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 2012  aprile 20 Venerdì calendario

«LE CENE CON ROBERTO E IL FACCENDIERE TRA POLITICI E CARDINALI» —

«Buonasera, si accomodi. Mi scusi per le mani bagnate ma sto cucinando. Perché, vede, non è che io passo le giornate a cercare di fare il personaggio pubblico, spero sia chiaro».
Signora la lettera l’ha scritta lei. Pentita?
«No, no. Ho voluto scriverla, lo ritenevo giusto. Se vuole, le cose gliele ripeto».
Ne aggiunga delle altre.
«Alle cene, con Daccò e Formigoni, c’erano molti politici e anche cardinali».
Il nome del cardinale?
«Per piacere».
Almeno dei politici?
«No. Non sono il tipo».
Possiamo insistere?
«No, davvero».
Lei è di Comunione e Liberazione. Quelli di Cl si sono fatti sentire?
«Mi hanno chiamata. Qualcuno era a favore della lettera, altri contrari».
Formigoni s’è fatto sentire?
«Formigoni? Non sono nessuno, non sono una persona influente».
Carla Vites, madre di quattro figli e già nonna, ligure, studiosa e appassionata di filosofia (molte le citazioni), bella donna di 54 anni, per volontariato maestra di doposcuola con i piccoli immigrati figli di colf e badanti in un’elementare di via Della Spiga (Quadrilatero della moda), è la moglie di Antonio Simone, ex assessore alla Sanità degli anni Novanta, ciellino doc, potentissimo, finito in carcere una volta e in questi giorni una seconda. Simone, il faccendiere Piero Daccò e Formigoni sono indivisibili. Anzi, «sono stati indivisibili. Il Celeste, proprio sul suo giornale, ha affermato che con Daccò non ha mai avuto collegamenti diretti. Falso». E lei, al Corriere, ha scritto una lettera, uscita ieri.
Il Celeste è Formigoni. Ce l’ha con lui?
«Più delusa che arrabbiata».
Per quale motivo?
«Lo ritengo troppo intelligente per frequentare uno come Daccò».
Che tipo è questo Daccò?
«Non ci siamo presi subito. Non mi è piaciuto dal primo incontro. Intendiamoci: è un faccendiere, fa il suo lavoro. Veniva anche agli incontri di Cl, cercava le persone alle quali attaccarsi».
E le ha trovate...
«Formigoni ha il tipico complesso d’inferiorità del cattolico. Ha bisogno di qualcuno che gli organizzi viaggi e vacanze, momenti di svago e feste in mezzo mondo. Attenzione: ho detto feste, non festini come alcuni suoi colleghi hanno cercato di farmi dire».
Ci dica ancora di Daccò.
«Tracotante, uno che fa tutto lui... Ma poi, dove li portava? Li portava a Saint Barts... Non è tutto questo gran posto. Una spiaggia e il nulla... Il mare dice? Sì, tanto quelli non nuotavano».
Dovessimo andare a votare domani, voterebbe Formigoni?
«No, basta. Basta con il Pdl».
Ha mai detto a suo marito che non era il caso di stare con un tipo come Daccò?
«Mio marito ha fatto e ha sempre fatto quello che vuole lui. E anche del suo lavoro, mi creda, delle accuse che gli vengono mosse, ignoro tutto. Ho sempre ignorato tutto quanto».
L’ha visto più da quando è stato arrestato?
«Non ancora. L’altra volta era tornato a casa dal carcere storto, piegato, per le notti sulla brandina, stretti in cella, erano in cinque, non c’era spazio. Chissà se ha avuto modo di leggere la mia lettera. Di sicuro non l’avrà presa bene, ho come l’idea che si sia infuriato».
Cosa farà suo marito, uscito di prigione?
«Non lo so».
Cosa dovrebbe fare Formigoni?
«Ritirarsi, nel senso di chiudere. Ha fatto, ha dato, lasci il Pirellone».
Di se stesso, Formigoni ripete che è pulito.
«Gli credo. E sono convinta che non lascerà mai la politica».
Andrea Galli