Caterina Maniaci, Libero 15/4/2012, 15 aprile 2012
IL PAPA PIÙ VECCHIO DEL SECOLO RIFIUTA LA FESTA DI COMPLEANNO
Ottantacinque anni, domani: un traguardo, anche in senso storico, per papa Benedetto XVI, in quanto è ora il Pontefice più anziano degli ultimi cento anni ed il sesto dal 1400. Ottantacinque anni e sette anni di pontificato: un bel bilancio per quello che doveva essere, secondo tanti specialisti, un pontificato di “transizione”, di passaggio.
E questo compleanno sarà festeggiato con «una festa in famiglia». È stato lo stesso Pontefice a raccomandarsi:«Non voglio grandi celebrazioni». Parola di don George Gaenswein, il segretario particolare del Pontefice, che in un’intervista rilasciata al settimanale Gente ha rivelato: «Non ci saranno festeggiamenti solenni in Vaticano per il compleanno del Papa. Piuttosto una festa in famiglia. Come lui stesso ha chiesto: "Per favore non voglio grandi celebrazioni", ha detto a noi collaboratori».
«Il 16 aprile è lunedì, un normale giorno di lavoro, e lui non interrompe mai la routine quotidiana. Sarà però un giorno molto bavarese», ha aggiunto monsignor Gaenswein. E ci sarà, ovviamente, il fratello del Papa, monsignor George, che di recente ha scritto un libro, «Mio fratello, il Papa», (Piemme edizioni) insieme allo storico del Cristianesimo, Michael Hesemann, in cui racconta molti dettagli della vita quotidiana di Joseph Ratzinger, la sua semplicità e frugalità, la celebre passione per la musica – condivisa con il fratello – le vacanze trascorse insieme... Rivelando una “passione” inconsueta: quella per la serie televisiva “Il commissario Rex”, protagonista un cane pastore tedesco, forse in mancanza di una fiction sui gatti che – questo invece è noto – piacciono moltissimo a Ratzinger.
Insomma, festeggiamenti sì, ma in tono dimesso. Del resto, Benedetto XVI sta anche riprendendosi da un periodo particolarmente faticoso: l’impegnativo viaggio in Messico e a Cuba, il ritiro quaresimale, le celebrazioni per la Pasqua. Nei giorni scorsi, quindi, si è trasferito nella residenza di Castelgandolfo, per qualche giorno di riposo e di tranquillità, da cui è rientrato ieri anticipatamente, proprio per l’arrivo del fratello. E l’Osservatore Romano, proprio per rivolgere gli auguri al Pontefice e per documentare la semplicità (e forse il senso del tempo che passa e degli anni che si accumulano) dei fratelli Ratzinger, pubblica una foto simbolica: una piccola cappella nella quale due anziani sono seduti vicini, entrambi raccolti in preghiera, ripresi di spalle mentre recitano le lodi.
Da mesi circolano voci, quando più quando meno, allarmistiche sulla sua salute e sulla sua stanchezza. Il fatto che sia apparso più volte in pubblico su una pedana, ad esempio, ha fatto pensare a problemi di deambulazione. E poi si è parlato più volte delle sue possibili dimissioni. Benedetto XVI sulla delicatissima questione ha rotto un tabù. Nel libro "Luce del Mondo" del 2010, il Papa mette in chiaro che un Pontefice,se non dovesse più sentirsi in grado di rendere il suo servizio alla Chiesa, dovrebbe dimettersi. Ora, da Pio XII in poi, tutti i papi (eccetto Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I) hanno pensato alle dimissioni e le hanno in alcuni casi preparate. Ma poi lo spirito di sacrificio ha sempre prevalso. Per la stragrande maggioranza dei fedeli un Papa dimissionario sarebbe uno choc. Si aprirebbe uno scenario praticamente mai affrontato. Dichiarando chiaro e tondo che un Papa si può dimettere Ratzinger ha di fatto aperto la questione e non è detto che il suo immediato successore possa concretamente decidere di compiere questo passo.
L’85esimo compleanno di Joseph Ratzinger (il 16 aprile), a distanza ravvicinata dal settimo anniversario dell’elezione (il 19 aprile), cade nel momento in cui il Papa, rafforzata la Chiesa con una ferma lotta alla pedofilia e con la riforma finanziaria, si sta concentrando su un’importante, ulteriore capitolo del proprio Pontificato: una riflessione sul Concilio Vaticano II, che dia vigore all’Anno della fede, proclamato per il 2012. Verso questa direzione tiene diritta la barra il Papa, sia pure tra le tempeste registrate dalle cronache ecclesiali spesso negative, come la fuga di documenti riservati dal Vaticano o gli strascichi di scandali, finanziari e non, che emergono da inchieste giudiziarie. Anche e soprattutto in questi frangenti la linea ratzingeriana resta quella della trasparenza e della determinazione. Basta leggersi i più recenti pronunciamenti pubblici, in particolare nel viaggio in America Latina, e nelle omelie e riflessioni tenute durante la Settimana Santa. Non solo. Basta leggere quel che ha scritto al dal cardinale Marc Ouellet un paio di giorni fa. Ossia che nella Chiesa «c’è bisogno di una costante disposizione alla conversione e all’umiltà, per essere discepoli del Signore con amore e con verità», ma «nello stesso tempo, la particolare dignità e integrità della Chiesa non può venire svenduta e abbandonata al chiasso di un giudizio sommario da parte della pubblica opinione».
Caterina Maniaci