12 aprile 2012
APPUNTI PER GAZZETTA. L’ESPULSIONE DI ROSY MAURO
MILANO - Il consiglio federale della Lega ha deciso l’espulsione di Rosy Mauro e dell’ex tesoriere Francesco Belsito dal partito, fissando al 30 giugno e primo luglio il congresso federale per l’elezione del nuovo segretario, dopo il passo indietro di Bossi. Nessun provvedimento, invece, per Renzo Bossi: le sue dimissioni da consigliere regionale della Lombardia sono state ritenute sufficienti per evitare la radiazione. A quanto si apprende, del figlio di Bossi non si è proprio discusso. Al consiglio in via Bellerio ha partecipato a sorpresa anche la Mauro, che è arrivata scortata dal presunto fidanzato (anche se lei ha sempre smentito), l’agente Pier Mosca (video 1) per sostenere una lunga autodifesa. Secondo i presenti, l’organo decisionale del movimento ha ascoltato un accalorato intervento della Mauro, che ha ripetuto la sua estraneità a quanto emerso dall’inchiesta. Ma alla fine è stata votata l’espulsione, anche per la determinazione di Roberto Maroni. Contro la decisione del consiglio si è espresso solo Marco Reguzzoni.
Intanto con un ordine di esibizione al neo Tesoriere della Lega nord Stefano Stefani, i pm di Milano hanno chiesto la consegna di tutti gli atti relativi ai conti bancari, al patrimonio immobiliare e mobiliare del movimento politico, oltre ai bilanci dal 2008 al 2011. A questo link,
gli sviluppi dell’inchiesta. 2
Presenti tutti i ’big’. Nel quartier generale del movimento, erano presenti tutti i ’big’ del partito, a partire da Umberto Bossi, Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago. Dalla riunione è uscita la data del Congresso federale, l’ultimo è di dodici anni fa. Il consiglio ha, dunque, espulso Belsito, indagato per la gestione dei fondi del partito. La decisione era stata preannunciata da Roberto Maroni, che guida la Lega con Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago dopo il passo indietro di Bossi.
Il ’no’ al Senatur. Nel corso del consiglio federale della Lega nord, si legge in una nota del Carroccio, è stato "chiesto alla senatrice Rosy Mauro, dal presidente federale, Umberto Bossi, dai triumviri e da tutti i componenti del consiglio federale, di rassegnare le proprie dimissioni dall’incarico di vice presidente del Senato". A questo punto "Rosy Mauro ha però respinto tale richiesta: dopo aver nuovamente rinnovato all’unanimità la suddetta richiesta di dimissioni dalla vice presidenza del Senato, dopo una lunga discussione, la senatrice Mauro ha ribadito di non voler accettare l’invito, come aveva già pubblicamente dichiarato nei giorni scorsi. A questo punto, preso atto della decisione della senatrice Mauro, il consiglio federale all’unanimità ha decretato l’espulsione dal movimento della stessa senatrice, ritenendo inaccettabile la sua scelta di non obbedire ad un preciso ordine impartito dal presidente federale e dal consiglio federale".
Aut aut di Maroni. Roberto Maroni, a quanto si apprende, durante la riunione del consiglio federale avrebbe posto gli altri membri del partito davanti ad un aut aut, chiedendo loro di scegliere tra lui e la Mauro.
Le reazioni. L’espulsione di Rosy Mauro "è sacrosanta". Lo dice questa sera il sindaco di Verona Flavio Tosi. "Come io sono diventato sindaco e assessore regionale alla sanità grazie al movimento - spiega - così pure Rosy Mauro deve i suoi incarichi alla Lega. E se le è stato chiesto per il bene del movimento di fare un passo indietro e lei non lo ha fatto - continua - l’espulsione è sacrosanta". Per Tosi, la Lega espellendo una vicepresidente del Senato "ha dimostrato di essere un movimento coerente a differenza di tanti altri".
Nipote Mauro tra i 3 dipendenti del sindacato padano. Al sindacato padano, che risulta avere tre dipendenti, lavora la nipote di Rosy Mauro. È quanto emerge dall’inchiesta della procura di Milano sui rimborsi elettorali della Lega Nord. La circostanza è stata riscontrata nel corso degli accertamenti della Guardia di Finanza presso la sede del sindacato padano, che avrebbe ricevuto parte dei fondi della Lega. Il Sinpa ha tre dipendenti, due uomini e una donna, e quest’ultima risulta essere la nipote di Rosy Mauro.
Un comitato a sostegno di Rosy Mauro. ’’La vicepresidente del Senato Rosy Mauro è vittima di un massacro politico-mediatico che calpesta letteralmente la civiltà giuridica del nostro Paese, cancella lo Stato di diritto e si configura come una autentica barbarie’’. Così, in una nota, Franco Corbelli, leader del movimento Diritti Civili, difende il vicepresidente del Senato. Il leader di Diritti Civili, che preannuncia, ’’la costituzione, dalla Calabria, di un Comitato per la raccolta firme on line (attraverso il sito del Movimento www.diritticivili.it) a sostegno della vicepresidente del Senato e della sua battaglia di verità, giustizia e civiltà’’ e attacca la Lega e tutti quei partiti che hanno chiesto le dimissioni della vicepresidente del Senato ’’i partiti, pieni di scheletri negli armadi - prosegue Corbelli - si scoprono moralisti solo per chiedere le dimissioni di Rosy Mauro, colpevole di essere antipatica e terrona’’.
L’ironia di La Russa. ’’Non sono Rosy Mauro per cui non commento e soprattutto non mi piace dare addosso alle persone in difficoltà, colpevoli innanzitutto di essere terrone... Esprimo solidarietà a tutti gli amici leghisti per quello che sta accadendo", ha ironizzato Ignazio La Russa (Pdl) a chi gli ha chiesto un commento alla vicenda della Lega.
Popolo Viola consegna 10mila firme per dimissioni Mauro. Gianfranco Mascia ha dato appuntamento per domani dalle 16.30 in piazza delle Cinque Lune per la consegna delle oltre 10mila firme per "gridare forte il nostro ’Fora de ball’ a Rosy Mauro e a tutti coloro che stanno calpestando le istituzioni italiane". "La questione della Mauro - prosegue l’esponente del Popolo Viola - è un pretesto per poter gridare ai leghisti che non ne possiamo più del populismo che ha permeato tutto il loro agire. Infarcito di luoghi comuni e razzismo. E con pregiudizi costruiti ad arte per fare colpo e alimentare la mentalità (ma più spesso l’ansia) popolare, il chiacchiericcio e le dicerie. Sempre nel tentativo di colpire gli umori profondi delle persone per averne un tornaconto elettorale e personale".
(12 aprile 2012)
REPUBBLICA.IT - INDAGATO ANCHE CALDEROLI
La Procura di Milano, che sta indagando sulle distrazioni dei fondi della Lega Nord, sta compiendo accertamenti anche in relazione ad alcune intercettazioni, contenute nell’informativa del Noe, che tirerebbero in ballo Roberto Calderoli. Il tutto nel giorno in cui la guardia di finanza di Milano ha acquisito presso Banca Aletti i conti che sono al centro dell’inchiesta in cui è indagato l’ex tesoriere leghista Francesco Belsito per truffa e appropriazione indebita. In Banca Aletti, che ha sede a Genova, il Carroccio aveva aperto diversi conti. Dall’istituto sarebbero partiti gli investimenti di circa 4,5 milioni di euro verso la Tanzania e di un milione 200mila euro verso un fondo cipriota. Operazioni che, secondo gli inquirenti, rientrerebbero in quelle distrazioni dei fondi del partito contestate all’ex tesoriere della Lega e ai due uomini d’affari Paolo Scala e Stefano Bonet.
Inoltre un carnet di assegni rilasciato da Banca Aletti e che reca la scritta ’Umberto Bossi’ è stato trovato dagli investigatori nella cartella ’The Family’ sequestrata in un ufficio a Roma nella disponibilità di Belsito. Il leader del Carroccio, secondo l’ipotesi dei magistrati, avrebbe avuto di fatto la disponibilità del denaro della Lega depositato su un conto corrente acceso presso la sede genovese della banca, dove sono confluiti i contributi elettorali.
Sempre da un conto della Aletti, Belsito nel 2011 avrebbe prelevato circa 240mila euro in contanti e movimentato assegni per 900mila euro. E parte del denaro, ipotizzano gli investigatori,
potrebbe essere stato girato anche al Sindacato Padano (SinPa), fondato da Rosy Mauro. E a proposito del Sin.Pa è emerso che una dei tre dipendenti è la nipote di Rosy Mauro: oltre ad acquisire documenti, infatti, i militari della guardia di finanza avevano identificato le persone dipendenti del sindacato presenti al momento della perquisizione.
Ma nel mirino della finanza non c’è solo la Banca Aletti: le fiamme gialle hanno acquisito documenti su conti correnti riconducibili alla Lega in alcune filiali della Banca Popolare di Novara, della Bnl, di Unicredit, di Banca Sella, di Carige, del Banco di Napoli e della Banca Popolare di Lodi. I finanzieri hanno chiesto di accedere a tutta la documentazione relativa a conti aperti e gestiti da Francesco Belsito per conto della Lega: estratti conto, matrici di assegni e contabili di bonifici.
Sempre nell’ambito dell’inchiesta sui fondi del Carroccio, si apprende che i pm milanesi hanno chiesto al nuovo tesoriere Stefano Stefani i bilanci degli ultimi quattro anni, ma non solo. Al legale rappresentante della Lega Nord i magistrati milanesi hanno chiesto la consegna di tutta la documentazione relativa alle proprietà mobiliari e immobiliari della Lega Nord o comunque "intestate a rappresentanti o fiduciari del movimento politico e in uso allo stesso e ai suoi iscritti".
E propro sul caso dei conti della Lega sarebbe emerso un contrasto fra la Procura di Milano e quella di Napoli, impegnata su altri filoni dell’inchiesta. Gli inquirenti milanesi lamentano fughe di notizie riguardo ai conti riconducibili ad alcuni personaggi coinvolti nell’inchiesta, tra cui l’ex tesoriere Belsito. In questi giorni, infatti, i magistrati napoletani hanno depositato al Riesame, ma anche inviato alla Corte dei conti della Campania, alcuni atti dell’inchiesta - diventati così, in sostanza, ’pubblici’ - ritenuti però centrali per il filone di indagine su cui lavorano i colleghi milanesi. "La Procura di Milano procede in piena collaborazione con la Procura di Napoli con i necessari scambi di atti e di informazioni", ha però fatto sapere il procuratore milanese Edmondo Bruti Liberati, il quale ha negato categoricamente "qualsiasi contrasto con i colleghi napoletani".
(12 aprile 2012)