Roberto Tottoli, Corriere della Sera 19/04/2012, 19 aprile 2012
PARADOSSI E IMBARAZZI INTERNAZIONALI SUL DESTINO DELLA FAMIGLIA BIN LADEN
Dopo aver scontato una breve condanna a 45 giorni di detenzione per immigrazione illegale, le vedove e i figli di Bin Laden saranno espulsi dal Pakistan. La notizia è trapelata ieri. Una decisione attesa, ma nata da un vero e proprio pasticcio originato fin dall’uccisione di Osama, ben undici mesi fa.
Si racconta che all’indomani del raid americano i soli Stati Uniti avessero avanzato una informale richiesta di poter avere la famiglia di Bin Laden, a fini informativi, creando non pochi imbarazzi al Pakistan e agli altri Paesi musulmani. Imbarazzo per la presenza, numerosa, illegale e protratta negli anni, e per le critiche che avrebbero ricevuto se la famiglia fosse stata effettivamente consegnata agli americani senza alcun diritto. Le tre mogli e gli otto figli e un nipote andranno probabilmente prima in Arabia, ma il regno saudita è alquanto titubante e per respingere tutti quanti potrebbe avvalersi della cittadinanza a suo tempo ritirata a Osama e del fatto che una delle tre mogli è di passaporto yemenita.
Si è giunti a questo punto perché fin dall’inizio è apparso chiaro che né Pakistan, né Arabia Saudita e neppure Yemen ne volevano sapere di accogliere o tenersi moglie e figli. Tanto più da quando una delle mogli, nei mesi passati, ha ricostruito la storia degli spostamenti tra Afghanistan e Pakistan, tra Karachi e Kandahar, attestando la presenza ad Abbottabad fin dal 2005 e non lesinando particolari sui continui spostamenti nel Nord del Pakistan. Una storia di mogli che si muovevano liberamente, e persino di figli nati in ospedali pachistani, a testimonianza di una libertà di azione sorprendente. Un racconto, questo, che ha creato non pochi imbarazzi al governo pachistano ma anche agli stessi Stati Uniti, facendo sorgere più di un dubbio sull’effettiva efficacia della caccia a Osama.
Dopo undici mesi, la situazione pare sbloccarsi. Potrebbe aprirsi un altro capitolo. Ma probabilmente non sarà l’ultimo perché, paradossalmente, è forse stato più facile, una volta individuato, eliminare Osama piuttosto che decidere che fare della famiglia Bin Laden.
Roberto Tottoli