Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 16 Lunedì calendario

I medici vanno a scuola di sopravvivenza: troppe cause milionarie - Pronto soccorso: il medico spe­cialista in vascolare visita la pa­ziente anziana che accusa dolore al piede

I medici vanno a scuola di sopravvivenza: troppe cause milionarie - Pronto soccorso: il medico spe­cialista in vascolare visita la pa­ziente anziana che accusa dolore al piede. Controlla, esegue esami da protocollo, le prescrive un far­maco per la circolazione. La signo­ra torna a casa e sta già meglio. Ma il giorno dopo entra in coma e muore. I suoi parenti denunciano il medico in sede penale e parte l’iter processuale.Dopo mesi di at­tesa, legali ingaggiati e denaro pubblico e privato sprecato, il pm archivia il caso. Il medico però ha passato mesi da incubo, additato in ospedale come quello che «for­se » ha sbagliato. Ecco, di queste storie vere se ne contano a migliaia in Italia. La sfi­ducia nella classe medica è ormai diffusa tra la gente e molti pazienti si rivolgono all’avvocato anche quando non ce n’è motivo.Così le denunce piovute sulla sanità si so­no moltiplicate crescendo del 300% in soli otto anni. E se anche nove cause su dieci vengono archi­viate, questo clima da caccia alle streghe disorienta i medici. Che chiedono aiuto agli esperti. L’al­tro ieri, per esempio, una bella fet­ta della categoria si è presentata a Roma al corso di «sopravvivenza medico –mediatico-giuridico-as­sicurativo »organizzato dall’Ama­mi, l’associazione dei medici ac­cusati ingiustamente di malprac­tice . Dietro i banchi di scuola, si contavano professionisti di alto li­vello. Molti ortopedici, chirurghi estetici, ginecologi. L’obiettivo è quello di orientarsi tra burocra­zia, assicurazioni e leggi, ma an­che tra le diverse psicologie dei pa­zienti. I medici hanno avuto la pos­sibilità di confrontarsi con esperti di medicina legale, avvocati, magi­strati. Ma anche giornalisti, per­ché - spiega Maurizio Maggiorot­ti, presidente di Amami - per sot­trarsi alla «gogna mediatica serve una strategia comunicativa». Dunque, i medici dovrebbero diventare più diplomatici, un po’ più scaltri ma dovrebbero sforzar­si di essere più umani in studio o in corsia. Il più delle volte, invece, la risposta al paziente impaurito o aggressivo è reattiva e difensiva: un medico, per esempio, ha rifiu­tato l’intervento su una paziente perché lei in passato aveva denun­ciato un suo collega. Ma accanto al caso limite, esiste un esercito di professionisti che si difende in mo­do più silenzioso. Un’indagine della Commissione parlamenta­re d’inchiesta sugli errori sanitari rileva che quasi il 70% dei medici propone un ricovero non necessa­rio mentre­sei su dieci suggerisco­no più esami del dovuto. Ma Man­g­iarotti sbotta: «La medicina di­fensiva ormai è obbligatoria. Un medico è stato condannato per­ché di fronte a una cefalea non ha sospettato che ci fosse un aneuri­sma di arteria cerebrale. Secondo i giudici, insomma, anche se un evento è improbabile bisogna co­munque prevederlo e prescrivere ogni volta esami lunghi e costosis­simi ».