Maurizio Caverzan, il Giornale 16/4/2012, 16 aprile 2012
Stessa coppia, stessa musica Meno polemiche, più parole - «Se farai ancora Vieniviaconme , verrò gratis alla prima puntata »
Stessa coppia, stessa musica Meno polemiche, più parole - «Se farai ancora Vieniviaconme , verrò gratis alla prima puntata ». L’ha buttata lì, con la sua solita aria furbetta Roberto Benigni, ospite ieri sera di Fabio Fazio a Che tempo che fa . Il programma si rifà, è noto, anche se si chiamerà in un altro modo. E dunque, è assai probabile che il comico toscano farà da superospite nella puntata d’esordio. Saranno due, forse tre serate consecutive, in onda su La7, trasmesse dalle Officine Grandi Riparazioni di Torino il 13, 14 e forse anche il 15 maggio. In concomitanza con il Salone del Libroche si tiene nel capoluogo piemontese. Quello che (non) ho sarà però molto diverso da Vieniviaconme , il programma al quale s’ispira e che nell’autunno del 2010 stabilì il record d’ascolti di Raitre (31,60 per cento alla terza puntata). Ma che infranse pure il record di polemiche. Come non ricordare la denuncia di Saviano delle infiltrazioni della ’ndrangheta nel Nord, cui volle replicare l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni. Oppure la querelle seguita all’ospitata di Peppino Englaro e il successivo rifiuto di ascoltare anche le associazioni cattoliche Pro-vita. Rispetto a un anno e mezzo fa, ci sarà la continuità dei protagonisti, Fabio Fazio e Roberto Saviano, e del direttore di rete Paolo Ruffini che nel 2010 guidava Raitre e oggi dirige La7. Ci sarà l’analogia dell’ispirazione attinta da un brano musicale, di Paolo Conte un anno e mezzo fa, di Fabrizio De André ora. Insomma, ci sarà una continuità ispirativa e ideale, ma molte condizioni saranno diverse. Innanzitutto, la rete che trasmette il programma. La Rai si è clamorosamente a autolesionisticamente lasciata sfuggire un format di grande successo (anche su questo ieri sera Benigni si è divertito: non riesco a pensare che ci sia una persona che si è fatta scappare uno spettacolo così). Perciò ora se ne gioverà la concorrenza. Ma è indubbio che La7 non potrà avere una platea così larga come quella fornita dal Terzo canale pubblico. Poi è lo scenario esterno ad esser cambiato di molto. È cambiato l’assetto politico del Paese, si è acuita la crisi, siamo governati da dei professori zelanti e parecchio noiosi. Tutti motivi per cui i numeri di Vieniviaconme saranno irripetibili. Così, tanto per cominciare, non ci saranno più gli elenchi, che allora contenevano le ragioni della protesta, i motivi per i quali lasciare l’Italia o scegliere di restare. Stavolta il riferimento a Quello che non ho della canzone di De André ( Quello che non ho è una camicia bianca/ quello che non ho è un segreto in banca/ quello che non ho sono le tue pistole/ per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole) potrebbe trasmettere un senso di mancanza, il percorso di una ricerca, di qualcosa che non ci rende appagati. Sarà un programma «di cultura in senso ampio, un programma di parola», è trapelato nei giorni scorsi. Niente varietà, poca politica. Non si dovrebbe tornare nemmeno sulle polemiche con la Lega e l’ex ministro Maroni. Ai vari ospiti, scrittori, attori e cantanti, Fazio e Saviano chiederanno qual è la loro «parola cara», quella che sta loro più a cuore e perché. A Benigni, in tour promozionale per il film di Woody Allen To Rome with Love e in procinto di riprendere le serate dantesche a Firenze, Fazio l’ha chiesto già ieri sera. «La mia parola è anatroccolo », ha risposto il premio Oscar, ricordando un aneddoto della sua infanzia quando, tornato dalla guerra in Germania, suo padre cadde in coma. La mamma, non avendo denaro per comprare le medicine, mandò le sorelle di Roberto con quattro anatroccoli, tutto ciò che aveva, a implorare la guarigione alla Madonna. «Il giorno dopo mio padre si svegliò. Magari si sarebbe svegliato ugualmente, ma da quel giorno la mia parola prediletta è anatroccolo». Chissà se gli altri ospiti di Quello che (non) ho avranno aneddoti altrettanto pregnanti...