Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 12 Giovedì calendario

La svolta: «So chi ha sparato a Musy» - Tanti fotogrammi per compor­re il puzzle di un tentato omicidio e adesso, forse, anche il nome e il cognome del killer

La svolta: «So chi ha sparato a Musy» - Tanti fotogrammi per compor­re il puzzle di un tentato omicidio e adesso, forse, anche il nome e il cognome del killer. Coperto da una comprensibile e prudente cor­tina di anonimato, è infatti spunta­to, in queste ore, un testimone­chiave nelle indagini sul ferimen­to dell’avvocato Alberto Musy, il consigliere comunale dell’Udc di Torino, raggiunto da cinque colpi di pistola lo scorso 21 Marzo, in un agguato tesogli nel cortile di casa sua. Il testimone, che si è fatto avanti tramite un legale, che ha chiamato la redazione di Torino di Repubbli­ca , sostiene di aver riconosciuto l’uomo,ripreso nel filmato diffuso dalla Questura nei giorni scorsi os­servando il suo modo di cammina­re. «So chi è. Si tratta di un profes­sionista del settore fallimentare», avrebbe dichiarato, con una certa attendibilità. A conferma del fatto, come ipotizzato fin dalle prime ore dagli uomini della Squadra Mobile, che l’aggressore di Musy possa essere una persona che ave­va con lui un rapporto di lavoro. Esclusa, infatti, fin dai primi mo­menti la pista politica, gli investiga­tori avevano infatti setacciato, alla ricerca di documenti e riferimenti importanti, lo studio legale che Musy condivide con la sorella An­tonella e con altri associati e che, prevalentemente, si occupa di cau­se del lavoro, e di fallimenti. Ora, dunque, la probabile svol­ta. Grazie ai fotogrammi importan­ti di altre­ttanto importanti e nume­rose riprese video. Perché il centro storico di Torino, dove abita Musy è zeppo di telecamere, da quelle della viabilità a quelle di sicurezza di uffici privati e pubblici. E quelle telecamere hanno inquadrato un uomo corpulento di circa 40 anni, con in testa un casco integrale con visiera abbassata, modello Acer­bis Nano di colore bianco e nero, un impermeabile tre-quarti verde scuro, una sciarpa chiara, un pac­chetto in mano, pantaloni antraci­te e mocassini scuri, che si aggira in via Barbaroux, davanti alla casa dell’avvocato, prima e dopo l’ag­guato. Se è vero che, secondo il te­stimone anonimo, a tradire il pre­sunto aggressore sarebbe stata la particolare camminata, è anche vero che, dalle segnalazioni relati­ve all’aggressione, emergono an­che nuovi dettagli sull’aggressio­ne al consigliere comunale. Han­no offerto contributi altrettanto importanti, anche alcuni testimo­ni che, tra le 7,45 e le 8,20, di quel mercoledì mattina e cioè, prima e dopo l’agguato, hanno visto l’uo­mo del casco, al mercato di corso Palestro, non lontano da via Barba­roux ma, soprattutto, non lontano dalla scuola dove Musy aveva ap­pena accompagnato le sue bambi­ne. Una ricostruzione che confer­merebbe le parole che, prima di perdere conoscenza, l’avvocato è riuscito a sussurrare alla moglie Angelica, che si era precipitata a soccorrerlo: «Mi hanno seguito». Tra l’altro, secondo le ultime noti­zie filtrate dagli investigatori, Mu­sy sarebbe riuscito ad afferrare la pistola che l’aggressore gli stava puntando contro, giusto in tempo per deviare uno dei colpi della cali­bro 38. A provarlo sono i residui di polvere da sparo trovati sul suo so­prabito e la ferita al braccio destro. Alla ricerca comunque di ulteriori conferme e dettagli gli investigato­r­i torinesi invitano chi ha visto l’uo­mo con il volto coperto dal casco, la mattina del 21 Marzo, tra via Ga­ribaldi, via Stampatori, via Barba­roux, via San Dalmazzo, corso Pa­­lestro, via Boucheron, via Santa Maria, inizio piazza Statuto, a met­tersi in contatto con la polizia, tele­fonando al numero dell’Ufficio re­lazioni con il pubblico 0115588400 o 0115555500. Quan­to alle condizioni dell’avvocato Musy va aggiunto che, dopo la lun­ga degenza e diversi giorni di co­ma farmacologico, è stato dichia­rato fuori pericolo di vita soltanto il 2 Aprile. E, mentre non sembra­no affatto scongiurati possibili danni cerebrali,dall’ospedale del­le Molinette fanno comunque sa­pe­re che saranno necessari dei me­si per avere un quadro clinico com­pleto.