Fosca Bincher, Libero 12/4/2012, 12 aprile 2012
AFFIDARSI AI REVISORI NON SERVE A NIENTE
Dall’inizio del 2011 sono state 61 le indagini della magistratura che ipotizzano nei confronti di una o più persone il reato di finanziamento illecito a un partito. Alcune hanno già raggiunto delle evidenze processuali grazie ai patteggiamenti di alcuni indagati. È accaduto anche in due inchieste fra le più importanti. Patteggiamento già avvenuto per due imprenditori nell’inchiesta sull’area Falck di Sesto San Giovanni che ha coinvolto il braccio destro di Bersani, Filippo Penati. Patteggiamento anche nell’inchiesta romana sulla gestione dell’Enav che vedeva indagato anche il tesoriere dell’Udc, Giuseppe Naro. Nell’uno e nell’altro caso il patteggiamento riguarda anche il reato di finanziamento illecito a un partito. Anche un terzo filone finito sulle prime pagine dei quotidiani, quello dell’in - chiesta su Giampaolo Tarantini che ha azzoppato il Pd pugliese di Alberto Tedesco e Sandro Frisullo, ha fra i reati contestati il finanziamento illecito a un partito politico. Nelle altre indagini si è ancora alla fase dell’accertamento. Ci sono imprenditori e politici arrestati, e partiti coinvolti dalle Alpi alla Sicilia: Pd, Pdl, Udc, Lega, Api, perfino la Svp. Il flusso dei finanziamenti illeciti in alcuni casi è al momento solo ipotizzato, in altri chiaramente accertato. Sono dunque finiti nelle casse dei partiti politici, quasi sempre delle loro strutture locali, fondi illegali e in nero. Altre volte i fondi illeciti sono finiti nella disponibilità dei singoli politici o dei loro comitati elettorali ed utilizzati per manifestazioni o campagne per la loro elezione.
In nessuno dei partiti politici i controllori dei conti sono riusciti ad intercettare questi fondi illeciti ormai accertati. Nemmeno nel Pd che ha affidato il controllo dei propri bilanci a quella Pwc (Price Waterhouse-Cooper) che ora avrà da Roberto Maroni anche il mandato di controllare i bilanci della Lega Nord. I revisori dei conti, anche quelli di grandi società come Pwc, spesso non sono riusciti a intercettare falsi in bilancio macroscopici che hanno contrassegnato gli scandali finanziari di questi anni. Era certificato (da Grant Thornton) il bilancio di Parmalat. Lo era anche quello di Enron, che ha causato la fine di Arthur Andersen. Lo erano quelli di decine di società quotate in tutto il mondo anche in tempi più recenti: certificata anche la Lehman Brothers. Se in una società per azioni, che ha bilanci dettagliati e consolidati, i revisori dei conti hanno potuto poco o nulla quando davvero c’erano irregolarità e malversazioni, figurarsi in quelli dei partiti, che veri bilanci non sono.
Se tutto quello che hanno partorito davanti agli scandali ieri Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini è stata solo l’idea di affidare i bilanci dei partiti 2011 a revisori dei conti professionali, è davvero poco o nulla. Anzi, ci si sente un poco presi in giro: il Pdha già il bilancio certificato, e la trasparenza promessa (bilanci depositati su Internet) è già realtà in più di un caso. La possibilità dei revisori dei conti di controllare le spese e le entrate dei partiti è pressoché nulla. I partiti politici non hanno bilanci consolidati. Nel loro bilancio non sono comprese né le entrate (legali o illegali) né le uscite delle strutture locali, che spesso hanno attività economiche a livello comunale, provinciale e regionale.Dire che si fanno controllare i bilanci è una presa in giro. Sembra esserlo anche l’Authority di controllo con presidente della Corte dei Conti (Luigi Giampaolino), presidente del Consiglio di Stato e primo presidente della Cassazione. Rischia di fare la stessa fine della commissione che doveva tagliare gli stipendi ai deputati.
Dunque le uniche novità positive ma un po’ confuse uscite dall’abecedarium sul finanziamento ai partiti riguardano le sanzioni pesanti su irregolarità che però nessuno sarà in grado di contestare e la sospensione provvisoria della rata di finanziamento ai partiti prevista per luglio. Il particolare però è assai confuso: Bersani ha ipotizzato «il rinvio dell’ultima rata di 100 milioni di luglio». Quella di luglio però è l’ultima rata solo per i fondi di rimborso delle elezioni politiche del 2008. A parte quelle ci sono anche 36 milioni di rata per le regionali 2010 e la rata delle europee 2009.
Fosca Bincher