DAVIDE JACCOD, La Stampa 19/4/2012, 19 aprile 2012
I maghi che battono Harry Potter - Altro che Hogwarts. Per imparare la magia, i «babbani» possono dimenticare la scuola di Harry Potter: la destinazione è Saint-Vincent, Valle d’Aosta
I maghi che battono Harry Potter - Altro che Hogwarts. Per imparare la magia, i «babbani» possono dimenticare la scuola di Harry Potter: la destinazione è Saint-Vincent, Valle d’Aosta. Fino a sabato, i maghi che si riversano tra le montagne sono 1.500: non arrivano su scope volanti o teletrasportandosi, ma per «Masters of magic» sembrano esserci quasi tutti. Prestigiatori, mentalisti, signori del closeup e ammaestratori più o meno sperimentati si radunano dai quattro angoli del mondo per un incontro che è il segno più tangibile della rinascita della magia in Italia. Se da una parte ci sono gli spettacoli aperti al pubblico, in tanti momenti le porte si chiudono e diventano laboratori del mistero: è qui che i maghi creano nuovi numeri, scambiano idee, si rubano segreti. A fianco dei padroni di casa (Arturo Brachetti su tutti), a Saint-Vincent ci sono tanto gli amatori che si pagano gli studi facendo scegliere le carte per strada quanto le star di un mondo nuovo e composito. Sopra e sotto il palco trovano spazio i volti che la magia ha preso in questi anni: una disciplina che si è dovuta reinventare, per non far inaridire la propria energia sotto i colpi della tecnologia. Da una parte c’è René Lavand, l’argentino con una mano sola che annuncia i suoi inganni e poi li nasconde: il trucco c’è, ma (come la tradizione vuole) non si vede. All’opposto c’è Uri Geller, che del convegno di Saint-Vincent è l’ospite d’onore: la sua biografia parla di unastranasferadilucecheloinveste a quattro anni, mentre gioca in giardino. Da allora è tutto un piegarsi di cucchiai e svelarsi di segreti, con il suo personaggio costruito con attento equilibrio tra realtà e suggestione. «In 20 anni - spiega Walter Rolfo, organizzatore dell’evento - tutto è cambiato: è molto più difficile stupire una persona che con uno smartphone in mano può fare cose fino a ieri impossibili. È proprio qui che nasce il nuovo desiderio di meraviglia: le persone hanno voglia di sorprendersi, e la magia è capace di farlo. Non svelare i segreti assume il nuovo valore di conservare intatto lo stupore:cosìnonproteggoiltrucco dallo spettatore, ma proteggo lo spettatore dal trucco e continuo a emozionarlo». Ed è proprio nell’emozione di chi guarda che si completa l’incantesimo. L’emozione è anche la forza che permette di pareggiare il conto con scuole come quella coreana, dove la tecnica ha raggiunto livelli di perfezione: a dare il valore aggiunto agli italiani è la teatralizzazione, che coinvolge il pubblico in una narrazione che lascia a bocca aperta. La sfida tra Italia e Corea non finisce qui: l’oggetto del desiderio è anche l’assegnazione dell’organizzazione del Campionato del mondo di magia. Alla federazione internazionale che crea l’evento, ogni tre anni, sono iscritti qualcosa come 50 mila maghi: la prossima estate l’appuntamento è a Blackpool, in Inghilterra, ma per il 2015 i giochi sono aperti. In lizza ci sono anche Irlanda e Messico: per gli italiani la candidatura non sembravapensabile fino a pochi anni fa, mentre oggi una cordata dei tanti circoli magici nazionali si è unita in quello che loro stessi definiscono un sogno. La primavera della magia passa anche, inevitabilmente, dalla televisione. Dai palchi di Saint-Vincent (dove viene assegnatoiltitolodicampioneitaliano) verranno scelti i maghi che parteciperanno al primo talentshow interamente dedicato alla magia che metterà a confronto 40 prestigiatori sotto la guida dei maestri internazionali. Lo scopo è restituire al mago quell’aura di fascino che sembrava aver perso. «La nostra idea conclude Rolfo - è quella di far rivivere la filosofia della magia, che è quella di non fermarsi di fronteaciòchevieneconsiderato impossibile. E in un momento dove tante cose sembrano irraggiungibili, il mago è capace di trova strade nuove». E di farlo, cosa ancora più preziosa, suscitando meraviglia.