Cristina Bartelli, ItaliaOggi 19/4/2012, 19 aprile 2012
Pmi senza soldi. E salta l’F24 – Dalle imprese parte la rivolta dell’F24. Su 130 mila imprese associate a Unimpresa, sono in 99
Pmi senza soldi. E salta l’F24 – Dalle imprese parte la rivolta dell’F24. Su 130 mila imprese associate a Unimpresa, sono in 99.450 quelle che hanno deciso di rinviare i pagamenti di contributi previdenziali, Iva e ritenute tutti in scadenza lo scorso 16 aprile. Il motivo? La crisi di liquidità che ha posto gli imprenditori di fronte a una scelta obbligata: pagare il fisco in ritardo. Più di due terzi delle aziende dunque risulta essere in ritardo sui versamenti fiscali che viaggiano attraverso il canale del modello F24, il modello che consente di pagare imposte e contributi all’Agenzia delle entrate e Inps e di riversare nelle casse dell’erario in breve tempo i soldi. All’amministrazione finanziaria occorrono comunque dai cinque ai dieci giorni per elaborare il flusso dei pagamenti che arriva dalle banche. Secondo l’analisi di Unimpresa dunque il 76.5% delle imprese non ha rispettato i termini di legge previsti. Un trend, si legge nella nota dell’associazione, in atto da tempo e in continuo peggioramento per la crisi finanziaria che sta lasciando senza liquidità le casse delle imprese. «Le aziende», spiega a ItaliaOggi Sergio Battaglia, segretario generale di Unimpresa, «hanno un problema di liquidità e sono disposte a pagare in ritardo con le sanzioni gli F24. C’è poi l’effetto paradossale» sottolinea Battaglia, «che non si dà la possibilità di compensare i crediti con la pubblica amministrazione e poi» incalza Battaglia, «si ci mette anche Equitalia che arriva con i titoli subito esecutivi». Uno scenario drammatico quello della liquidità confermato dal dato sull’aumento dei fallimenti. Insomma per le imprese saltare la tassa è un diverso modo per sopravvivere dando magari la precedenza a pagare stipendi o fornitori. «Ci siamo resi conto che qualcosa è cambiato per i servizi che forniamo alle imprese» racconta il segretario generale di Unimpresa, «abitualmente l’anno scorso di questi tempi gli F24 erano saldati mentre quest’anno ci siamo accorti di una diminuzione dei flussi». Rincara la dose un professionista di Milano che non solo conferma ma sottolinea che il trend è ormai in atto da diversi mesi anche perché il ragionamento che fanno le imprese è il seguente: il ravvedimento, la possibilità di pagare l’imposta oltre la scadenza con una mora, è molto più bassa di quello che chiede la banca, fino al 20% per rientrare. Ma, fa notare il professionista, il problema è che se non paghi una volta rischi di non pagare più. Il dato sulle imprese non in regola con gli adempimenti fiscali, secondo Unimpresa, è omogeneo in tutti i settori imprenditoriali: dalla piccola industria ai servizi, tutte le categorie sono con l’acqua alla gola. Su 130.000 associate a Unimpresa, stando alla rilevazione a campione effettuata negli ultimi due giorni, ben 99.450 aziende non ha potuto fare regolarmente i versamenti all’agenzia delle Entrate, all’Inps e agli altri enti previdenziali e dell’amministrazione finanziaria. Nell’ambito dell’industria, il settore dell’edilizia, in particolare, è quello che sembra registrare le maggiori difficoltà e il dato sui «ritardi F24» arriva all’81,5%, mentre la percentuale più bassa registrata è nei servizi (trasporti: 21,2%). Tuttavia le «sofferenze fiscali» sono una sorta di minimo comune denominatore per tutti i comparti economici: alimentazione, arredamenti, metalmeccanici, nautica e poi agricoltura, commercio, trasporti e turismo.