Morya Longo, Il Sole 24 Ore 11/4/2012, 11 aprile 2012
I TITOLI DI STATO NUOVO BOOMERANG PER LE BANCHE
Che i mille miliardi di euro prestati a pioggia dalla Bce alle banche europee non fossero un pasto gratis, lo si sapeva da tempo. Ma sembrava un problema del futuro. Ora, però, il futuro potrebbe essere alle porte: il conto di questa lauta abbuffata di liquidità rischia di arrivare davvero. Il motivo è semplice: le banche europee (a partire da quelle italiane e spagnole) hanno in pancia un ammontare record di titoli del loro stesso Stato. Se a dicembre gli istituti italiani venivano massacrati in Borsa perché avevano in bilancio (dati Bce) 247 miliardi di euro di titoli di Stato (in gran parte italiani), ora il problema è senza dubbio maggiore: con i soldi prestati dalla stessa Bce hanno infatti acquistato 54 miliardi di titoli nuovi, portando il totale a 301 miliardi di euro. L’incremento, in soli tre mesi, è stato del 21%.
Questo ha regalato utili abbondanti agli istituti di credito nel primo trimestre del 2012, perché i mercati si muovevano per il verso giusto. Ma d’ora in avanti potrebbe diventare un problema. Per almeno tre motivi. Uno: la concentrazione dei rischi tra Stato e banche è sempre maggiore. Due: se i BTp perdono di valore, gli istituti registrano perdite in quella parte dei bilanci in cui bisogna iscrivere i titoli al loro valore di mercato. Tre: la Bce stessa, se scende il valore dei BTp dati in garanzia per ottenere finanziamenti, chiede il reintegro delle garanzie. Insomma: le banche potrebbero essere presto costrette, per mantenere in essere i finanziamenti che hanno ottenuto da Francoforte, a consegnare più titoli o più liquidità in garanzia.
Questi rischi sono mitigati dal fatto che le banche italiane, in questi ultimi tre mesi, hanno comprato soprattutto titoli di Stato a brevissima scadenza. Quelli meno rischiosi. Ma il problema resta: come ci si poteva illudere che le banche, malate a novembre di eccesso di titoli di Stato, potessero acquistarne ancora di più senza alcun problema? Era ovvio che prima o poi la speculazione, finita la forza propulsiva della Bce, si ritorcesse contro: fino a che, come sul mercato si inizia a chiedere, la Bce non interverrà di nuovo con ulteriore liquidità.