Giampiero Di Santo, ItaliaOggi 18/4/2012, 18 aprile 2012
Manovre, lo Stato taglia a tutti ma continuerà a sprecare soldi – Non è bastata neanche una supermanovra triennale come quella cominciata nel 2001 da Giulio Tremonti e perfezionata nel novembre scorso da Mario Monti per assistere al taglio della spesa pubblica corrente dell’amministrazione statale
Manovre, lo Stato taglia a tutti ma continuerà a sprecare soldi – Non è bastata neanche una supermanovra triennale come quella cominciata nel 2001 da Giulio Tremonti e perfezionata nel novembre scorso da Mario Monti per assistere al taglio della spesa pubblica corrente dell’amministrazione statale. Complessivamente, tra decreti vari (98, manovra di luglio, 138 manovra di Ferragosto e 201, Salva-Italia) l’indebitamento netto dell’Italia si ridurrà del 5%, 81,329 miliardi di euro, tra il 2011 e il 2014. Ma secondo un’analisi del blog NoisefromAmerika su dati della Ragioneria generale dello stato, lo stato ha scaricato quasi tutto il peso dell’aggiustamento di bilancio sugli enti locali e previdenziali. Le nuove maggiori entrate messe insieme tra il 2011 e il 2014 (2,603 miliardi il primo anno, 40,25 il secondo, 52,142 il terzo e 53,661 il quarto) saranno per l’88,5% appannaggio dello stato centrale, che invece parteciperà con una quota di appena il 15,25% al taglio totale della spesa pubblica e con lo 0,8% del suo bilancio di parte corrente. Una percentuale irrisoria pur di fronte a uno sforzo di risanamento finanziario senza precedenti nella storia d’Italia anche se si considera la famosa (o famigerata, dipende dai punti di vista) manovra da oltre 103 mila miliardi di vecchie lire messa in campo dal 1993 dal governo guidato da Giuliano Amato. Se poi si esamina il solo decreto Salva-Italia presentato dall’esecutivo di Monti, si scopre che lo Stato ha usato la scure su regioni, comuni, province e pensioni e invece ha usato il piumino per dare appena una spolveratina alla sua spesa. I numeri della ragioneria generale dello stato dicono che la correzione dell’indebitamento netto fatta con il Salva-Italia ammonta a 21,430 miliardi, di cui circa il 70% di maggiori entrate e circa il 30% di minori spese. Le maggiori entrate vanno per il 60,9% allo stato, per il 25,6% agli enti locali e per il 13,4% agli enti previdenziali,e fin qui niente di particolare da osservare, Ma quando si parla di minori spese, la situazione cambia. I risparmi complessivi sono pari a 6,54 miliardi, eppure il sistema pensionistico dovrà tagliarne 6,96 e gli enti locali dovranno stringere la cinghia per altri 1,88 miliardi, per un totale di 8,84 miliardi, corrispondente al 135% della riduzione di spesa complessiva. È in questo surplus di risparmi, 2,317 miliardi tutti a carico degli enti, che si annida la sopresa. Questa somma, secondo i calcoli della Ragioneria generale e di NoisefromAmerika serve a finanziare maggiore spesa dell’amministrazione statale, che risulta quindi in aumento, anziché in diminuzione. Tornando al complesso delle manovre Tremonti-Monti, nel 2011-2014 l’amministrazione centrale contribuirà al taglio della spesa pubblica con poco più di 4 miliardi di euro (4,22 per la precisione) pari al 15,25% della riduzione totale, su un bilancio di previsione 2011 dello Stato che riporta spese finali di 532,6 miliardi di euro. In percentuale, si tratta di appena lo 0,79% della spesa statale 2011-14 al netto degli interessi.Incidenza che sale allo 0,86% se si esclude la spesa per investimenti, pari ad appena 42 miliardi, e si considera soltanto quella corrente. Spazio per incidere sugli sprechi senza accelerare troppo dal lato delle entrate, insomma, ce ne sarebbe stato. Ma la strada scelta è stata diversa.