LF-ELag, il Giornale 11/4/2012, 11 aprile 2012
L’autista-bancomat spiega ai pm il «metodo rimborsi» - Prima ha documentato tutto, con tanto di telecamera nascosta
L’autista-bancomat spiega ai pm il «metodo rimborsi» - Prima ha documentato tutto, con tanto di telecamera nascosta. Poi l’ha raccontato al settimanale Oggi . E ieri l’ha ripetuto ai magistrati milanesi. «Ero il cassiere di Renzo Bossi ».Un’ora nella caserma della Guardia di finanza per Alessandro Marmello, l’autista e guardia del corpo del Trota le cui rivelazioni pubblicate lunedì hanno contribuito a dare la spallata finale alla carriera politica - ormai traballante - di Bossi jr. Marmello, davanti al pm milanese Paolo Filippini, ha ribadito le accuse lanciate dalle pagine del settimanale. Il bodyguard- ha raccontato - gestiva l’ argent de poche da cui il Trota attingeva per fare fronte ai propri bisogni privati. La benzina per il suv,la manutenzione dell’auto, i conti del ristorante. Circa mille euro al mese, provenienti dai rimborsi elettorali. «Ma -ha spiegato-non c’era un tetto di spesa». Lui anticipava, e via Bellerio copriva i costi senza indagare troppo sulle ricevute presentate per ottenere il pagamento. Anzi, stando alla ricostruzione fatta dall’autista, sarebbero state Nadia Dagrada e Daniela Cantamessa (la prima dirigente amministrativo della Lega, la seconda segretaria del Senatùr ) a dargli indicazionisui soldi da destinare al giovane Bossi. Il denaro gli veniva dato periodicamente. Quando finiva, tornava all’incasso allo sportello del Carroccio. E prima di lui, ha aggiunto, anche altri autisti e guardie del corpo che hanno lavorato con il Trota avrebbero assistito allo stesso banchetto. Perché «era un metodo». La sua esperienza diretta, invece, inizia nel 2009, quando diventa chauffeur di Renzo. Contratto a progetto per tre mesi «emesso dal Gruppo Lega Nord Camera dei deputati e intestato all’allora capogruppo Roberto Cota ». Il governatore del Piemonte spiega al Giornale che quel contratto era stato sì stipulato, ma per una consulenza relativa alla riforma sulla sicurezza privata, dato che Marmello è presidente del «Centro studi sulla sicurezza», un’organizzazione di guardie giurate con buoni agganci alla Regione Lombardia. La Procura ha inoltre acquisito i filmati pubblicati da Oggi , nei quali viene documentato il passaggio di denaro- nei tre video messi online Renzo intasca poche centinaia di euro - e l’arrivo di Marmello all’ufficio cassa di via Bellerio,zeppo di scontrini, con cui ritirerà un migliaio di euro in contanti. Immagini che risalgono a quattrocinque mesi fa, e offerte al settimanale solo nei giorni scorsi «per tutelarmi », ha spiegato Marmello. Perché - come aveva raccontato anche nell’intervista a Oggi - «ho avuto paura di poter essere coinvolto in faccende di sperpero di denaro pubblico, dal momento che i soldi che prelevavo erano ufficialmente destinati al partito per fare politica, non per le spese personali di Renzo Bossi ». Ma «tutte le volte che cercavo di sollevare il problema mi rispondevano che dovevo stare zitto. Pagavo e basta, a volte anche senza pezze giustificative. E poi- ha spiegato a Panorama. itho anche provato a parlare con Renzo, ma lui mi schiacciava psicologicamente ».