Isabella Bossi Fedrigotti, Corriere della Sera 19/4/2012, 19 aprile 2012
LA PAZZA PRIMAVERA DEI REALI D’EUROPA
Tu quoque. È caduto l’ultimo baluardo non soltanto dei pochi monarchici duri e puri ancora rimasti ma anche di chi, disgustato dall’andazzo generale dei politici, guardava con una certa nostalgica, affettuosa simpatia alle case reali d’Europa. Il re di Spagna che ha resistito più a lungo di tutti, per la semplicità, per la simpatia, per quel certo fiuto che l’ha quasi sempre assistito nella scelta dei consiglieri e delle frasi da pronunciare, ora è nudo a sua volta.
Delle tante amanti si è sempre saputo e sussurrato ma, probabilmente, in un Paese machista un po’ come l’Italia, si è sempre perdonato. E la regina, «la Señora», come la chiamano coloro che la frequentano, peraltro grandissima (e solitaria) professionista del suo mestiere, ne ha sempre dato l’esempio, acconsentendo a chiudere gli occhi a patto che — questo era l’accordo tra lei e «el Señor» — le scappatelle fossero discrete e non le recassero pubblica offesa. Ma il safari in Africa (in compagnia di una dama tedesca più giovane di trent’anni) a caccia di elefanti, al tempo della terrificante crisi economica spagnola, non è stato perdonato. Né si sa se avranno effetto le scuse pronunciate ieri dal re.
È vero che il bonus che Juan Carlos aveva acquisito presso il suo popolo lasciando che tutti e tre i figli sposassero chi volevano era stato recentemente intaccato dalla scoperta che uno dei due generi, il più amato, per l’appunto, intascava tangenti, e che l’altro, già separato, faceva esercitare con la pistola il figlio undicenne, con il risultato che il ragazzino si era sparato in un piede, ciononostante il carisma del vecchio re era comunque riuscito a sopravvivere fino al recentissimo safari. La Royal Family inglese, malgrado la forte iniezione di bellezza e giovinezza — oltre che di sangue nuovo — dovuta al matrimonio tra William e Kate, già da anni è in gravissima sofferenza di immagine e da un pezzo non fa più sognare nessuno. Sono, infatti, pesanti controindicazioni al sogno, per esempio, il principe Andrea che, così pare, si è fatto pagare per creare contatti, miranti al business, tra uomini d’affari di sua conoscenza; oppure la coppia, in stile estremamente basico, formata da Zara, figlia della principessa Anna, e dal marito rugbista, con fama di violento e bevitore; oppure, ancora, le due figlie di Sara, ex moglie del principe Andrea, perennemente fotografate a qualche festa, ballo, matrimonio, all’entrata o all’uscita di un nightclub — e pazienza per questo: sono giovani e si devono divertire — ma, quel che è forse ancora meno gradito, vestite e acconciate sempre come le due sorelle cattive di Cenerentola.
Cui si aggiunge ora l’inquietante figura di Pippa, la seguitissima e già mitica cognata dell’eventuale futuro re, della quale, tuttavia, più che la professione pare nota la curva dell’anca. È di questi giorni la notizia che, all’uscita di una festa (anche lei) sia salita con degli amici su una macchina decapottabile il cui guidatore ha estratto dalla tasca una pistola (giocattolo, è stato assicurato) e l’ha mostrata al nugolo di fotografi che seguivano, ventre a terra, la scelta compagnia.
Dalle monarchie nordiche, a parte nozze tra principesse e personal trainer, fidanzamenti di principi con soubrettine e sarabande notturne di sovrani in locali particolarmente elettrizzanti, non filtrano molte notizie: tutto regolare insomma, nessuna vera novità da segnalare. Mentre dalla monarchia più piccola e forse più fotografata d’Europa, il principato di Monaco, arrivano istantanee che immortalano la piccola di casa, la venticinquenne incantevole Charlotte, in fuga d’amore a New York assieme a un quarantenne non conosciutissimo attore comico di origine marocchina. Benché, in fatto di fuitine, la zia ci abbia già fatto vedere qualsiasi cosa, che tempi, avrebbero commentato i nostri genitori.
Una volta i sovrani abdicavano e le monarchie crollavano per una guerra persa, per un colpo di Stato, per una congiura di corte, per una malattia che si portava via l’erede. Oggi è più probabile che succeda a causa di un servizio fotografico, dell’impossibilità, cioè, di nascondere checchessia. Impossibilità, soprattutto, di nascondere la totale mancanza di preparazione al difficile mestiere della maggior parte dei membri delle Royal Family. Se da un lato, infatti, il popolo vuole e applaude i regnanti che in qualche modo al popolo somigliano, dall’altro non perdona passi falsi e malcostumi: comprensibilmente, visto che i reali sono pagati, e non così poco, per il mestiere che fanno, per cui si pretende che lo facciano bene.
Ma l’educazione, grande assente nelle famiglie normali, evidentemente latita anche in quelle speciali. E il ragionamento che segue, inevitabilmente, non può essere che di tipo repubblicano: ha senso pagare — profumatamente — un gruppo di persone dal bel nome, è vero, e dalla lunga storia spesso anche gloriosa, ma che si comportano esattamente come qualsiasi altro riccastro screanzato?
Isabella Bossi Fedrigotti