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 2012  aprile 12 Giovedì calendario

Periscopio – Negli anni Cinquanta avevo scritto per la radio le avventure di un personaggio chiamato Sua Eccellenza, che passava la vita adì inaugurare ponti senza fiumi, fari marittimi in montagna e sciovie dove non nevica

Periscopio – Negli anni Cinquanta avevo scritto per la radio le avventure di un personaggio chiamato Sua Eccellenza, che passava la vita adì inaugurare ponti senza fiumi, fari marittimi in montagna e sciovie dove non nevica. Prometteva tutto a tutti: il becco ai becchini, la terra ai terroni, il ferro ai ferrovieri, il bianco agli imbianchini. Era una satira un po’ scema e sostanzialmente inoffensiva e generica. Ma, alla terza puntata, una cinquantina di personaggi politici credettero insieme di ravvisarvi un attacco personale, biograficamente circostanziato. Alla quinta puntata lo scketch fu sospeso: allora bastava poco. Guglielmo Zucconi: «La paga del deputato». Rusconi. Luigi Einaudi, di fronte all’argomento (tipo quello adesso adottato da Mario Monti) che «rozze» imposte sugli affari erano necessarie per rispettare l’articolo 81 della costituzione che richiede di coprire nuove spese con nuove entrate, scrisse nel 1961 nelle sue «Prediche della Domenica» che se si è arrivati alle imposte spazzatura vuol dire che è necessario tagliare la spesa pubblica. Francesco Forte. Il Foglio. Che dire di Emilio Fede che prima grida al complotto e poi va ad Arcore a farsi sistemare per la vecchiaia? Umberto Brindani. Oggi. In una Comunità montana del Cuneese c’è anche la lista bunga bunga. Massimo Gramellini. La Stampa. Ma come ha fatto un ex buttafuori di discoteca che ha taroccato il diploma di perito, ha conseguito due lauree all’estero di cui v’è traccia soltanto sui suoi siti web, è stato coinvolto in inchieste su una brutta serie di fallimenti (riuscendo a uscirne indenne) ed è accusato di truffa dai suoi ex soci, a diventare tesoriere del terzo partito italiano (la Lega) e, quindi, vicepresidente della Fincantieri (fa capo al Tesoro) e infine, alla faccia del conflitto di interesse, anche sottosegretario in un governo della Repubblica? Teodoro Chiarelli. La Stampa. Negli Stati Uniti moltissime spese sono detraibili. In caso di accertata evasione però c’è il carcere. Edward Luttwak. Il Giornale. Una buona legge sui partiti avrebbe fatto scoprire prima, o addirittura evitato, sia il caso Belsito, ex sottosegretario leghista alla Semplificazione (sic), sia l’affaire del senatore Lusi, ex della Margherita, che dimostra come i partiti, a differenza dei cittadini, incassino anche da morti. Ferruccio De Bortoli. Corsera. Mi sa che stiamo esportando democrazia scaduta. Altan: «Donne nude» Longanesi. La Rai dei tempi di Bernabei impose un codice che proibiva le parole «membro», «seno», «parto», «vizio», «verginità», «cancro». Anche «amante» non si poteva usare: il titolo del film L’amante del bandito fu cambiato in L’amica del bandito. Pippo Baudo, presentatore tv. Oggi. Il miglior modo per capire l’arte è visitare le fiere (Basilea, Miami, Parigi, Madrid, Torino, Bologna, Roma) che sono più affidabili dei musei, visto che chi espone rischia di suo. Luca Beatrice. Il Giornale. Supercali-pessimistic-expiralidoso. Più o meno, l’italiano medio. Massimo Bucchi, il venerdì. L’uomo non può cercare di accoppiarsi con una donna prima dei vent’anni. Ogni precocità a questo proposito è mortale. Jèrome Duhamel: «Le XXème siècle». Le Livre du Poche. Ero l’unico cantautore ad essermi dichiarato berlusconiano. Adesso non ne sento per niente la mancanza: la riforma liberale che aveva promesso non c’è stata. Francesco Renga. Cantautore. Oggi. Bisogna invertire l’onore della prova, cioè risolvere gli errori del fisco senza che questi ricadano sulle spalle dei contribuenti. Alberto Goffi, avvocato. Oggi. Il conflitto tra chi avanza e spera di affermarsi e chi, invece, non indietreggia e non ha intenzione di mollare quanto conquistato è cosa buona e giusta perché fornisce la selezione naturale. Nessuno ti regala niente, ti cede il passo. Vuoi arrivare in cima alla scala? Rassegnati a salire i gradini, e scordati dell’ascensore. Vittorio Feltri. Il Giornale.