Franco Bechis, Libero 18/4/2012, 18 aprile 2012
LA CASTA PIÙ CARA D’EUROPA
L’Italia è il paese in Europa in cui i partiti politici prendono più soldi pubblici e dove il costo della politica nazionale è da due a quattro volte superiore a quello dei concorrenti. Complessivamente sommando i contributi diretti ai partiti con stipendi e pensioni di deputati e senatori in Italia si spendono 615 milioni di euro all’anno, sei milioni in più della somma delle spese di Germania e Francia. I partiti politici in Italia ricevono ogni anno fra rimborsi elettorali e contributi ai gruppi parlamentari circa 254 milioni di euro, vale a dire 4,17 euro ogni abitante (neonati compresi). Una somma che è una volta e mezzo quello che ricevono direttamente i partiti tedeschi, due volte quello che ricevono i partiti spagnoli, tre volte quello che ricevono i partiti francesi e 32 volte quello che ricevono i partiti inglesi (il sistema britannico finanzia con soldi pubblici solo l’opposizione). Se si sommano gli stipendi e le pensioni di deputati e senatori ogni italiano paga 10,13 euro all’anno per mantenere la politica nazionale, contro i 4,41 euro pagati dai tedeschi, i 3,79 euro pagati dai francesi, i 2,74 euro pagati dagli spagnoli e l’euro e mezzo pagato dagli inglesi. Il confronto impietoso, che annienta tutti gli argomenti difensivi sia del trio Alfano-Bersani-Casini sia dei loro tesorieri, è contenuto in un voluminoso dossier dell’ufficio studi della Camera dei deputati sul finanziamento della politica in Europa, e naturalmente è ben noto ai diretti interessati. Ecco in sintesi come funziona paese per paese secondo le schede dello stesso dossier:
FRANCIA
Lo stanziamento per il contributo statale annuale ai partiti politici è stato invariato dal 1995 al 2007: circa 80,2 milioni di euro. Tuttavia, tra il 2003 e il 2007, in applicazione della Legge n. 2000-493, circa 7 milioni di euro non sono stati versati ai partiti per le sanzioni finanziarie inflitte per il non rispetto dell’obbligo della parità tra i sessi nell’accesso alle cariche elettive. Nel 2010 l’ammontare di tale contributo è stato di circa 74,8 milioni di euro. Per le elezioni dei componenti dell’Assemblea nazionale, il limite di spesa è fissato a 38.000 euro a candidato, cifra da maggiorare di 0,15 euro per ogni abitante della circoscrizione elettorale. Una volta individuato il limite di spesa, il sistema dei rimborsi elettorali segue un doppio binario: rimborso effettivo delle spese connesse alla campagna ufficiale. Tale rimborso avviene dopo il deposito dei conti ed è subordinato all’avvenuto ottenimento per un candidato di almeno il 5% dei voti per le elezioni legislative; rimborso forfettario che spetta ai soli candidati che abbiano ottenuto almeno il 5% dei suffragi nel primo turno elettorale e siano in regola con le disposizioni di legge in materia di dichiarazione delle spese elettorali. Il rimborso è pari al 50% del limite di spesa fissato per ciascun candidato. L’ammontare complessivo del rimborso forfettario dello Stato ai candidati alle elezioni legislative è stato di 43.137.676 euro.
GERMANIA
Qui la Corte costituzionale ha vietato quel che è avvenuto in Italia: chiamare legge sui rimborsi elettorali quella che invece è finanziamento pubblico ai partiti. A loro viene dato un contributo in parte proporzionale ai voti ricevuti, in parte ai finanziamenti privati ottenuti. In ogni caso il finanziamento pubblico complessivo non può superare i 133 milioni di euro l’anno. In Germania esistono anche le fondazioni politiche, Vengono finanziate in due modi: con un contributo fisso e uno legato ai progetti presentati. Il primo contributo fisso è di circa 90 milioni di euro: le fondazioni politiche non possono pagare con quelli né attività dei partiti né campagne elettorali, e le regole sono ferree. In ogni caso li abbiamo inseriti nel calcolo. Il ministero della cooperazione poi stanzia 233 milioni per associazionismo confessionale, associazioni varie e numerose tipologie di fondazioni, tra cui quelle politiche. Sono fondi che non possono essere considerati, perché spendibili solo all’estero per progetti approvati di cooperazione allo sviluppo.
GRAN BRETAGNA
Alla House of Commons, finanziamento dei partiti di opposizione attraverso contributi per lo svolgimento dell’attività parlamentare; una dotazione riservata al leader dell’opposizione e contributi ai partiti di opposizione per le spese di viaggio.
SPAGNA
Le spese sostenute per la campagna elettorale non possono superare il limite fissato dal legislatore.Tale limite di spesa viene calcolato moltiplicando una cifra data per il numero di abitanti della circoscrizione nella quale la formazione politica concorre. Per le spese di propaganda vengono fissati due ulteriori limiti:
– non si può spendere più del 20% (25% fino al 31 gennaio 2011) della somma limite per pubblicità c.d. esterna (es. manifesti);
– non si può spendere più del 20% della somma limite per propaganda su mezzi di comunicazione privati.
Franco Bechis