Paolo Siepi, ItaliaOggi 18/4/2012, 18 aprile 2012
periscopio – Noto anche sulle ultime vicende della Lega il potere immenso dei media che obbediscono, senza malizia, al potere
periscopio – Noto anche sulle ultime vicende della Lega il potere immenso dei media che obbediscono, senza malizia, al potere. La Lega non ha avuto un filo di difesa, una notiziola positiva da nessuna parte. La famiglia Bossi è stata squartata viva. Nel frattempo, giustamente, il viaggio di Mario Monti è stato dipinto come un grande successo. Poi però si apprende che il discorso di Obama a Seul, che avrebbe contenuto l’elogio a Monti, è stato riferito ai giornalisti senza che nessuno l’abbia udito. Si è poi appreso che questo elogio non è mai stato fatto. Renato Farina. Tempi. L’Italia è un paese e un popolo di praticanti, non di credenti, di superstiziosi che si affidano ai santi solo quando gli fanno il miracolo. Un popolo di buoni padri di cattive famiglie. Un popolo più fedele al matrimonio che alla moglie o al marito. Un popolo più guicciardiniano che machiavellico, che guarda al proprio «particolare», alla propria bottega. Roberto Gervaso, Italiani, pecore anarchiche. Mondadori. Le toghe che svelano i peccati dei leghisti, ben lungi dall’essere un rimedio, sono la causa principale della metastasi. Una giustizia che funziona sarebbe quella che dà la sveglia al principio dei sintomi di infezione, non che aspetta «le condizioni politiche» per agire, non che tratta in modo approssimativo le regole che parlano di non intercettazioni di parlamentari e di segreto istruttorio, che si vendica di chi ha proposto la responsabilità personale dei magistrati che violano «gravemente» il diritto. Ludovico Festa. Tempi. Sanitario: ho un’unghia vulva. Mi hanno trovato il polistirolo nel sangue. Patrizio Capuzzo, Stupidario. Aumentare: Crescere, detto dei salari. I prezzi, invece, lievitano. Salvatore D’Agata, Dizionario impolitico. Bompiani. All’alba il cielo si schiarisce straordinariamente dietro la chiesa, e diventa lucido e spazioso. Un’aria azzurra circola fra le colonne e penetra nei pori del marmo, fino a colorarlo; la cupola si veste di rosa, mentre un raggio di sole fa scintillare le pietruzze verdi, rosse e turchine del mosaico. Gli uccelli intrecciano voli dal cornicione agli alberi, cinguettando nel silenzio della città. Davanti al caffè, ancora chiuso, le sedie sono accatastate. Nei giardini pubblici i viali sono deserti e i prati bagnati di guazza. Un’aria balsamica spira tra le piante. Achille Campanile, Cantilena all’angolo della strada. Bur. Dopo il pranzo all’hotel Grifone di Bolzano, De Gasperi si ritirò in una saletta con i dc locali che lo accusarono: «Ci avete venduti ai tedeschi!». De Gasperi, in piedi dietro un tavolo, restò muto e immobile. A poco a poco, la tempesta si placò. Allora disse: «Quando ero alla Biblioteca Vaticana, scoprii che il santo vescovo Ulfila, nel IV secolo, dopo aver inventato l’alfabeto gotico, tradusse la Bibbia, ma omise i Libri dei Maccabei. Allora, presbiteri, preti, diaconi e fedeli si recarono da lui e gli dissero: Santo Vescovo Ulfila, se è scritto che nelle Sacre Scritture neppure un iota o un apice potrà essere cambiato, come mai tu hai tralasciato i Libri dei Maccabei? Perché, rispose il vescovo (e qui la voce di De Gasperi cominciò a salire di un tono), i todeschi (disse proprio todeschi, con la o) non devono leggere i Libri dei Maccabei, perché parlano di guerra e i todeschi la guerra la sanno fare anche troppo bene, senza bisogno che gliela insegni la Bibbia! E se i todeschi erano così sedici secoli fa, volete che li cambi io in due anni?». Guglielmo Zucconi, La paga del deputato. Rusconi. Avere la lingua più veloce del pensiero è molto fiorentino. Niccolò Capponi. il venerdì. Il ghepardo è un cane con la faccia da gatto. Danilo Mainardi, etologo. Sette. Belli o brutti, vorrei possedere tutti i libri come Don Giovanni tutte le donne. Gesualdo Bufalino, Bluff di parole. Bompiani. Ci sono giornali così poveri di giornalismo che ogni occasione è buona per fare la morale invece che raccontare una storia. Annalena Valenti. Tempi.