Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 14 Sabato calendario

Due articoli. Paolo TONIN, agricoltore, si impicca nel capannone dell’azienda. Dramma in un’impresa ad Altivole: un 53enne si è ucciso a causa delle difficoltà economiche

Due articoli. Paolo TONIN, agricoltore, si impicca nel capannone dell’azienda. Dramma in un’impresa ad Altivole: un 53enne si è ucciso a causa delle difficoltà economiche. Il corpo scoperto dal figlio TREVISO - Ancora la crisi economica, ancora le difficoltà ad andare avanti, a sopravvivere come piccoli imprenditori, ancora un suicidio in Veneto: oggi il 53enne Paolo Tonin, un imprenditore agricolo di Altivole, in provincia di Treviso, si è ucciso nella sua azienda. L’uomo si è impiccato nel capannone attiguo all’abitazione. A scoprire il suo corpo senza vita è stato stamattina il figlio. Per la famiglia i dubbi sui motivi che hanno spinto il 53enne a farla finita sono pochi: l’estremo gesto sarebbe legato alla difficile situazione economica in cui versava l’impresa. Anche agli amici l’uomo aveva confidato i gravi problemi finanziari ai quali non riusciva a trovare una soluzione. Mutuo e siccità hanno aggravato la situazione dell’azienda. Tonin, che lascia la moglie e quattro figli, due dei quali lavorano nell’azienda, di recente aveva acceso un mutuo per la casa e per il nuovo capannone. Ad aggravare la sua situazione economica anche la siccità delle ultime settimane che aveva compromesso il raccolto di asparagi. I carabinieri di Castelfranco non hanno trovato nessun biglietto di spiegazione del gesto. Una notizia inquietante, alla luce dell’altra tragedia che si è consumata solo martedì nel Vicentino dove una 51enne, estremamente angosciata per l’andamento della ditta del marito, ormai ferma nell’attesa di incassare i soldi che avanzava, si è impiccata a un’altalena nel giardino di casa. Anche in quel caso a portare gli inquirenti sulla pista del gesto disperato dovuto alla crisi economica sono stati i familiari. Giovedì 12 Aprile 2012 Il fratello dell’agricoltore che si è tolto la vita: «Paolo si è arreso ai debiti e all’Imu» Luca Tonin: «Innamorato della terra, ma ormai riusciva solo a pagare le tasse e temeva di non poter dare un futuro ai figli» Paolo Tonin e il luogo in cui si è tolto la vita ad Altivole di Giorgio Volpato TREVISO - «È una vittima della società, di tasse che non poteva più pagare». Luca Tonin non ha altre ragioni per motivare la disperazione che ha spinto il fratello Paolo ad uccidersi, dopo essere stato messo in ginocchio dagli aridi raccolti della sua azienda agricola e l’impossibilità di andare avanti. Prima il raccolto in fumo, poi la minaccia dell’Imu che gravava sulle proprietà immobiliari: vecchi capannoni ereditati dal padre e una casa appena rifatta. «Quando pensava di essere arrivato alla fine del tunnel, si è ritrovato dentro più che mai». Qualcosa di inspiegabile se solo il pensiero va ai primi passi da imprenditore agricolo fatti dal fratello 53enne. «Era nato per stare nei campi - ricorda Luca - ed era innamorato della terra. Era il suo mondo, il suo futuro. Seguiva i raccolti con una cura quasi maniacale: asparagi, radicchio tardivo trevigiano e variegato di Castelfranco, patate, finocchi. Poi il latte, le uova. Si arrabbiava se il raccolto non veniva come avrebbe voluto, ma bastava per mantenere la famiglia». «In gioventù - continua nei ricordi Luca - era stato per anni delegato provinciale del Movimento giovanile della Coldiretti e leader del gruppo della zona altivolese. Di lui in quegli anni si era occupata anche la Rai con un’intervista sul’insediamento dei giovani in agricoltura in cui credeva tanto. Ha dato tanto anche alla politica ma da questa è solo stato usato anche se in cambio non ha mai chiesto nulla». Alpino, nel 1976 Paolo Tonin era stato con i “Focolarini” di San Vito ad aiutare il Friuli a rialzarsi dal terribile terremoto. Poi il matrimonio e la vita che cambia. La moglie e subito tre figli, i sei campi da coltivare. Poi un’altra nascita. Il suo “credo” nel mondo agricolo lo aveva portato a farsi la casa nuova contraendo un mutuo. Dal racconto del fratello emergono i primi problemi che avrebbero distrutto Paolo: vecchi capannoni lasciati dal padre da sistemare, i debiti, i raccolti mezzi distrutti dalla siccità, le troppe tasse, l’Imu in arrivo particolarmente punitiva per gli agricoltori. «Si vedeva costretto a lavorare solo per pagare le tasse, senza avere reddito». A qualcuno aveva confidato di non farcela più e di temere di non riuscire a dare un futuro ai quattro figli. «Una vita fatta di rinunce - continua il fratello - da troppo tempo. Io e Matteo, l’altro fratello, più volte abbiamo cercato di convincerlo a cambiare, a lavorare come dipendente, inutilmente». Luca lavora per una ditta che ripara bruciatori e caldaie, Matteo cura il ristorante Beethoven di fronte all’Iper di Castelfranco. «Noi bene o male si tira avanti; lui era in difficoltà, ma non so ancora capire quello che gli passava per la testa in questi ultimi giorni». Sabato 14 Aprile 2012 –