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 2012  aprile 11 Mercoledì calendario

Luisa Corna parla con Oggi. E rivela finalmente la sua versione dei fatti su un rumors che la perseguita fin dall’11 marzo 2004, quando Umberto Bossi fu vittima di un ictus: da allora si sussurra che fosse in compagnia proprio di Luisa Corna

Luisa Corna parla con Oggi. E rivela finalmente la sua versione dei fatti su un rumors che la perseguita fin dall’11 marzo 2004, quando Umberto Bossi fu vittima di un ictus: da allora si sussurra che fosse in compagnia proprio di Luisa Corna... LA VERITA’ DI LUISA - «Ho lavorato con artisti come Gabriele Salvatores in ‘Nirvana’, ho partecipato a Sanremo con Fausto Leali, recitato nell’ ‘Odissea’ con Giorgio Albertazzi, Renato Zero ha scritto canzoni per me, ma questa di "Pirates" è una sfida, una vera rinascita: dopo tanta televisione ho scoperto il teatro, i tour. Ma ho passato anche momenti durissimi, culminati con la morte di mio padre». Luisa Corna è fino al 27 novembre al Teatro Nuovo di Milano con il musical sui Pirati. Luisa, prima si parlava di lei soprattutto per il suo privato, la sua storia con Aldo Serena... «Siamo stati insieme dieci anni, un grande amore, ma ora lui è sposato, ha figli, lasciamolo tranquillo». ...poi con Alex Britti. «Uomo stupendo e grande artista, ma siamo stati insieme solo un anno». E oggi ha una storia? «Sono ormai da anni felicemente single». Bugiarda? «Sincera: non ho nessuno, per questo sono sparita da certe notizie». Sparita, ma mai dimenticata da "certe notizie": quando i miei amici hanno saputo che l’avrei incontrata mi hanno subito detto: «Avrai il coraggio di chiederle della storia con Umberto Bossi?». «Vedo che il coraggio ce l’ha». Si dice che la mattina dell’ 11 marzo 2004, quando Bossi è stato ricoverato, fosse con lei. Un ex amico del senatur, Leonardo Facco, ha scritto nel libro Umberto Magno (Aliberti): «Luisa Corna non ha chiamato subito un’ ambulanza... ma ha avvertito alcuni leghisti molto vicini a Bossi, che gli hanno detto di non fare niente perché sarebbero arrivati loro a gestire la faccenda. Ciò ha provocato il peggioramento dell’emorragia». «Guardi, questa storia mi ha rovinato l’esistenza. Per la prima volta in questi termini, voglio chiarire una volta per tutte. Poi basta». Chiariamo. D’ altra parte, tra lei e Bossi ci sarebbe potuta essere anche un’affinità: lei cantante, lui con un passato da cantante. Con il nome d’arte di Donato Bossi arrivò in semifinale al Festival di Castrocaro nel 1961, ma fu giudicato «troppo triste». Dove lo ha incontrato la prima volta? «La prima e ultima, a un concorso di Miss Padania. Ma più che conosciuto, l’ho intravisto». Nessuna storia quindi? «Per carità». Come nasce una voce così persistente? Per tutti lei era la compagna segreta di Umberto Bossi. «Non so come sia successo, né chi abbia messo in giro questa voce. Guarda caso partita proprio nel momento d’ oro della mia carriera e che mi ha penalizzato non poco. Un periodo d’ oro e anche il più brutto». Perché il più brutto? «È quando si è ammalato mio padre, e ho deciso di ritirarmi per stare con lui, una scelta faticosa, ma che ho fatto senza rimpianti. Poi è arrivato questo pettegolezzo infamante». Molti uomini politici sono attratti da belle donne dello spettacolo, che in genere vengono molto avvantaggiate nel lavoro. «Non nel mio caso ed è la storia a parlare. Certe voci danneggiano il lavoro non di un singolo, ma di tutti. Se parliamo di Pirates, per esempio, ci lavorano 20 artisti, i tecnici, le maestranze del teatro, i maestri delle luci e suoni esterni. Non è giusto». Secondo lei c’ è stata una regia di questo pettegolezzo su quel terribile giorno? «Non lo so, non ho fatto indagini, come non ho voluto fare smentite. Ora che sono passati anni, però, è il momento di dire basta». È stato un danno grosso da un punto di vista professionale? «Anche. Più che per la cantante Luisa Corna, per l’immagine che mi dava, una sorta di maga Circe, un gioco orrendo. Questa storia mi ha ferita come donna. Io non sono una persona che fa certe cose per calcolo. Non è quella la mia natura, non ci penserei nemmeno». Come ha reagito quando le hanno riferito questa voce? «Sono passata attraverso vari stati d’ animo: dall’ indifferenza alla risata, dal dire: "È terribile", Vno alle lacrime. Mi rivolgo a chi legge: non credete a questa voce, è falsa. Chi lo dice? Chi lo prova? Non c’è mai stato niente, mai una foto, mai perché credere ancora a una stupidaggine?». Vox populi, vox Dei: a volte la voce del popolo è più forte di qualsiasi verità provata. «È pazzesco. È un passaparola che non ti risparmia. Il fatto è che certi ambienti, anche il mio, a volte sono davvero faticosi. E cattivi». È una storia che ha penalizzato anche Umberto Bossi, vi siete mai sentiti su questo punto? «No, mai». Roberto Alessi per Oggi.it - www.oggi.it