Marco Lillo, il Fatto Quotidiano 18/4/2012, 18 aprile 2012
B. E LA FUGA DI NOTIZIE CHE HA FATTO SCAPPARE VALTERINO
Tra le tante domande che i magistrati di Napoli porranno oggi pomeriggio durante l’interrogatorio di garanzia a Valter Lavitola le più intriganti potrebbero riguardare la fuga di notizie che ha permesso all’imprenditore di sfuggire per 8 mesi alla cattura. Un’intercettazione farebbe pensare infatti che qualche giorno prima che divenisse di pubblico dominio la notizia dell’indagine, e ben dieci giorni prima degli arresti, un uccellino avrebbe avvisato Silvio Berlusconi e Valter Lavitola di quanto bolliva nel pentolone dei pm Woodcok, Piscitelli e Curcio.
“Non sono scappato per sfuggire al mandato di cattura”, aveva sempre dichiarato Valter Lavitola, sostenendo che si trovava per caso in Bulgaria per una missione commerciale insieme a imprenditori della grande distribuzione. Ora un’intercettazione telefonica della sua stessa voce lo smentisce. Lavitola era all’estero perché sapeva. Non solo. Anche Silvio Berlusconi, come lui, aveva avuto la notizia in anticipo – prima che Panorama la pubblicasse – da qualcuno bene informato.
L’INTERCETTAZIONE è riportata a pagina 154 dell’ordinanza di arresto del Gip Dario Gallo contro Lavitola e compagni eseguita lunedì scorso. Siamo nella notte tra il 28 e il 29 agosto del 2011, a mezzanotte e 44 minuti Valter parla al telefono con Annarita Vassalli, 44 anni, direttore commerciale della Corimec, una società che voleva subentrare ai partner iniziali del progetto delle carceri modulari da costruire a Panama. Lavitola non è ancora latitante: il primo ordine di arresto contro di lui e contro Gianpaolo Tarantini per estorsione ai danni di Silvio Berlusconi (accusa mutata poi in induzione alla testimonianza reticente) infatti sarà eseguito tre giorni dopo, il primo settembre, e solo per Gianpi.
Già dal 24 agosto Panorama, settimanale della Mondadori, azienda controllata dalla famiglia Berlusconi, aveva pubblicato un’anticipazione succosa dell’indagine napoletana contro l’editore de l’Avanti! e il compagno barese delle scorribande notturne del Cavaliere. Lavitola quando parla con Annarita Vassalli (che nulla ha a che fare con le sue inchieste) non è ancora latitante ma sa già cosa bolle in pentola. A un certo punto il discorso scivola dalle carceri a Panama ai rapporti tesi con Gianni Letta. Lavitola, per giustificare la sua scelta di non figurare nell’affare panamense, descrive alla Vassalli lo stato pessimo dei suoi rapporti con l’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio. Poi aggiunge che Letta avrebbe fatto un passo falso e in questo contesto spiega che la fuga di notizie su Panorama (probabilmente suggerita, secondo Valterino, dal sottosegretario per danneggiarlo) avrebbe avuto una conseguenza imprevista ai danni di Silvio Berlusconi. Quella fuga di notizie, secondo Valter Lavitola, avrebbe scoperto il gioco. E ora tutti si sarebbero accorti che l’ex premier e Lavitola sapevano da giorni dell’imminente arresto. Ecco cosa dice Lavitola ad Annarita Vassalli, due giorni prima di essere raggiunto mentre è all’estero da un’ordinanza di arresto: “Siccome Letta ha fatto un passo falso micidiale, ha messo nei guai Berlusconi impropriamente, tu ti rendi conto da sola no? Che se ti pubblica su Panorama una cosa del genere vuoi dire che io e Berlusconi lo sapevamo da tre quattro giorni prima, tanto è che non è un caso che io non ci stavo quando è uscita sta cosa”.
Lavitola sta dicendo che lui e Silvio Berlusconi sapevano quanto poi sarà pubblicato da Panorama il 24 agosto già 3-4 giorni prima, cioé dal 20-21 agosto: i giorni in cui il presidente Ricardo Martinelli si trovava in Sardegna a villa Certosa mentre Berlusconi e Lavitola – pur essendo in due località diverse – si sentivano telefonicamente per organizzare il tour dei governanti panamensi in Costa Smeralda.
POCO DOPO quel tour sardo, Lavitola prende il volo e al telefono dice all’amica, convinto di non essere intercettato: “Non è un caso che io non ci stavo quando è uscita la cosa” cioé la notizia. Chi ha informato Valter e Silvio? E cosa c’entra Gianni Letta, all’epoca sottosegretario con delega ai servizi segreti? A queste due domande potrebbe rispondere Lavitola oggi. Ma anche Silvio Berlusconi. E se Valter potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto indagato, il Cavaliere sarebbe costretto a dire la verità.