Antonio Ranalli, ItaliaOggi 19/4/2012, 19 aprile 2012
Fieg, i ricavi della stampa a -2,2% Lettori sul web: +50% in tre anni – L’editoria italiana affronta una delle crisi più dure degli ultimi anni, ma i lettori aumentano e gli editori guardano alla multimedialità per crescere
Fieg, i ricavi della stampa a -2,2% Lettori sul web: +50% in tre anni – L’editoria italiana affronta una delle crisi più dure degli ultimi anni, ma i lettori aumentano e gli editori guardano alla multimedialità per crescere. È quanto emerge dal rapporto La stampa in Italia 2009-2011, presentato ieri a Roma dalla Federazione italiana editori giornali (Fieg). Il margine operativo lordo (mol) delle aziende editrici di quotidiani, pur mantenendosi positivo, ha accusato l’anno scorso una contrazione del 29,6%. In valori assoluti il mol, che era pari a 151 milioni di euro nel 2010, è sceso a 106 milioni, con una diminuzione di circa 44 milioni e un’incidenza sul fatturato editoriale passata dal 5,2 al 3,7%. Per quanto riguarda i ricavi, nel 2011 sono diminuiti del 2,2%, principalmente a causa della flessione degli introiti pubblicitari (-5,7%). Nonostante il calo della diffusione (-2,6%), i ricavi della vendita delle copie hanno tenuto per gli aumenti dei prezzi intervenuti nel biennio 2010-2011. In particolare, dal punto di vista pubblicitario nel 2011 i quotidiani a pagamento hanno subito una flessione del 6,2%, i quotidiani free del 22,4% e i periodici del 3,6%. In termini di incidenza, la stampa nel complesso ha subito un’ulteriore erosione della sua quota di mercato: dal 25,4 al 24,7%. «L’editoria cartacea attraversa una fase di crisi ma non è un malato terminale», ha spiegato il presidente Fieg, Giulio Anselmi. «Sono oltre 22 milioni le persone che ogni giorno leggono quotidiani, quasi 33 milioni i lettori di periodici, circa sei milioni gli utenti di siti web dei quotidiani». Se le vendite sono in calo, la gente non rinuncia a leggere i giornali: le ultime rilevazioni Audipress per il 2011 indicano un incremento dei lettori dei quotidiani dell’1,8% (per ben 24,2 milioni di persone) e uno +0,2% per i periodici, con 32,5 milioni di persone. Gli editori guardano alla multimedialità come occasione di crescita. Una «rivoluzione» che il presidente Anselmi definisce «inevitabile per sopravvivere, non può attendere oltre se non si vogliono pagare prezzi altissimi, non può essere condotta con superficialità». Tra il 2009 e il 2011, il numero complessivo di utenti attivi sul web in un giorno medio è passato da 10,4 a 13,1 milioni, con un incremento del 26%: in parallelo, il numero degli utenti di siti web di quotidiani in un giorno medio è passato da 4 a 6 milioni, con un incremento del 50%. La percentuale di utenti di siti web di quotidiani sul totale dell’utenza nel giorno medio era del 38,3% nel 2009; nel 2011 è salita al 46,8% e, verosimilmente, quest’anno supererà la soglia del 50%. Il rapporto indica una forte crescita dei ricavi da attività online (38,8% nel 2010 e 32% nel 2011), anche se in valori assoluti l’incidenza sul fatturato è ancora limitata (1,4%). Il presidente della Fieg ha chiesto l’abolizione degli «interventi a pioggia» e di «indirizzare i contributi pubblici verso i giornali veri: per copie vendute (sono apprezzabili i primi passi compiuti dal governo in questa direzione) e per il numero di dipendenti con regolari contatti». A tal proposito il sottosegretario all’editoria, Paolo Peluffo ha ricordato che «per quanto riguarda i contributi pubblici le risorse sono scarse. Abbiamo davanti un orizzonte di poco meno di tre anni per creare un nuovo sistema, che consenta di moralizzare i contributi. Ci sono soluzioni e proposte, compresa l’eliminazione all’origine di ogni distorsione del mercato. Dobbiamo comunque ricordare che i contributi servono al paese per la tutela del pluralismo e sono in linea con le politiche Ue per la difesa della lingua italiana. La revisione del sistema dei contributi deve servire a selezionare le aziende meritevoli. Abbiamo preso atto che il criterio delle copie stampate produce problemi. Puntiamo poi a favorire il passaggio dei quotidiani cartacei all’online. Su internet ci sono diversi modelli produttivi e tutti devono essere possibili per venire incontro alle esigenze del mercato». Per l’amministratore delegato di Mondadori, Maurizio Costa «i segnali sull’inizio del 2012 sono allineati con la fine del 2011. L’anno scorso il primo semestre è stato positivo ma dalla crisi di agosto l’andamento è stato negativo, con un ultimo trimestre molto più pesante. La velocità di uscita dal 2011 ha influenzato la partenza del 2012».