G. Cap , la Repubblica 15/4/2012, 15 aprile 2012
Cinque minuti di fatale ritardo "La macchina dei vigili urbani ha bloccato l’ambulanza" – PESCARA - La sede dei vigili urbani della città di Pescara la sera della tragedia sembra un fortino sotto assedio
Cinque minuti di fatale ritardo "La macchina dei vigili urbani ha bloccato l’ambulanza" – PESCARA - La sede dei vigili urbani della città di Pescara la sera della tragedia sembra un fortino sotto assedio. Fuori dai cancelli ci sono pattuglie di polizia e carabinieri a sorvegliare, per far in modo che la rabbia degli ultras delle due squadre (Pescara e Livorno) non prenda il sopravvento. Dentro la caserma, invece, è in corso una riunione drammatica. Il comandante Carlo Maggitti ha chiamato a raccolta tutto il personale presente allo stadio. Sotto accusa c’è un auto di servizio della polizia municipale che durante la partita ha bloccato l’ingresso all’ambulanza che doveva soccorrere Piermario Morosini. E forse, quei cinque minuti di ritardo sono stati fatali. In quei secondi drammatici un vigile del fuoco è stato costretto a rompere il vetro dell’auto per riuscire a spostare la macchina e far passare così l’ambulanza. E ora non c’è solo più la rabbia degli ultras per la vicenda, ma anche un’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara. Il sostituto procuratore Valentina D’Agostino, che coordina le investigazioni sul caso, ieri sera ha già ricevuto una dettagliata relazione della polizia giudiziaria riguardo l’auto con foto e video. Ora si cercherà di capire anche attraverso l’autopsia - che verrà eseguita probabilmente lunedì - se quei minuti sono stati davvero decisivi a causare la morte del giovane calciatore. Anche l’amministrazione comunale della città ha avviato un’indagine. Un’indagine interna: «Se qualcuno ha sbagliato, pagherà...», ha assicurato ai microfoni, davanti al fuoco di domande sulla questione, il sindaco di Pescara Albore Mascia. E la resa dei conti è iniziata proprio ieri sera. L’ufficiale che guidava l’auto è stato individuato e le persone che lo conoscono e che gli sono state vicine dopo la tragedia raccontano che sia distrutto dal dolore. Certo è che comunque non solo ha bloccato l’ingresso del campo, ma, seppure ufficialmente "in servizio", si è allontanato dall’auto al punto che nei momenti cruciali i vigili del fuoco presenti hanno dovuto rompere il vetro per spostare la macchina. Ma le prime dichiarazioni dei medici del pronto soccorso assicurano che «non ci sono stati ritardi determinanti». Il primario di cardiologia dell’ospedale di Pescara, Leonardo Paloscia che ha soccorso il giovane calciatore butta acqua sul fuoco delle polemiche: «Quei quattro o cinque minuti di ritardo sono stati ininfluenti. Il ragazzo ha avuto a mio avviso un arresto cardiaco immediato. Nonostante un’ora e mezza di tentativi il suo povero cuore non ha più battuto un colpo. Gettare adesso la croce addosso al vigile mi sembra troppo». «Sul campo avevamo tutto, ossigeno e due defibrillatori», ha confermato lo stesso medico del Pescara, Ernesto Sabatini. «Quando c’è un arresto cardiaco, come nel caso di Morosini, prima bisogna fare il massaggio cardiaco, per almeno un paio di minuti: poi, se ci sono segnali elettrici, allora entra in funzione il defibrillatore. Ma sul campo il defibrillatore non è stato usato perché è uno strumento che rileva automaticamente gli impulsi, e come in questo caso se non c’è impulso la macchina non parte».