Isabella Bufacchi, Il Sole 24 Ore 15/4/2012, 15 aprile 2012
IL TESORO ALLA PROVA DELLE MAXI-ASTE
Oggi scadono 15,06 miliardi di un vecchio BTp quinquennale e tra due settimane, il 30, andranno in scadenza CTz per 12,2 miliardi: con il pagamento di questi 27,26 miliardi, l’Italia salderà il conto dell’anomala sequenza di maxi-rimborsi di titoli a medio-lungo termine per un totale di 90,8 miliardi concentrati tra febbraio e aprile. Superato questo muro - grazie a una trentina di miliardi di emissioni nette di BoT, all’iniezione di liquidità straordinaria con i rifinanziamenti LTRO a tre anni della Bce e ai 7,9 miliardi extra raccolti al dettaglio con il BTp Italia - il cammino del Tesoro nella veste di primo debitore sovrano europeo si presenta nei prossimi mesi comunque impervio.
Il fitto calendario delle aste e dei rimborsi dei titoli di Stato italiani (dal 16 aprile al 30 giugno scadono tra l’altro 60 miliardi di BoT) resta esposto alle raffiche dei venti destabilizzanti di una fitta catena di eventi italiani ed europei di natura politica, economica e finanziaria: le elezioni in Italia, Francia, Germania e Grecia, i nodi irrisolti sui conti pubblici e sulla ricapitalizzazione delle banche in Spagna, il referendum irlandese sul fiscal compact, il contributo Fmi alla crisi europea, la nascita dell’Esm sono soltanto alcune delle fonti di turbolenza e di possibile contagio sul rischio-Italia.
In un’era in cui i titoli di Stato senza rating "AAA" stentano a rientrare nella categoria degli strumenti di investimento "safe haven" (bene rifugio), l’Eurozona non riesce a frenare in maniera incisiva l’ascesa del debito pubblico nella gran parte dei suoi Stati membri: per problemi di deficit/Pil e di crescita fiacca o inesistente. I mercati quindi sono costretti a dare un peso notevole e crescente alle elezioni europee, perchè in prospettiva occorreranno Governi forti e stabili e forze politiche coese per marciare senza esitazione sul doppio percorso del risanamento dei conti pubblici con rigore fiscale e delle riforme strutturali per la crescita. Il "rischio-implementazione" ha scalato molti gradini e si è arrampicato in cima alla classifica delle minacce per i mercati finanziari.
Le elezioni presidenziali francesi saranno determinanti, perchè incideranno sull’asse Parigi-Berlino nella gestione della crisi europea e perchè l’obiettivo del pareggio di bilancio dei conti pubblici francesi (con debito/Pil già salito enormemente) è in bilico tra il 2016 di Sarkozy e il 2017 di Hollande. Le elezioni amministrative in Italia il 6 e 7 maggio saranno seguitissime anche all’estero perchè la domanda chiave per i sottoscrittori dei BTp non-residenti riguarda il futuro del Governo Monti e la possibilità che rimanga in sella dopo le elezioni generali. La riforma del mercato del lavoro è soppesata dai mercati esteri come un banco di prova per Monti, per valutarne la forza riformatrice. I mercati si aspettano che l’Italia centri l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 e resta da vedere se sarà tollerato uno sforamento lieve per non strangolare la crescita. Altrettanto importante è l’economia in Italia, Spagna e Francia nelle prossime settimane.
La Spagna intanto è chiamata a chiarire tra fine aprile e maggio, a Bruxelles e ai mercati, come intende centrare l’obiettivo del 5,3% di deficit/Pil quest’anno dopo aver sforato clamorosamente quello del 2011 (8,51% contro il 6% previsto da Zapatero). Maggiore trasparenza sarà d’obbligo nella gestione delle finanze locali e nella ricapitalizzazione delle banche, quest’ultima considerata dai mercati uno spartiacque sulla necessità o meno della Spagna di richiedere aiuti finanziari esterni. La Spagna comunque ha già coperto il 47% del suo programma di raccolta a medio-lungo termine 2012: restano 46 miliardi su 86. L’Italia, con la tornata delle aste di fine aprile, dovrebbe avvicinarsi al 40% del suo programma (80 miliardi già raccolti al 13 aprile su circa 200 attesi) ma essendo il primo Stato debitore nell’Eurozona sarà anche il primo contagiato dai problemi esterni, spagnoli, francesi, portoghesi o greci. Anche le elezioni in Grecia possono avere effetti destabilizzanti se, come risultava dai sondaggi ieri, i due principali partiti messi assieme avrebbero solo il 33% dei consensi. L’elettorato è contro l’austerity.
Infine, progressi o retromarce sull’avvio del fondo Esm, sui contributi Fmi e sulla disponibilità della Bce a rispolverare le misure non-standard per risolvere la crisi europea restano centrali.