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 2012  aprile 16 Lunedì calendario

Scandalo squillo, coinvolti anche i corpi speciali Obama: indagine rigorosa - Lo scandalo delle prostitute pagate dagli agenti del servizio segreto del presidente americano si allarga a cinque militari e Barack Obama confessa forte irritazione per quanto avvenuto: «Mi aspetto un’indagine rigorosa, se le accuse dovessero essere confermate sarei molto arrabbiato»

Scandalo squillo, coinvolti anche i corpi speciali Obama: indagine rigorosa - Lo scandalo delle prostitute pagate dagli agenti del servizio segreto del presidente americano si allarga a cinque militari e Barack Obama confessa forte irritazione per quanto avvenuto: «Mi aspetto un’indagine rigorosa, se le accuse dovessero essere confermate sarei molto arrabbiato». Sono almeno cinque i militari che avrebbero partecipato ai festini e sono stati confinati nei propri alloggi a Cartagena, in Colombia. Si tratta di soldati con «mansioni speciali» che spesso vengono affiancati ai servizi segreti perché si tratta di tiratori scelti in grado di vegliare a distanza sul presidente. Possono anche essere addestrati all’uso di armi speciali per seguire il presidente in ogni suo spostamento, al fine da proteggerlo da qualsiasi pericolo. Ronald Kessler, autore del libro «In the President’s Service» sul servizio segreto, parla del «più grande scandalo di tutti i tempi» per la particolare agenzia di intelligence che difende l’inquilino della Casa Bianca, perché i dodici agenti e i cinque militari coinvolti sono fra i più selezionati e meglio addestrati a disposizione delle forze armate. Sono questi i motivi che hanno spinto Obama a intervenire sulla vicenda durante la conferenza stampa conclusiva del summit delle Americhe: «Mi aspetto che un’inchiesta rigorosa faccia piena luce, se fosse vero ciò che si dice sarei molto arrabbiato. Quando ci rechiamo all’estero rappresentiamo non solo noi stessi ma l’intero popolo americano e mi aspetto che vengano quindi rispettati gli standard più alti di comportamento, mentre quanto è stato riportato ovviamente li contraddice». Peter King, combattivo presidente repubblicano della Commissione Sicurezza Interna della Camera dei Rappresentanti, promette un’indagine del Congresso su quanto avvenuto all’Hotel Caribe di Cartagena. A far scoprire i festini è stato il diverbio fra un agente e una prostituta: non si erano messi d’accordo sul pagamento e alle 7 del mattino lei era ancora dentro la stanza di lui sebbene i regolamenti dell’albergo prevedano che per quell’ora tutti gli «ospiti» devono essersi allontanati. Il direttore dell’albergo è andato a verificare e, una volta compresa la situazione, ha chiamato la polizia che è intervenuta e ha redatto un rapporto che è stato presentato in copia all’ambasciata degli Stati Uniti a Bogotà. È stato allora che il servizio segreto si è accorto dell’incidente e ha informato il quartier generale di Miami, innescando la decisione di richiamare i dodici agenti e sostituirli con altrettanti in servizio a Miami e Porto Rico. Il vicedirettore del servizio segreto, Paul Morrissey, promette «tolleranza zero» nei confronti degli 007 coinvolti perché, come spiega King, «si sono esposti al rischio di essere ricattati a vita mettendo a rischio la sicurezza loro e del presidente». La facilità dell’accesso degli 007 alle prostitute si spiega con il fatto che l’Hotel Caribe si trova a Bocagrande, sulla spiaggia di Cartagena, in una delle «zone di tolleranza» dove le autorità permettono la compravendita di prestazioni sessuali per attirare i turisti. Agenti segreti e militari erano giunti nell’albergo una settimana prima dell’arrivo dello staff del presidente.