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 2012  aprile 14 Sabato calendario

PENSIONI, 331 MILA POSIZIONI A RISCHIO

Sessantacinquemila o 331mila? La vexata quaestio circa il numero effettivo dei cosiddetti esodati, su cui si sta dissertando in questi giorni, può essere ricomposta ricalibrando cronologicamente gli anni su cui le stime devono essere effettuate.
A dirlo, ieri, lo stesso ministro Elsa Fornero e il direttore generale dell’Inps, Mauro Nori, che nella audizione in commissione Lavoro della Camera, mercoledì, aveva parlato di una platea di 130mila lavoratori interessati, mentre il ministro Fornero si era fermato a quota 65mila. Andrebbero aggiunti, poi, circa 200mila lavoratori che stanno pagando contributi volontari. «Non c’è alcuna contraddizione tra i numeri sugli esodati riferiti in Parlamento e le cifre indicate dal ministero del Lavoro – ha detto Nori – perché il numero esplicitato si riferiva alla stima delle platee dei potenziali lavoratori coinvolti nei prossimi quattro anni in procedure di mobilità, esodi individuali incentivati e alle altre categorie previste. Il numero emerso dal tavolo tecnico si riferisce, invece, alla fotografia dei destinatari degli interventi stabiliti dal legislatore e comprende tutti i lavoratori che ad oggi risultano già cessati ed estromessi dai processi produttivi per effetto di procedure di mobilità o per dimissioni individuali al 31 dicembre 2011 sulla base di accordi individuali o collettivi».
Partendo da queste premesse, e sempre a livello di stime, ecco allora la platea dei lavoratori che potranno essere interessati dalla tutela promessa dalla legge 214/2011 di conversione del decreto salva Italia e dalla legge 14/2012 di conversione del Milleproroghe.
Come si può osservare qui a fianco, rispetto ai numeri ministeriali (55mila lavoratori più altri 10mila aggiunti in seguito alle modifiche introdotte con il Milleproroghe) per cui è prevista la copertura prevista nelle legge 214 e 14, le stime Inps – proiettate nel prossimo quadriennio nei confronti delle otto categorie interessate – offrono un quadro decisamente più ampio. Per quanto concerne i lavoratori in mobilità breve e lunga, il numero è di 45mila persone, quelli in carico ai fondi di solidarietà di settore si attesterebbero sulle 15mila persone, mentre sarebbero meno di un migliaio quelli in congedo alla data del 31 ottobre 2011 per assistere figli con disabilità gravi.
Decisamente più numerosi gli esodati per accordi individuali e collettivi: circa 10mila seguendo l’orizzonte temporale ministeriale, che si ferma al periodo 2012-2013 (giacché i termini del salva Italia e del Milleproroghe si fermano al 6 dicembre 2013), almeno 70mila se lo sguardo si allarga al prossimo quadriennio.
Come anticipato, il conto è destinato a crescere ancora se si contano coloro che sono stati autorizzati a pagare contributi volontari: 1,4 milioni secondo i dati resi noti dallo stesso Inps. Di questi, però, 1,2 milioni sarebbero stati autorizzati entro il 20 luglio 2007 (così come previsto dalla circolare Inps del 2008), data del protocollo sul welfare, e continuerebbero ad accedere alla pensione con le vecchie regole ante riforma Maroni, mentre i restanti 200mila – secondo la stima del vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola – dovrebbero essere tutti potenzialmente salvaguardati anche se in una arco temporale decisamente più ampio.