dice fiducioso che queste persone possano comunque riuscire a votare entro le 20 di stasera.
Hollande in vantaggio nei sondaggi. Secondo i sondaggi Hollande dovrebbe attestarsi al 28% contro il 26% di Sarkozy, che però è dato per spacciato al secondo turno. L’incertezza è soprattutto per chi conquisterà il terzo posto tra la leader del Fronte nazionale Marine Le Pen e il candidato della sinistra Jean-Luc Mélenchon. Tagliato fuori sembra invece il centrista François Bayrou.
I candidati alle urne. François Hollande ha votato questa mattina nel suo seggio a Tulle, in Corrèze, il dipartimento della Francia rurale che fu anche feudo dell’ex presidente Jacques Chirac. Arrivato al seggio, Hollande ha preso sei schede su 10 prima di chiudersi nella cabina: "Sono attento, mobilitato, ma prima di tutto rispettoso, sono i francesi che votano - ha detto il favorito dei sondaggi, arrivato insieme con la compagna, la giornalista Valerie Trierweiler -, la giornata che sta cominciando sarà lunga, è un momento importante. Questa è un’elezione che peserà sul futuro dell’Europa. Ecco perché molte persone ci guardano. Non si stanno domandando tanto quale sarà il nome del vincitore - ha continuato - bensì quali saranno le politiche seguirà... È per questo che non sto partecipando esclusivamente a una competizione tra personalità. Sono in una competizione in cui devo dare nuovo respiro vitale al mio Paese e garantire un nuovo impegno all’Europa". Hollande ha quindi sollecitato gli elettori ad andare a votare per alzare l’affluenza.
Jean-Luc Melenchon, candidato del Front de gauche, rivelazione di questa campagna elettorale, ha votato alle 10 in una scuola elementare del centro di Parigi. Con l’immancabile cravatta rossa, Melenchon ha scherzato con i tanti giornalisti presenti: "non è la prima volta che voto per me", ha detto. Poi, lasciando il seggio, ha continuato: "è un momento del percorso, è sempre emozionante, è il momento supremo del credo repubblicano, tutti votano, tutti sono seri, tutti hanno la cravatta". Poi si è allontanato, direzione un ristorante italiano dove "mangerà della pasta" con gli amici aspettando i risultati.
Voto a Pau, nel sud-ovest, per il centrista François Bayrou (MoDem), quinto in classifica stando ai sondaggi: "Oggi è importantissimo - ha detto -, è al primo turno che si giocano le presidenziali perché un gran numero di francesi non sa ancora per chi voterà".
Anche Marine Le Pen, la leader del Fronte Nazionale francese, ha votato. I consensi che la candidata dell’estreme destra riuscirà a ottenere sono ritenuti decisivi per le sorti del duello che contrappone i due principali candidati.
Nicolas Sarkozy si è recato insieme alla moglie Carla Bruni nel seggio del 16mo arrondissement di Parigi, allestito in una scuola, a pochi passi dall’abitazione della coppia presidenziale (video 1). Sarkozy è stato l’ultimo dei dieci candidati a votare questa mattina. Il presidente, lasciando il seggio, ha salutato le persone presenti ma non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa.
(22 aprile 2012)

CORRIERE.IT (ore 20.46)
MILANO - Le proiezioni dalla prima rete della tv di stato francese danno in vantaggio il candidato socialista Hollande al 28,7%, ma il presidente uscente, Nicolas Sarkozy, tiene al 27%. Boom Le Pen, dell’estrema destra, accreditato del 20% dei voti. Ma dopo lo scrutinio del 34% dei voti, il candidato socialista alle presidenziali francesi sarebbe in realtà al 27,7%, mentre il presidente uscente al 26,6%. Aurelie Filippetti, portavoce del candidato socialista, a un’ora dalla chiusura delle urne aveva detto: «Larga vittoria, avanti così al secondo turno senza alleanze». Ma al netto delle dichiarazioni di soddisfazione da parte del quartier generale socialista (poi mitigate dalle prime proiezioni), la consultazione elettorale ha fatto registrare un’astensione più bassa di quanto s’immaginava.
«TUTTI CONTRO SARKOZY» - I primi dati dimostrano che il popolo francese è «ben deciso a voltare pagina dopo gli anni di Sarkozy»: cosi ha parlato Jean-Luc Melenchon, che ha totalizzato l’11,7% delle preferenze. Il leader del Front du gauche ha sottolineato che «il totale dei voti della destra in tutte le sue componenti si è ridotto rispetto al 2007», riconoscendo tuttavia che «l’estrema destra ha avuto un ottimo risultato». Da qui, l’appello ai suoi elettori di «venire tutti il 6 maggio a battere Sarkozy, senza compromessi». IL PS SPERA - Nella sede del Partito socialista, in rue Solférino, i sostenitori di Hollande hanno accolto con grande entusiasmo le anticipazioni sull’esito del voto. Nicolas Sarkozy, invece, dalle 18 si è blindato all’interno dell’Eliseo in attesa dei risultati. Al suo fianco, informa il quotidiano Le Figaro, solo i familiari e il portavoce, Nathalie Kosciusko-Morizer, e il capo della sua campagna, William Lambert. Tra i pochi intimi anche il suo consigliere Henri Guaino, lo stratega Jean-Michel Goudard e gli uomini dei sondaggi, Pierre Giacometti e Patrick Buisson.
I CANDIDATI AI SEGGI - In mattinata tutti i principali sfidanti per l’Eliseo si sono recati alle urne, ostentando ottimismo e mettendo in campo stratagemmi e scongiuri per vincere la tensione. Nicolas Sarkozy ha messo la scheda nell’urna - dando la precedenza alla moglie Carla Bruni - in un liceo del XVI arrondissement di Parigi. All’uscita, Carla si era detta «emozionata e fiduciosa». François Hollande, invece, ha votato nel suo feudo elettorale di Tulle, in Correze, la circoscrizione che fu roccaforte anche dell’ex presidente Jacques Chirac: «è un momento importante, sarà una lunga giornata», ha detto il socialista. Marine Le Pen (Fronte nazionale), ha votato nel nord affermando di aver fatto «una cosa buona», il portabandiera dell’estrema sinistra, Jean-Luc Melenchon, è andato al seggio a Parigi con l’immancabile cravatta rossa e se ne è andato poi a mangiare «pasta in un ristorante italiano» con alcuni fedelissimi e amici.
LONDRA, SESTO COLLEGIO DEL PAESE - Con i suoi circa trecentomila cittadini francesi residenti, dei quali gli iscritti nelle liste elettorali d’oltre Manica costituiscono la maggior parte di coloro che risultano registrati e dunque aventi diritto al voto, Londra è considerata da sempre la "sesta città" di Francia per entità: e ne ha dato la dimostrazione anche oggi, in occasione del primo turno delle presidenziali, allorché file di persone in attesa, lunghe anche diverse centinaia di metri, si sono formate davanti a numerosi seggi della capitale britannica. C’è chi è dovuto rimanere in coda anche un paio d’ore prima di poter entrare.

ALDO CAZZULLO
PARIGI - Undici del mattino. Weekend elettorale. Il boulevard Haussman, ottavo arrondissement, dieci minuti a piedi dall’Eliseo, è deserto. Una donna alta dai capelli lunghi sciolti incede sul marciapiede, seguita da un uomo biondo, due passi indietro. Per passare inosservata non ha bisogno della parrucca, che ama indossare per mischiarsi alla folla. Senza trucco, pantaloni chiari della tuta infilati negli stivali bassi di camoscio, un cappotto nero a celare i segni della gravidanza recente. Borsa non firmata, occhiali scuri. Attraversa il boulevard e si ferma all’angolo con rue Roy, davanti a un «salon de toilettage», salone di moda e di bellezza canina. In vetrina c’è una nidiata di cuccioli. Lei si curva, felice come una bambina: «Qu’ils sont mignons!».
Signora Bruni, come sta? La première dame è di buon umore ed è contenta di parlare italiano. Quando poi le nomini Torino, si scioglie. A condizione di non farle domande di politica. Previsioni per il primo turno delle presidenziali? Carlà sorride e incrocia le dita lunghissime, prive di anelli: «Crepi il lupo!». Si parli semmai di cani. Lei e Sarkozy ne hanno due, un chihuahua e un labrador. Anche quelli in vetrina sono chihuahua, ma della variante «minicup»: non arrivano a un chilo, sono più piccoli ancora di quello di Carlà. Il negozio, dove lei capita di tanto in tanto, si chiama Calina: «calin» è l’aggettivo che indica la tenerezza che si prova verso un animale o una persona cara, cui ci lega un legame affettivo più che una passione sensuale. A casa, oltre al marito presidente, la aspetta Giulia, prima figlia femmina di Sarkozy dopo tre maschi.
Se i sondaggi non sbagliano clamorosamente, questi sono gli ultimi giorni all’Eliseo per la coppia italofrancese. E al declino di Nicolas Sarkozy corrisponde l’ingresso di Carla Bruni nella maturità. Le sue vite precedenti sono lontane. La donna che il sabato mattina passeggia in una Parigi deserta non ha più nulla della ragazza in passarella degli anni Novanta, fidanzata con il rocker Eric Clapton, e ha poco dell’artista alternativa che sussurra canzoni alla chitarra, si innamora del filosofo Enthoven e poi lo lascia per il figlio. Non sono soltanto il tempo e il chirurgo estetico - entrambi impietosi - ad aver cambiato Carlà. L’avventura in cui si è gettata come per gioco - la notte in cui incontrò Sarkozy già presidente e ancora libero a casa di un comune amico, il pubblicitario Séguela, quello della «force tranquille» di Mitterrand - l’ha inghiottita al di là di qualsiasi previsione. Lui cercava la vendetta su Cécilia e il riscatto sociale. Lei era innanzitutto curiosa. Tutto è successo molto in fretta. Un altro figlio, dopo quello avuto con Enthoven junior. Una sanzione ufficiale, una consacrazione planetaria.
Carlà ha sposato non solo Sarkozy, ma un ruolo, una funzione, un mestiere. Per la prima volta in vita sua, è stata moglie. Ora si è calata nella campagna elettorale. Ha seguito il comizio d’esordio, a Marsiglia, e quello di chiusura, l’altro ieri a Nizza. Domenica scorsa era in Place de la Concorde, sotto il palco, ad applaudire. Perfetta sia per assecondare la rottura incarnata dal marito - poco francese, figlio di un aristocratico ungherese, marito di una donna corsa, di una spagnola, ora di un’italiana - sia per frenare i suoi eccessi e affinare i suoi gusti (Sarkozy è passato da Sylvester Stallone a Luchino Visconti e dalla pepsi light al barolo). Lei è rimasta sempre in disparte, talora si è fatta viva su Twitter, magari con qualche gaffe, come quando ha scritto: «Noi siamo gente semplice». Ma tutto questo ora sta già passando. Oggi sarà il giorno della sorpresa, o della fine. Il rischio concreto è dover cedere l’Eliseo a un burocrate e la parte a una giornalista. Ma il problema è più del marito che suo. Un ex presidente, a maggior ragione se giovane e agitato come Sarkozy, è un personaggio in cerca d’autore. Carlà resta se stessa; e chissà cos’ha in animo di diventare, la prossima vita.
Aldo Cazzullo