Cristina Bartelli, ItaliaOggi 20/4/2012, 20 aprile 2012
Un santo per i tartassati – I tartassati dalle tasse hanno un santo a cui votarsi. Il santo patrono dei vessati dal fisco e dalla pressione fiscale è San Francesco da Paola
Un santo per i tartassati – I tartassati dalle tasse hanno un santo a cui votarsi. Il santo patrono dei vessati dal fisco e dalla pressione fiscale è San Francesco da Paola. Scorrendo gli episodi della vita del santo patrono dei calabresi e della gente di mare se ne scopre uno che torna di attualità proprio in queste settimane con il crescendo dell’Imu e le associazioni di imprese che denunciano di non riuscire a pagare le tasse per mancanza di liquidità. Correva l’anno 1483 e il santo paolano arrivava alla corte del re di Napoli, Ferrante d’Aragona, passaggio obbligato per la partenza verso la Francia dove sarebbe stato consigliere e padre spirituale di due re di Francia, Luigi XI e Carlo VIII. Il re di Napoli per ingraziarsi il santo la cui fama, al tempo, era immensa provò a offrirgli doni tra cui un vassoio pieno di monete d’oro. Il santo di fronte al re, narrano le cronache del tempo, spezzò una moneta da cui fuoriuscì sangue e rifiutò il dono perché non oro del sovrano ma frutto del sangue spremuto dalle vene dei suoi sudditi oppressi da un carico di balzelli e imposizioni eccessivi e gravosi. Insomma è corretto pagare le tasse, dare a Cesare quel che è di Cesare, ma non oltre una soglia che fa diventare il pagamento delle imposte da giusto adempimento ad odioso balzello. Al contribuente che si sente oppresso dunque non resta che rivolgersi, mancando un fisco comprensivo, in una sorta di commissione tributaria di ultima istanza, a qualcuno più in alto che intervenga riportando a maggiore comprensione i Ferrante d’Aragona di oggi.