Giovanni Caprara, Corriere della Sera 18/04/2012, 18 aprile 2012
IL DISCOVERY IN PENSIONE. LA NAVETTA SPAZIALE OSPITATA IN UN MUSEO - È
stato l’ultimo, piccolo volo dello shuttle Discovery. Decollato da Cape Canaveral, questa volta aggrappato alla fusoliera di un jumbo jet della Nasa, la sua destinazione però non era più il cielo nero del cosmo ma le grandi sale del Museo dell’aeronautica e dello spazio di Washington.
Era da poco spuntato il sole e il jumbo compiva un ampio giro a bassa quota per esibire il suo prezioso carico ad abitanti e turisti della Space Coast accorsi lungo le spiagge per assistere al malinconico evento. «Oh mio Dio — esclamava Lynne Rover con gli occhi al cielo — mi sento parte di un’America morente. Non riesco a immaginare che dobbiamo pagare i russi per portare nello spazio i nostri astronauti». «Era il gioiello di una grande potenza spaziale» commentava ironico alla Cbs Mike Mullane, uno degli astronauti del primo volo di Discovery nell’agosto 1984. Da allora l’astronave ha compiuto 39 missioni conquistando il record della piccola flotta spaziale. Si ricorderà soprattutto perché legata a importanti operazioni come il lancio del telescopio spaziale Hubble nel 1990 e per aver ospitato a bordo John Glenn all’età di 77 anni. E anche per un po’ di sapore italiano: dei suoi equipaggi ha fatto parte Paolo Nespoli nel 2007 e l’anno scorso, nell’ultima spedizione, ha portato sulla stazione spaziale il modulo Leonardo dell’Asi fabbricato a Torino. Ora farà sognare chi lo ammirerà nella sezione del Museo che ospita i grandi aerei vicino all’aeroporto Dulles.
Giovanni Caprara