Claudio Borghi, il Giornale 16/4/2012, 16 aprile 2012
La Gabanelli e tutti gli illusi che vogliono abolire i contanti - Avolte le illusioni ritornano. Questa volta ci ha pensato Milena Gabanelli che ha riproposto l’abolizione del contante come soluzione a tutti i mali che ci affliggono
La Gabanelli e tutti gli illusi che vogliono abolire i contanti - Avolte le illusioni ritornano. Questa volta ci ha pensato Milena Gabanelli che ha riproposto l’abolizione del contante come soluzione a tutti i mali che ci affliggono. Secondo questa curiosa teoria se tutto si pagasse con carta di credito potremmo avere addirittura 150 miliardi in più di gettito fiscale, per poter lastricare d’oro le strade.È un sogno parallelo a quello della Tobin tax, la famosa tassa sulle transazioni finanziarie. In realtà il mondo è differente da quello dei sogni dove basta vietare e tassare per ottenere schiere di angioletti. Vediamo perché. Prima di arrivare alla soluzione estrema dell’abolizione delle banconote cominciamo con l’esaminare il senso delle limitazioni all’uso del contante: nessun malaffare «che si rispetti» viene gestito con carta di credito o assegno. È da gonzi pensare che lo spacciatore paghi la droga col bancomat o il ricettatore faccia un bonifico con casuale «incasso refurtiva»,allo stesso modo chi incassava somme in nero continuerà a farlo che il limite sia a 10mila euro o a mille. Le soglie di tracciabilità sono andate su e giù come la marea a seconda del livello di demagogia fiscale dei governi ma nulla è cambiato nella propensione all’evasione. Mettere vincoli addizionali ottiene il semplice risultato di aggravare pastoie e commissioni per l’onesto, lasciando del tutto indifferente il disonesto che continua esattamente a comportarsi come prima. Illusione massima poi è quella di supporre che se, con una magìa, domani tutti pagassero con la carta, si incasserebbero i famosi 150 miliardi. Per capire quanto grossolano sia l’errore basti pensare che il valore totale delle banconote presenti in Italia è solo 100 miliardi ( e già qui casca la Gabanelli) ma la nostra pressione fiscale è calcolata sul Pil: aggiungendo ulteriori introiti fiscali pari al 10% del prodotto interno lordo si otterrebbe un dato incompatibile con qualsiasi attività economica di larga scala. In parole povere per molte attività il gettito andrebbe a zero perché semplicemente chiuderebbero. L’unico modo di premiare i contribuenti onesti senza schiacciare l’economia è la riduzione fiscale finanziata con il taglio delle spese machissàperchélesoluzionisem-plicicomequestasonomenoaffa-scinantidelleteoriefantascientifi-che. Torniamo al contante: ai so-stenitoridiideeradicalicomeque-staolaTobinTaxsfuggechelacon-dizionenecessariaperraggiunge-reloscopofinaleèchelostessodi-viet sia recepito globalmente, altrimenti molto semplicemente le transazioni si sposterebbero in un’altra valuta o in un altro Paese. È concepibile pensare che tutto il mondo, dalla Cina agli Usa, ripudi contemporaneamente il contante per fare una cortesia a noi? Se la risposta è no è inutile anche soltanto distrarci dai problemi veri per dedicarci a queste fantasie, senza contare che il malaffare è esistito ben prima dell’invenzione del denaro e basterebbe scambiarsi oro o beni di qualsiasi altro tipo per aggirare le limitazioni. Ogni restrizione unilaterale avrebbe come unico effetto la fuga di capitali: il monitoraggio da stato di polizia dei conti correnti, concesso all’Agenzia delle entrate è un unicum in Europa e infatti, grazie al parallelo inasprimento delle tasse, il trasferimento del denaro all’estero sta raggiungendo livelli record e le conseguenze della fuga saranno ben superiori agli introiti fiscali delle ispezioni. C’è poi un ultimo aspetto decisivo: larghe fasce di popolazione semplicemente non sono pronte a gestire la smaterializzazione del contante, dal punto di vista dei pagamenti e degli incassi e, specialmente per gli anziani, probabilmente mai lo saranno. Ovvio che nel mondo dorato della signora Gabanelli e dei suoi seguaci le carte di credito abbondino, tuttavia l’Italia«normale»non funziona così. Basti pensare che molti di quelli che vagheggiano l’abolizione del contante erano in prima fila a contestare la decisione di pagare le pensioni solo su conto corrente perché «non si possono obbligare i vecchi a procedure che non conoscono ». È la stessa storia di quelli che invocano i tagli alla spesa ma si indignano se si toccano i pensionati e gli statali (come se le spese non fossero soprattutto quelle). Tutte ottime idee, basta che si applichino agli «altri». Il contante si potrà abolire con un percorso globalmente condiviso e pluriennale: per l’Italia i nodi verranno al pettine molto prima.