Anais Ginori, la Repubblica 20/4/2012, 20 aprile 2012
In eredità nessuna opera simbolo e Nicolas tradisce la grandeur – PARIGI - L´ultimo libro che Nicolas Sarkozy ha letto è Sovvertimento dei sensi, dell´austriaco Stephen Zweig
In eredità nessuna opera simbolo e Nicolas tradisce la grandeur – PARIGI - L´ultimo libro che Nicolas Sarkozy ha letto è Sovvertimento dei sensi, dell´austriaco Stephen Zweig. Chissà se il titolo è sintomatico dello stato d´animo che attraversa il Presidente, a poche ore del primo responso degli elettori sulla sua ricandidatura. Sarkozy ha citato la raccolta di racconti pubblicata nel 1927, accettando di rispondere a un questionario del Figaro sui suoi gusti culturali. Dal cinema alla poesia, si è sottoposto a una lista di domande che potrebbero sembrare superflue rispetto a temi sociali ed economici ben più importanti. Così non è. La cultura fa parte degli attributi presidenziali, è una tradizione che si tramanda con alterne fortune. Solo qui i discorsi sono infarciti di continue citazioni, la funzione deve essere impregnata di un certo lirismo. Ogni candidato si proietta in un pantheon. Alcuni classici, come Victor Hugo o Albert Camus, fanno parte di un immaginario condiviso, evocati sia da François Hollande che da Sarkozy. Quando è stato eletto, nel 2007, il Presidente ha voluto rompere con quello che definiva, in modo sprezzante, il «catechismo culturale» dei suoi predecessori. Lo sventurato fece anche una battuta sull´inutilità di studiare «La Princesse de Clèves», capolavoro seicentesco di Madame de La Fayette. Mal gliene incolse. Per cancellare l´accusa di essere poco erudito, che da sempre lo perseguita, ha organizzato pranzi con intellettuali, non ha perso occasione per raccontare le sue letture, da Stendhal a Fëdor Dostoevskij, fino a scrittori contemporanei come Emmanuel Carrère. Negli incontri con i giornalisti, si è messo a discettare dei film di Luchino Visconti, Carl Theodor Dreyer, Ernst Lubitsch. Al di là delle ironie su un´erudizione a tappe forzate, in parte ispirata dalla moglie Carla Bruni, ciò che manca alla presidenza di Sarkozy è un progetto simbolico, un´opera visionaria che abbia il suo marchio. Fino alla sua elezione è stata una costante della Quinta République. Georges Pompidou amava la poesia e l´arte contemporanea, a cui ha dedicato il centro Beaubourg immaginato da Renzo Piano. Valery Giscard d´Estaing, appassionato dei racconti di Maupassant, ha voluto creare un museo per custodire i capolavori impressionisti nell´ex stazione Orsay. François Mitterrand ha disseminato la capitale di lasciti culturali. Il più celebre e avveniristico è la Piramide di vetro, davanti al Louvre, disegnata dall´architetto Ieoh Ming Pei. Il leader socialista ha finanziato anche la costruzione dell´Opéra Bastille, la Cité del la Musique alla Villette, la Bibliothèque Nationale nel tredicesimo arrondissement. Non è detto che Hollande, se sarà eletto, riprenda questa tradizione. I fondi pubblici a disposizione non sono più quelli di un tempo. Il candidato socialista finora ha mantenuto il riserbo sui suoi gusti culturali, rifiutando di rispondere al questionario del Figaro. Invitato al Salone del libro, si è vantato di «non leggere mai un romanzo». Ogni tanto va a teatro. Al suo ghostwriter, Aquilino Morelle, ha chiesto di non inserire troppe citazioni nei suoi discorsi, per non «confondere il messaggio». Forse anche l´eccezione francese appartiene ormai al passato.