Stefano Montefiori, Corriere della Sera 20/04/2012, 20 aprile 2012
VOCI DI DECLASSAMENTO, PARIGI TREMA —
Che le paure siano fondate o meno, a tre giorni dal primo turno delle elezioni la Francia e l’Europa tornano sotto la minaccia delle agenzie di rating. È bastato che si diffondesse la voce di un nuovo declassamento perché ieri sera la Borsa di Parigi crollasse: l’indice di Borsa Cac 40 è precipitato improvvisamente del 2,05% per finire a 3.174,02 punti, nonostante le smentite del declassamento.
«Questa indiscrezione non ha alcun fondamento — ha detto una fonte del governo francese — non c’è niente di nuovo in arrivo dalle agenzie di rating». E Moody’s Investors Service ha confermato, emanando un comunicato per ricordare la precedente nota del 13 febbraio, che definiva come «negativa» la previsione del rating francese senza fissare però una data a breve termine.
L’agitazione dei mercati intorno alle due triple A che ancora restano alla Francia — quelle di Moody’s e di Fitch, dopo il declassamento di Standard & Poor’s del gennaio scorso — nasce naturalmente dalla crisi economica che tocca la Francia, ma anche dall’imminenza delle elezioni e dalle relative manovre politiche. Il primo a parlare di un declassamento di Moody’s era stato, domenica scorsa, il candidato socialista François Hollande, che ha anche indicato con precisione la data del 12 maggio come momento del verdetto. Hollande, favorito nei sondaggi, è accusato da Sarkozy di spaventare i mercati con le sue dichiarazioni contro la finanza e con gli annunci di nuove tasse e spese (come l’assunzione di 60 mila funzionari nella scuola pubblica, o un leggero aumento del salario minimo, da cinque anni fermo a 1.400 euro). Così Hollande ha messo le mani avanti: «Moody’s renderà nota la sua decisione sulla tripla A della Francia il 12 maggio — ha detto il candidato socialista in un’intervista al Journal du Dimanche — ma l’eventuale declassamento non sarà una conseguenza di una mia vittoria nel secondo turno del 6 maggio. Lo dico subito perché non ci sia confusione».
In realtà, molti analisti fanno notare che più probabilmente Moody’s non renderà il suo nuovo giudizio prima di ottobre, lasciando al nuovo governo — qualunque esso sia — alcuni mesi di tempo per raddrizzare la situazione economica. Tra i dati più negativi il disavanzo della bilancia commerciale: l’anno scorso le importazioni hanno superato le esportazioni di oltre 70 miliardi di euro, quando fino al 2001 il saldo era positivo. Preoccupa poi la disoccupazione salita al 10 per cento.
«Il peggio della crisi è passato ma la Francia è convalescente — ha ribadito ieri sera il presidente Nicolas Sarkozy — solo le mie misure hanno finora evitato al nostro Paese le sofferenze patite dalla Grecia, l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna».
Il clima di incertezza sul futuro dell’economia francese non aiuta gli altri Paesi europei: la Borsa di Milano ha chiuso ieri con un -2,01, ed è tornato ad allargarsi — a 395 punti — lo spread tra i titoli italiani e tedeschi. Anche la Borsa di Madrid ha perso oltre il 2%, mentre è a rischio, per Fitch, la tripla A dell’Olanda.
Stefano Montefiori