Bruno Tinti, il Fatto Quotidiano 15/4/2012, 15 aprile 2012
COSÌ IL GOVERNO RISCHIA DI SALVARE B. E I SUOI SIMILI
Ho imparato sulla mia pelle (riforma della legge penale tributaria del 2000) che è sempre meglio tenersi le leggi che ci sono piuttosto che farne fare di nuove al Parlamento. Considerato il tasso di malaffare della cosca, è una costante: le nuove leggi sono sempre più favorevoli ai politici delinquenti e ai loro amici.
Prendiamo la riforma dei reati di concussione e corruzione preannunciata dal ministro Severino. Ho già scritto che la concussione è un’estorsione: il pubblico ufficiale, forte del suo potere, minaccia o addirittura usa violenza a un cittadino per costringerlo a dargli o promettergli denaro o altra utilità. La corruzione è un inciucio; il cittadino dà o promette al pubblico ufficiale denaro o altra utilità per ottenere qualcosa: una licenza edilizia, un appalto, la cancellazione di una contravvenzione, qualsiasi cosa il pubblico ufficiale possa concretamente fare. Nel caso della concussione è punito solo il pubblico ufficiale che minaccia o usa violenza; nel caso della corruzione sono puniti entrambi: il cittadino che offre e il pubblico ufficiale che riceve denaro.
In mezzo c’è una concussione un po’ speciale, che abbiamo solo in Italia: la concussione per induzione. Significa che il pubblico ufficiale che vuole una cosa non ti minaccia né ti usa violenza. Si limita a chiedertela. Ma tu sai che lui è potente, che può aiutarti o danneggiarti; e gliela dai nella speranza (visti i tempi, è una certezza, perciò la giurisprudenza la chiama concussione ambientale) che ti aiuti. È questo particolare reato che ci ha causato guai con l’Ocse e Strasburgo. Perché a loro (che rappresentano paesi civili dove la legalità è un valore importante) non piace per niente che al cittadino che favorisce indebitamente il pubblico ufficiale potente, nella speranza di ottenere un’utilità futura, non gli succeda nulla.
RICORDATE? la concussione non prevede pene per chi “obbedisce”; e la concussione per induzione sempre concussione è.
Così il governo tecnico si è applicato al problema; e, non sufficientemente convinto della
sua forza e autorevolezza, sta immaginando testi di legge che accontentino tutti. Tutti i partiti, intendo. E siccome è impensabile che i tacchini organizzino la festa del Ringraziamento (non mi ricordo più chi ha inventato questa fantastica metafora), ne consegue che ne sta
uscendo una schifezza.
L’idea è di abrogare la concussione per induzione e creare un reato nuovo: “L’indebita induzione, da parte del pubblico ufficiale, a dare o promettere utilità abusando dei suoi poteri e della sua qualità”. Che è esattamente quello che sta scritto oggi nell’art. 317. A prima vista dunque andrebbe tutto bene. Ma, se io fossi un avvocato, uno di quelli che contano , uno di
quelli che dicono che con le nuove norme non cambierà niente e che si guardano bene dal protestare, ecco, aspetterei che la nuova norma diventasse legge e poi direi che, siccome il legislatore non fa le leggi a caso, senza pensare (ci pensa, eccome se ci pensa, solo che pensa al male), evidentemente aver riscritto il reato di concussione per induzione vuol dire che quello vecchio è diverso da questo nuovo; se no era inutile riscriverlo. Quindi, in applicazione dell’art. 2, 2° comma codice penale (non si può essere puniti per un fatto che secondo una legge posteriore non costituisce più reato), spiegherei che tra le due leggi, quella vecchia e quella nuova, non c’è “continuità normativa”; cioè, il reato nuovo è cosa diversa da quello vecchio. Conseguenza: l’imputato non può essere condannato. Naturalmente così non è; ma io mi ricordo la fine che hanno fatto gli utilizzatori di fatture false quando la vecchia legge fu sostituita con quella che avevo scritto io: tutti assolti perché “non c’era continuità normativa”. Come minimo si finisce davanti alla Cassazione a Sezioni Unite. Così non solo B. ma molti suoi C, Papa, Ponzoni, Del Turco, Tedesco (ma chissà quanti sono) si vedono aprire un fruttuoso filone di difesa.
SI POTREBBE fare diversamente? Si che si potrebbe. Si potrebbe lasciare tutto com’è e aggiungere un comma all’art. 317 (quello che prevede la concussione): “chi, indotto dal pubblico ufficiale che abusa della sua qualità e del suo potere, gli dà o gli promette denaro o altra utilità, è punito ….” Così Ocse e Strasburgo sarebbero contenti (il cosiddetto concusso è finalmente punito) e noi usciremmo dal ghetto dei paesi fondati sull’illegalità. Tutto il resto resterebbe tale e quale e B&C avrebbero una freccia in meno nel loro arsenale.
Le “riforme condivise” (ma io speravo che con il governo tecnico gli inciuci fossero finiti) hanno portato anche alla previsione di pene ridicole. Vanno bene solo quelle previste per la “vecchia” concussione: da 6 a 12. Ma il nuovo reato di concussione per “induzione” prevede pene da 3 a 8 anni (non per B&C, a loro, se pure fossero condannati, si applicherebbero le vecchie pene); che vuol dire un termine di prescrizione di meno di 10 anni. E tutti (Severino che è avvocato compresa) sanno che non ce la si fa a finire un processo del genere in tempo. Non parliamo di quello che si fa “indurre” e che l’Ocse vuole che venga stangato; dovrebbe essere punito fino a 3 anni. Cioè, come ho spiegato tante volte: pena pecuniaria, comunque niente prigione (sia preventiva che definitiva; c’è la sospensione condizionale e tutto l’armamentario del codice penale e dell’ordinamento penitenziario) e niente intercettazioni. Ce ne sono altre di schifezze, ma per oggi finiamola qui.