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 2012  aprile 18 Mercoledì calendario

RUFFINI: LA7 APRE A SANTORO E ASPETTO BENIGNI E FAZIO —

Paolo Ruffini, sei mesi da direttore de La7. Nostalgia della Rai? Capita a tanti, non sarebbe la prima volta...
«La7 è un posto bellissimo, lavoro molto bene con persone di ottimo livello professionale. Nostalgia? Bisogna sempre guardare avanti, avere tensione verso il futuro».
Ultimamente si parla dei flop della vostra tv. Che succede?
«Quali flop? Nel primo trimestre 2012, rispetto allo stesso periodo 2011, l’ascolto medio della giornata è aumentato del 2,6% e della prima serata del 5,6%. Il tg di Mentana è sopra l’8% di share. Corrado Formigli naviga sul 5,55%, Gad Lerner sempre sopra il 5, Lilli Gruber è tra il 5 e il 6. Il pubblico continua ad apprezzare la nostra vocazione da servizio pubblico: nessuno come noi cambia con rapidità la programmazione per seguire il disastro del Giglio, la crisi della Lega, gli annunci di Monti sul lavoro. La rete è in crescita e puntiamo a non rappresentare un exploit estemporaneo ma una realtà sempre più solida. Lo dimostra la pubblicità: la raccolta lorda del primo trimestre è a circa +26,5% mentre il mercato è a -6%. Il 2011 è stato chiuso a 3,85% contro il 3,09% del 2010. Un’annata eccellente».
Possibile che vada tutto bene?
«Il pomeriggio soffriamo. Proponiamo film, l’offerta digitale fa lo stesso. Per questo lavoriamo sul progetto innovativo con Cristina Parodi: un volto per noi nuovo, familiare».
È vero che Michele Santoro potrebbe approdare a La7 a settembre? Si parla di trattative a buon punto...
«Non nego che ci siano tentativi di contatti e che possano essercene in futuro. Ma parlare di trattative è fuori luogo».
Parliamo di Sabina Guzzanti. Molti giudicano il prodotto ripetitivo, le imitazioni sempre le solite. Che ne pensa?
«Il fatto che un editore decida di riportare in tv un personaggio scomparso dagli schermi da dieci anni per i noti motivi, rappresenta comunque una scelta di coraggio e di libertà. Sabina punta su cose sperimentate ma su altre molto innovative: come i trailer dei film inesistenti, sui nuovi talenti scelti al di fuori dei soliti circuiti. Il risultato è un 3,60%, in linea con la rete. Insomma, non parlerei di flop».
E Serena Dandini? Pare sia stato lei a farla traslocare da Raitre per il suo arrivo a La7. Ha trovato pezzi di Raitre...
«In realtà arrivando qui sono stato felice di trovare pezzi di Raitre: per esempio Serena, per la quale avevo perso una battaglia per tenerla a Raitre mentre l’amministratore delegato de La7, Giovanni Stella, le proponeva un contratto dopo il no della Rai».
La prima serata del sabato poteva funzionare meglio...
«Io sto ai fatti. Serena ci ha dato un punto in più rispetto al nostro sabato sera. Ciò non toglie che possiamo ragionare sul futuro, innovando, com’è nel nostro stile».
Daria Bignardi ha appena chiuso la sua trasmissione con una media del 4%. Davvero siete soddisfatti del risultato?
«Daria ha chiuso in linea con l’anno scorso, cioè col miglior ascolto mai registrato dalla sua trasmissione».
Il 14-15-16 maggio ospiterete Fabio Fazio e Roberto Saviano con «Quello che (non) ho», ospite fissa Luciana Littizzetto. Anche qui, non è un pezzo di Raitre approdato a La7?
«Fazio, Saviano e Littizzetto non sono un format né un prodotto. Sono personaggi che, puntando su una tv artigianale, uniti dalle stesse passioni, raccontano l’Italia con un registro colto ma anche popolare. Lo fanno dove c’è la libertà di farlo. Nel 2010 su Raitre. Nel 2012 è La7, con orgoglio, a ospitarli. Ci aspettiamo un bel programma senza l’ossessione degli ascolti».
Si parla di molti ospiti famosi. Chi verrà?
«Ci sono molti contatti. Roberto Benigni, proprio da Fazio, ha detto che verrebbe molto volentieri. È un grande, ne sarei felice, gli sono grato».
Come giudica la Raitre di questa stagione?
«Un’ottima rete con buona tv con cui è bello confrontarsi».
È vero che lei e l’amministratore delegato Giovanni Stella litigate spesso?
«Liti? Ci si confronta tra professionisti, con competenza, passione e lealtà. In realtà mi trovo benissimo a lavorare con lui e con il direttore generale Marco Ghigliani. Le discussioni avvengono solo tra persone vive e vitali».
Paolo Conti