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 2012  aprile 10 Martedì calendario

La dittatura ecologista di Angela Merkel – L’economista tedesco Hans-Werner Sinn, docente universitario e direttore tra l’altro dell’Ifo-Institut, l’Istituto per la Ricerca Economica di Monaco, ha scoperto e denunciato di recente che nel bilancio della Bundesbank vi sarebbero rischi accumulati per miliardi, tanto che, in caso di tracollo monetario potrebbero costare alla Germania più di mezzo bilione di euro

La dittatura ecologista di Angela Merkel – L’economista tedesco Hans-Werner Sinn, docente universitario e direttore tra l’altro dell’Ifo-Institut, l’Istituto per la Ricerca Economica di Monaco, ha scoperto e denunciato di recente che nel bilancio della Bundesbank vi sarebbero rischi accumulati per miliardi, tanto che, in caso di tracollo monetario potrebbero costare alla Germania più di mezzo bilione di euro. Per questo la Frankfurter Allgemeine non ha esitato ad attribuirgli il titolo di «testa quadrata». Sinn sa il fatto proprio e tra i tedeschi è uno dei pochi economisti «politicamente scorretti». Da anni interessato alle politiche energetiche, ha appena pubblicato una terza edizione aggiornata di un suo libro del 2008, Il paradosso verde (Ullstein Taschenbuch Verlag, pp. 576). «Il sistema del consenso », questa una delle considerazioni centrali, «sta portando la Germania verso una nuova ideologia, quella verde, che sta sostituendo il socialismo». Attenzione, Sinn non affronta l’economia ambientale e delle risorse da antagonista: anche lui, come tanti suoi connazionali, pensa e si sente «verde». A disturbarlo è una rincorsa alle tecnologie cosiddette «alternative» che vede indistintamente protagonisti tutti i partiti tedeschi: una coalizione che non ha precedenti: «Ho verificato un tale eccesso d’inconsistenza e d’imbroglio sfrenato», questo un suo amaro commento, «nel disprezzo dei più semplici criteri economici che ne sono rimasto sconvolto». L’isteria tedesca dopo l’inci - dente al rettore nucleare di Fukushima ha rafforzato in Sinn la convinzione di dover rielaborare per intero il suo libro: la Germaniaèstata assalitadaun’isteria di massa che l’ha portata a prendere decisioni radicali in totale solitudine: «Nel contesto dell’ener - gia nucleare il nostro Paese gioca il ruolo di quello che sull’auto - strada guida contromano e trova paradossale che tutti glia altri vadano nella direzione opposta». Con lucida razionalità Sinn analizza il fervore missionario col quale i politici, senza distinzioni di partito, stanno disseminando per l’intera nazione pale eoliche, stanno ricoprendo i tetti con pannelli solari e infine riempiono le auto di biodiesel, e tutto questo senza alcuna attenzione alle leggi più semplici dell’economia. Secondo l’economista monacense la scelta di strumenti di sussidio sbagliati finisce col produrre proprio ciò che doveva essere evitato: il rilascio nell’atmosfera del biossido di carbonio (prodotto dalla combustione del carbone). Ecco, secondo Sinn, in che cosa consiste il paradosso verde. È nel capitolo dedicato alla «Repubblica Verde» che troviamo la resa dei conti di Sinn con l’albeggiante dittatura ecologica, perché è lì che ne mette a fuoco l’intera scena burocratica di sostegno economico allestita a difesa dai mutamenti climatici: tariffe con agevolazioni fiscali per l’energia rinnovabile, la tassa ecologica (una maggiore imponibilità fiscale) per chi fa uso di combustibili fossili, la coibentazione delle facciate. La banca dati «La bussola degli incentivi energetici » presenta circa 1000 programmi di sostegno promossi dallo Stato centrale, dai Ländern, dai comuni e dai fornitori d’ener - gia per la realizzazione di collettori solari e impianti per la produzione di biomassa e biogas: impianti i cui costi ammontano a miliardi di euro. Solo l’energia solare, secondo le stime fatte dall’Istituto renano-westfalico per la ricerca Economica, fino al 2015 potrebbe costare ai consumatori finali qualcosa come 120 miliardi di euro: «Un soffio di DDR», commenta Sinn. La «Klimakanzlerin», com’è stata definita la Merkel, e il suo seguito, a dire dell’economista scomodo, hanno calpestato «la legge del prezzo unico», assioma fondamentale per l’economia. Per evitare il biossido di carbonio, ogni fonte energetica ha un proprio prezzo, e questo rende economicamente redditizi per le aziende quegli strumenti di elusione che sarebbero non redditizi per lo Stato. I risultati conseguenti sono l’inefficienza ed enormi guadagni per i costruttori di pale eoliche, come Enercon, il cui patrimonio di miliardi non si è accumulato grazie al soffiare del vento, ma dalle sovvenzioni all’energia eolica. La follia più grande, secondo Sinn, consiste però nel fatto che la politica tedesca di difesa del clima cerca di ridurre soltanto la richiesta di combustibili fossili elevando i costi di questi con l’ag - giunta di tasse e abbassando quelli dei gestori d’energia rinnovabile attraverso sovvenzioni. c In conclusione lo sguardo sincero di Sinn sui cavalieri dell’ideologia verde, sul loro agire incondizionato e sul loro essere pronti a sacrificare il loro benessere per il clima mondiale penetra nella profondità dell’anima tedesca, la quale, ancora una volta, si mostra predisposta sia alla «sopravvalutazione di se stessa», sia al «più alto spirito di sacrificio ».