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 2012  aprile 12 Giovedì calendario

PER COLPA DI UNA CIPOLLA IL MONDO È DIVISO IN DUE

Dietro gli scontri di civiltà ci sono solo banali incomprensioni

La storia che segue è narrata dallo sceicco Qalandar Scià nel suo libro Asrar-i-Khilwatia (I segreti dei solitari).
Nell’Armenia orientale c’era un paesino attraversato da due strade parallele, chiamate rispettivamente la Via del Sud e la Via del Nord. Un viaggiatore che veniva da lontano un giorno imboccò la Via del Sud, comprò qualche cipolla per sfamarsi, e si diresse verso la Via del Nord. Ma fatti i primi passi, ecco che i bottegai si accorsero che aveva gli occhi pieni di lacrime.
«Sarà morto qualcuno — disse il macellaio al mercante di stoffe —, hai visto quel povero forestiero che viene da laggiù? Piange!».
I loro discorsi erano giunti alle orecchie di una bambina, la quale, sapendo che la morte è una cosa molto triste, scoppiò in un pianto dirotto. In men che non si dica, tutti i bambini che abitavano lungo quella strada cominciarono a singhiozzare.
Il viaggiatore, spaventato, gettò via le cipolle che andava pelando e se la diede a gambe.
Le mamme, però, angosciate dal pianto inconsolabile dei bambini, vollero sapere che cosa era successo e scoprirono che il macellaio e il mercante di stoffe, e con loro — a quel punto — un gran numero di bottegai, erano tutti addolorati per la tragedia che sicuramente si era consumata lungo la Via del Sud.
Corsero le voci, e siccome il paesino non contava molti abitanti, ben presto tutti i residenti di entrambe le strade si spaventarono per qualcosa di terribile che doveva essere accaduto. I grandi cominciarono a temere il peggio e, preoccupati per la portata della tragedia, decisero di non fare domande per non aggravare la situazione.
Un cieco, che abitava lungo la Via del Sud, e non capiva quale fosse il motivo di tanto scompiglio, si fece forza e chiese a qualcuno che cosa stesse accadendo.
«Perché riecheggiano tanti lamenti in una cittadina che finora è stata un luogo così felice?».
«È successo qualcosa di terribile — gli rispose un uomo per la strada —, i bambini continuano a piangere, i grandi aggrottano la fronte, le mamme hanno richiamato in casa i figli e l’unico viaggiatore che abbia visitato la nostra città in tanti anni si è allontanato con gli occhi pieni di lacrime. Forse la peste ha contagiato l’altra strada».
Nel giro di brevissimo tempo, le voci di una pestilenza mortale si propagarono nei quartieri prospicienti a entrambe le strade. Ma siccome il viaggiatore veniva dalla Via del Sud, gli abitanti della Via del Nord compresero immediatamente che il morbo doveva essere scoppiato proprio lì. Prima ancora del calar della notte, gli abitanti di entrambe le strade avevano abbandonato le loro case per cercare rifugio nelle montagne a oriente.
Secoli dopo, l’antico villaggio che il viandante aveva attraversato mangiando le sue cipolle appare ancora oggi come una steppa desolata. Poco distante sorgono due paesini, chiamati Est e Ovest, popolati dai discendenti degli antichi abitanti del villaggio, che da quel giorno non si sono più parlati. Sono spuntati in seguito miti e leggende che hanno innalzato una grande barriera di paura tra di loro.
Dice lo sceicco Qalandar Scià: «Si può cercare di capire il motivo di un problema, oppure aggravarlo al punto che, da ultimo, non si sa più da dove era cominciato, quanto è grande, come ci ha cambiato la vita e in che modo ci ha allontanato dalle persone che un tempo ci erano care».
Traduzione di Rita Baldassarre © Santa Jordi Asociados,