Mirella Serri, LaStampa, 06.02.1993, 22 aprile 2012
Dicerie1. ELSA MORANTE «CIVETTA» PUR DI PUBBLICARE polemica. Bellezza su «Nuovi Argomenti»: era disposta a andare a letto con qualsiasi editore Elsa Morante «civetta» pur di pubblicare ROMA La passione prima era la letteratura e sarebbe andata a letto con un qualsiasi editore pur di pubblicare, confessava
Dicerie1. ELSA MORANTE «CIVETTA» PUR DI PUBBLICARE polemica. Bellezza su «Nuovi Argomenti»: era disposta a andare a letto con qualsiasi editore Elsa Morante «civetta» pur di pubblicare ROMA La passione prima era la letteratura e sarebbe andata a letto con un qualsiasi editore pur di pubblicare, confessava...». A infrangere la privacy e a togliere il velo sul passato «avventuroso», sulla «misera giovinezza turbolenta» di Elsa Morante è lo scrittore Dario Bellezza sull’ultimo numero di Nuovi Argomenti. Secondo il poeta, che le fu per lungo tempo amico e confidente, la Morante avrebbe coltivato un interesse così ostinato e così determinato per l’arte fino al punto di «vendere il proprio corpo». Un comportamento che «giustificava davanti a Dio per la sua smania di esprimersi». Le notizie sono indubbiamente scabrose e riguardano la vita della seducente scrittrice prima del suo incontro con Alberto Moravia che fu nel ’37, quando aveva 25 anni ed era molto povera. Bellezza tratteggia un profilo dell’autrice di Menzogna e sortilegio descrivendone il carattere «cattivo» e la sua propensione, soprattutto dopo il successo di La Storia, a «circondarsi di servi e di adulatori», a essere molto «civetta» anche in tarda età per «corrompere» ragazzi. Parole che scottano. Non una ma due volte. Non solo per il loro contenuto ma anche perché appaiono proprio sulle colonne della rivista che Moravia fondò e diresse per molti anni. Si tratta di veleni o di verità? E’ voglia di pettegolezzo, di scandalo? «Per nulla - sostiene Dario Bellezza - è tutto vero. E io l’ho scritto perché Elsa stessa non si vergognava affatto di quello che le era capitato. Anzi, le sue confidenze me le faceva per consolarmi. Quando l’ho conosciuta io stavo cercando di pubblicare le mie prime poesie e lei mi raccontava episodi del suo passato per farmi capire come può essere dura la strada della letteratura. Lo diceva Moravia stesso: se non si è ricchi è meglio non intraprendere la carriera di scrittore. Elsa mi riferiva quanto le era accaduto quando era in bolletta, viveva di traduzioni e di articoli mal pagati. Per ottenere di veder comparire la propria firma su giornali e riviste aveva dovuto faticare e umiliarsi. E poi voleva entrare nel giro degli editori per pubblicare. A questo scopo aveva accettato le avances di un insistente corteggiatore: Leo Longanesi, allora una potenza in campo letterario. Longanesi aveva fama di galletto ma, Elsa lo ricordava sempre, era un uomo per nulla attraente. Lei commentava amaramente tutta la faccenda che si era conclusa in una beffa ai suoi danni. Infatti pur avendo ceduto al "ricatto" di Longanesi lui non fu di parola e non le fece pubblicare niente». Ma lei parla anche di episodi di vera e propria prostituzione? «Questa è un’altra faccenda. Elsa posava come modella per pittori come Capogrossi e, nei tempi di magra, diceva di aver fatto anche questo. Ma non sono affatto sicuro che quello che Elsa raccontava fosse proprio accaduto. Forse era frutto della fantasia. Moravia la smentiva e diceva che il suo era un vezzo. Ci sono comunque dei vuoti nella biografia di Elsa Morante, e la storia della sua vita andrebbe proprio scritta. Di che natura fu, per esempio, il suo rapporto con Giacomo Debenedetti, suo critico e appassionato "interprete" delle sue opere? Renata Debenedetti, moglie di Giacomo, mi parlava di Elsa con toni molto preoccupati, come di una persona per lei inquietante e terribile. E quali i legami di Elsa con Guelfo Civinini che l’aveva aiutata a introdursi nell’ambiente letterario? E anche dei suoi amori più noti come quello con Luchino Visconti è con il pittore Bill Morrow, morto suicida, probabilmente dopo avere ingerito Lsd, si sa troppo poco. Averne maggiore conoscenza getterebbe luce anche su aspetti trascurati dell’opera». Lei non ha mai fatto mistero del suo viscerale attaccamento alla narratrice dell’Isola di Arturo, le ha dedicato persino un romanzo Angelo, in cui sotto i panni di un misterioso personaggio femminile si cela la Morante, inafferrabile e sempre in fuga. Non ci sarà del risentimento nei confronti della scrittrice che a un certo punto decise di troncare l’amicizia con lei? «L’interruzione fu reciproca, anche perché era diffìcile rimanerle a lungo vicino senza litigarci. Poi Elsa soffriva di terribili gelosie e vedeva molto male il fatto che io frequentassi Moravia. Insomma un terribile intrigo». Come mai ha deciso solo di recente di far luce su questa storia? «Tutte le iniziative che vi sono state per ricordare la Morante di recente non mi piacciono: il convegno di Perugia, con la partecipazione di tanti bei nomi della letteratura; l’Unità che le ha dedicato un paginone di giudizi critici e di testimonianze. E’ tutto molto agiografico. Elsa era un personaggio ben più drammatico. Dire la verità serve a far scendere sulla Terra e a rendere più concreta e umana una donna, una grande scrittrice che rischia di essere trasformata in un santino dai suoi estimatori». Mirella Serri «Me l’ha confidato lei stessa e io l’ho scritto perché non si vergognava affatto di quel che le era capitato» Da sinistra a destra Dario Bellezza, Jean-Noè! Schifano, Alberto Moravia e Elsa Morante. «Le notizie scabrose - dice Bellezza riguardano il periodo che precede l’incontro con Moravi» Pagina 16- numero 36