Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 12/04/2012, 12 aprile 2012
RINNOVABILI, BONUS DIMEZZATI —
Il governo rivede il sistema per gli incentivi alle energie rinnovabili, come i pannelli solari e le pale eoliche. Fino al 2020 i fondi a disposizione aumenteranno di 3 miliardi di euro l’anno contro i 6 previsti con il vecchio sistema. Un taglio che dovrebbe evitare nuovi balzi della bolletta elettrica, visto che sono proprio gli utenti a finanziare un sistema che già adesso pesa 9 miliardi di euro l’anno sulle loro tasche. L’Italia, dunque, ha deciso di non fare come la Spagna, che gli incentivi li ha completamente azzerati. «Sarebbe stato un errore — ha spiegato il ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera durante un incontro con i giornalisti — perché avremmo creato uno svantaggio netto per l’intero sistema Paese». Anzi, con i due nuovi decreti sugli incentivi, il governo rivede al rialzo gli obiettivi per il 2020, quando conta di coprire con le fonti verdi non più il 26 ma il 35% della produzione elettrica.
Come è possibile essere più ambiziosi se i fondi a disposizione calano rispetto alla previsioni? A scendere sarà anche il valore unitario dell’incentivo. A parità di energia, cioè, la somma incassata dal produttore sarà più bassa rispetto ad ora, rimanendo comunque sopra la media europea. «Abbiamo avuto un sistema molto generoso rispetto ad altri Paesi — ha osservato Passera — e vogliamo che i nostri incentivi restino superiori, ma non così incredibilmente superiori». L’esempio classico è quello del fotovoltaico: l’Italia concede 313 euro l’anno per megawattora, contro i 162 della Germania e i 92 della Francia. «Abbiamo avuto rendite così alte — scherza il ministro dell’Ambiente Corrado Clini — da far invidia ad uno spacciatore di droga». Non a caso sarà proprio il solare a pagare il dazio più alto. Oggi i pannelli fotovoltaici incassano due terzi degli incentivi, ma per il futuro si dovranno accontentare di un sesto della torta. Una scelta precisa visto che in questo settore le tecnologie arrivano quasi sempre dall’estero e l’85% degli incentivi è finito ad imprese straniere. «Adesso invece — ha spiegato Passera — avremo una grande attenzione per la filiera italiana». A partire dalle fonti collegate all’agricoltura, come le biomasse. E non è un caso che i decreti portino la firma anche del ministro dell’Agricoltura Mario Catania. Già arrivano le prime critiche, però: «Anche questo governo — dice il presidente dei Verdi Angelo Bonelli — si conferma nemico delle rinnovabili e dell’innovazione».
Lorenzo Salvia