Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 20/04/2012, 20 aprile 2012
LA LEGA PAGA L’AFFITTO PER L’APPARTAMENTO DI CALDEROLI A ROMA —
Il trasloco risale al novembre del 2010. Dunque è da un anno mezzo che Roberto Calderoli, fino a cinque mesi fa ministro per la Semplificazione del governo guidato da Silvio Berlusconi, avrebbe deciso di trasferirsi nell’appartamento del Gianicolo, a Roma, pagato dalla Lega. Un affitto di 2.200 euro al mese che il Carroccio bonificava direttamente ai proprietari. «Vogliono infangarmi», commenta furioso. Ma adesso, come è accaduto per numerosi altri politici, anche lui rischia di finire nei guai proprio per le spese della casa saldate da altri. Saranno i magistrati di Napoli a dover stabilire se godendo di questo «benefit» abbia commesso un reato. Ma il privilegio ottenuto sta comunque alimentando la guerra interna al partito, visto che proprio Calderoli era uno dei triumviri incaricati di «reggere» le sorti della Lega dopo le dimissioni di Umberto Bossi. E invece anche il suo nome era nell’elenco delle persone che avrebbero ottenuto «favori» dal tesoriere Francesco Belsito, finito al centro delle inchieste di tre procure — Napoli, Milano, Reggio Calabria — e indagato per appropriazione indebita e riciclaggio.
La casa
nella torretta
La traccia che porta al senatore emerge durante le perquisizioni ordinate agli inizi di aprile. Sono i carabinieri del Nucleo operativo ecologico guidati dal colonnello Sergio De Caprio, diventato famoso come «capitano Ultimo» a perquisire la cassaforte che Belsito ha presso la Camera. Dentro, oltre a decine di cartelline dove sono custoditi i documenti che riguardano la famiglia Bossi e le altre «uscite», ci sono appunti riferibili ai soldi sborsati per conto di Calderoli, oltre alle ricevute dei versamenti. Le annotazioni consentono di risalire all’appartamento di via Ugo Bassi 15 dove il politico abita da circa cinque mesi. Gli investigatori comunicano ai magistrati napoletani — Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio — l’esito del primo esame delle carte e vengono incaricati di interrogare i proprietari per stabilire da chi ricevano i soldi del canone. E arriva la conferma: il rapporto economico avviene direttamente con la Lega.
A questo punto bisognerà stabilire che cosa prevede lo Statuto del partito, per verificare se siano stati previsti casi in cui è consentito accollarsi le spese di un parlamentare. Se così non è, il rischio per Calderoli è l’iscrizione nel registro degli indagati per appropriazione indebita. In ogni caso le verifiche non sono terminate. Prima di stabilirsi in via Bassi, il senatore aveva infatti a disposizione un’altra abitazione a Roma e anche per quest’altro alloggio si dovrà accertare a chi fossero addebitate le spese. Si tratta di un appartamento che si trova all’interno di una torretta nel quartiere Balduina e i carabinieri sono stati incaricati di verificare se anche in questo caso a pagare i conti abbia pensato la Lega.
La Sos Bankitalia
per Stiffoni
Si intrecciano le verifiche delle varie Procure. E i pubblici ministeri milanesi approfondiscono la posizione di Rosi Mauro, con un’attenzione particolare agli immobili in Sardegna e a Gemonio che la vicepresidente del Senato ha acquistato. Ma una nuova pista potrebbe arrivare anche dagli accertamenti finanziari che riguardano Piergiorgio Stiffoni, ex membro del comitato amministrativo del Carroccio. La Guardia di finanza dovrà approfondire una segnalazione dell’Uif, l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia su movimenti sospetti, la cosiddetta Sos, che riguardano due conti personali del senatore. In particolare, un passaggio di denaro per 200 mila euro da un conto personale aperto presso un istituto di credito lombardo, a un altro conto che il senatore ha alla Banca Popolare di Novara. Da questo deposito sarebbe partito l’ordinativo per l’acquisto di 200 mila euro in diamanti.
Obiettivo delle verifiche è stabilire se i soldi utilizzati fossero beni privati o se invece provengano dalle casse del Carroccio. Un aiuto per ricostruire le movimentazioni economiche potrà arrivare proprio da Belsito, che ha chiesto di essere interrogato e dovrebbe presentarsi entro la prossima settimana al Palazzo di giustizia di Milano. Anche i pubblici ministeri napoletani vogliono ascoltare, ma la sua convocazione potrebbe slittare a metà maggio, quando sarà arrivata la prima informativa dei carabinieri sul contenuto della cassetta di sicurezza.
Fiorenza Sarzanini