Francesco Borgonovo, Libero 19/4/2012, 19 aprile 2012
DUE ORE DI LAVORO E BONUS TRASFERTE I TERZINI SPACCIATI PER SECONDINI
Finché la Polizia penitenziaria assume secondini, tutto normale. I problemi cominciano quando le Fiamme azzurre si mettono a prendere terzini. E pure centrocampisti e attaccanti, tutti pagati con i soldi dei contribuenti. La storia l’ha raccontata, in un servizio per Le Iene, il bravo Paolo Calabresi, il quale ha indagato sull’A.S. Astrea Calcio, squadra di Roma fondata nel 1948 che milita nel campionato di serie D, girone G.
Nata come passatempo per i dipendenti del ministero di Grazia e Giustizia, nel 1990 ha ottenuto a norma di legge l’autorizzazione a partecipare al campionato di serie C2, dove ha disputato sei stagioni. Poi la situazione è peggiorata e qualche anno fa la compagine con maglia bianca e azzurra si è trovata in difficoltà. Viaggiava sul fondo della classifica della serie D, rischiava la retrocessione. Un rinforzo si rendeva necessario. Ed ecco la brillante idea: nel 2010 è stato bandito dal ministero di Grazia e Giustizia un primo concorso per cinque posti da calciatore. Il 16 novembre del 2011, altro concorso per sette posti in squadra disponibili. Si cercavano ragazzi tra i 18 e i 28 anni che se la cavassero con i piedi. Per ottenere punti nel concorso, più che un titolo di studio, contava la competenza sul campo di gioco. Per dire: possedere una laurea valeva un punto; con un master si guadagnavano 0,5 punti. La militanza in serie C, invece, garantiva 8 punti. Per la serie B se ne prendevano 12 e l’aver militato in serie A ne garantiva addirittura 20 (25 se si era indossata anche la maglia della Nazionale). Detto, fatto. Tra i vincitori si segnalano due ex giocatori di C, uno di B e uno che ha militato nella Lazio. In effetti, gli innesti sono serviti: adesso il posizionamento in classifica è decisamente migliore.
Va notato un particolare, tuttavia. I signori in questione ottengono un bel contratto a tempo indeterminato con il ministero. E, una volta conclusa la carriera sportiva, saranno riciclati in qualche ufficio. Le Iene hanno strappato anche qualche informazione in più, grazie a un colloquio con uno dei giocatori ripreso da una telecamera nascosta. I componenti della squadra guadagnano dai 1300 ai 1800-1900 euro al mese, a seconda del grado. Dopo tutto, sono dipendenti della Polizia penitenziaria. Sapete in che cosa consiste il loro impegno? Lo spiega il ragazzo sentito da Calabresi e dai suoi colleghi: «Io lavoro praticamente due ore al giorno. Il tempo degli allenamenti e basta». Poi ci sono le partite, e le trasferte. Quando si spostano, i baldi giovani dell’Astrea intascano anche qualche soldino in più, poiché lo spostamento è considerato come una «missione».
Tutti i costi, ovviamente, sono a carico dei contribuenti. Dunque gli aerei per recarsi in Sardegna a giocare contro il Porto Torres; gli alberghi per calciatori e dirigenti; i pullman della Polizia penitenziaria che trasportano il team... Anche perché, dipendendo dal ministero, i biancoazzuri non si danno troppa pena a cercare sponsor. Come hanno documentato Le Iene, non solo sulle maglie non hanno nessun logo, ma il loro stadio (il Casal del Marmo), non esibisce nemmeno un cartellone pubblicitario. Quanto agli incassi tramite vendita di biglietti, immaginiamo che non siano granché: in una delle partite più importanti, quella contro la capolista Salerno, secondo Paolo Calabresi c’erano «una cinquantina di persone». Mantenere una squadra di serie D costa più o meno tra i 300 mila e i 500 mila euro all’anno. Può anche darsi che l’Astrea spenda meno, anche perché gli stipendi non sono poi elevatissimi, ma non si capisce perché dovremmo pagarla noi.
Tra l’altro, grazie al concorso pubblico, sono state assunte a tempo indeterminato persone che finiranno a ricoprire incarichi per cui probabilmente non hanno alcuna competenza. Forse le carceri italiane, perennemente in situazione d’emergenza, meritano qualche secondino in più e qualche sportivo in meno. Specie se lo sportivo gode di stipendio fisso per lavorare due ore al giorno e ha la pensione assicurata.
L’inviato delle Iene ha chiesto spiegazioni a un dirigente della società, il quale prima ha bofonchiato qualche giustificazione esibendo lo statuto dell’Astrea, poi ha concluso: «Se c’è una legge che consente questo... ». Sacrosanto. Peccato che anche il ministero della Giustizia guidato da Paola Severino abbia preferito non fornire risposte al cronista del programma Mediaset.
Su internet c’è chi ha lanciato una petizione per chiedere che non vengano più pubblicati bandi di concorso di tal genere. Intanto però, c’era bisogno di secondini e noi ci siamo portati a casa qualche terzino. Buono al massimo per vivacizzare un po’ gli incontri amichevoli fra guardie e carcerati.
Francesco Borgonovo