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 2012  aprile 02 Lunedì calendario

GUARDIE E LADRI FINISCE LUNGO VIA GREGORIO VII

Racconta Enrico Vanzina di essersi trovato a passare, qualche mese fa, dalle parti di piazza Venezia e di essersi fermato al «bar di Mandrake», dove il padre Steno girò uno dei suoi film memorabili, «Febbre da cavallo». «Sono entrato, con un pò di nostalgia, anche perché fui io scrivere la sceneggiatura. Il vecchio bar caciarone di allora però non esiste più. Adesso è un locale moderno, freddo, gestito da proprietari diversi. Anni fa, quando papà si fermava lì, i vecchi proprietari lo abbracciavano entusiasti. A me, invece, non mi ha riconosciuto nessuno. Un barista tunisino mi ha chiesto: "Che piji, capo?"». Per chi ha voglia di scoprire che fine hanno fatto certi luoghi rimasti nell’ immaginario collettivo dei cinefili è uscito ora «Roma, si gira!», edito da Gremese. Un volumetto agile, ma composto con grande sapienza da Mauro D’ Avino e Lorenzo Rumori, che documentano oltre cento scorci cinematografici d’ epoca e li confrontano con le vedute attuali. Si scoprono così i cambiamenti avvenuti nella capitale dagli anni Quaranta a oggi. E dove schiere di nuovi palazzi impediscono di riprendere le location come si vedevano un tempo, gli autori ne offrono ricostruzioni tridimensionali e gli indirizzi per raggiungerle, oltre alle schede dei film, con un riassunto della storia, il cast, l’ anno di produzione. Si ripercorrono i passi di Mamma Roma (Anna Magnani) e Zaccaria (Luciano Gonin) sulle scale della rampa Brancaleone a Monte del Gallo, restata pressoché identica a parte le palazzine ingentilite dagli intonaci e dai giardini. Irriconoscibile la piana desolata del set di Ladri di biciclette davanti al gazometro, oggi completamente edificata. Scomparso il ministero della Caccia del fantascientifico film di Elio Petri, La decima vittima, in cui cacciatori e prede andavano a farsi assegnare il loro compito. Si trattava in realtà del velodromo dell’ Eur, costruito per le Olimpiadi del 1960 e demolito nel luglio del 2008. Esiste ancora la baracca di Capannelle nel film I soliti ignoti, ma ora affaccia su una strada asfaltata anziché sul vallo della ferrovia Roma-Pescara, coperto nel 2005 per attutire il rumore. Inutile cercare a Castro Pretorio, in viale del Policlinico, il muro degli ex voto, la cui origine è spiegata da Gregory Peck a Audrey Hepburn in Vacanze romane. Rimossi da qui a metà degli anni Sessanta, gli ex voto resistono in altre zone, come a Largo Preneste. Ma le trasformazioni più spettacolari sono quelle di Guardie e ladri. Il sentiero polveroso dove il ladro Totò scappa inseguito dal brigadiere Aldo Fabrizi è stato inghiottito dalla circonvallazione Salaria. L’ osteria della fuga di Totò dalla toilette, è trasformata in villetta con giardino lussureggiante. La strada fangosa persa nel nulla, sulla quale ladro e brigadiere nella scena finale si allontanano a braccetto verso la cupola di San Pietro che appare in lontananza come un miraggio, oggi è diventata via Gregorio VII, quattro corsie sovrastate da palazzi ad alta densità abitativa.
Lauretta Colonnelli