Marco Ansaldo, la Repubblica 12/4/2012, 12 aprile 2012
"Mi piacciono le armi, che male c’è vogliono infangarmi per il caso pedofilia" – CITTÀ DEL VATICANO - Eminenza, scusi, ma lei in casa ha un vero e proprio arsenale
"Mi piacciono le armi, che male c’è vogliono infangarmi per il caso pedofilia" – CITTÀ DEL VATICANO - Eminenza, scusi, ma lei in casa ha un vero e proprio arsenale... «Guardi, è solo una passione. Una passione innocente. Sono tutte armi regolarmente denunciate. E da quando mi sono trasferito in Vaticano non vado più nemmeno al poligono». È mattina presto quando, al suo posto di presidente all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, la cassaforte del Vaticano, il neo cardinale Domenico Calcagno ha già sul tavolo le varie rassegne stampa pontificie con gli articoli che lo definiscono "cardinale Rambo" o "monsignor-mitra". Definizioni forse ingenerose, ma l’aspetto pacioso potrebbe trarre in inganno sul suo fegato di cacciatore. Ordinato sacerdote dal cardinale Siri, nominato vescovo dall’arcivescovo Tettamanzi, il 18 febbraio Calcagno ha ricevuto la berretta e l’anello di principe della Chiesa da Benedetto XVI. Eminenza, ma non c’è imbarazzo in Vaticano per il fatto che lei ha moschetti, doppiette, carabine, revolver, munizioni? «Ma no. Qui tutti sono a conoscenza della mia passione per le armi». Armi di tutto rispetto, però: fucili sovietici, armi di precisione turche... «Il fucile me lo ha lasciato il mio papà quando è morto. Mica potevo buttarlo. Le altre armi le tenevo in casa, a Savona. Tutte regolarmente denunciate». E adesso che ne ha fatto di pistole e carabine? «Le ho portate qui, a Roma». In Vaticano? «No, ho detto a Roma». Ma non è singolare che un cardinale tenga delle armi in casa propria? «Le ripeto: è una passione innocua, da collezionista. Mi piaceva restaurarle. Io non pensavo di essere trasferito in Vaticano, credevo di fare tutt’altro nella vita. In Liguria andavo anche al poligono, cosa che ora non faccio più. Non ho più tempo». Andava anche a caccia? «Roba passata, facevo solo quattro passi in campagna con amici». Però in Vaticano lei tiene un cane da caccia? «Sì, ma non è un animale da caccia.È un meticcio, un incrocio fra un labrador e un lupacchiotto». Ammetterà però che un cardinale con tutti quei fucili è una notizia. «Guardi, una cosa mi stupisce: che siano usciti documenti del genere, con la denuncia fatta in Questura delle armi in mio possesso». Da tempo la diocesi di Savona, dove lei è stato vescovo, è sotto tiro per accuse a sacerdoti su casi di pedofilia e per non averli contrastati a sufficienza. Lei vede un collegamento? «Ho pensato che la diffusione dei documenti sulle armi in mio possesso potrebbe essere legata a quelle vicende».