Paolo Siepi, ItaliaOggi 11/4/2012, 11 aprile 2012
Periscopio – Storace non vuole celebrare Bentivenga (il partigiano che con il suo attentato a Roma contro le truppe tedesche provocò la reazione che condusse alla strage delle Ardeatine, ndr)
Periscopio – Storace non vuole celebrare Bentivenga (il partigiano che con il suo attentato a Roma contro le truppe tedesche provocò la reazione che condusse alla strage delle Ardeatine, ndr). Strano perché lui, a Bentivenga, avrebbe fatto volentieri la festa. Robin. Europa. Anche in Padania hanno i loro Lusi e costumi. Maurizio Crippa. Secessione: zero. Devolution: zero. Federalismo fiscale: zero. Vent’anni di lavoro e nessun risultato. La parte migliore della Lega, quella che sta sul territorio, la piccola e media impresa, le partite Iva, gli artigiani, il nostro localismo, i sindaci, non hanno avuto niente. Solo slogan. Bepi Covre, leghista della prim’ora. Corsera. Prima di Bossi il Nord di questo paese non esisteva, né civilmente, né geograficamente. Giuliano Ferrara. Il Giornale. Maroni è dal ’94 che tenta di fare le scarpe a Bossi. Dopo una vita passata a lucidarle. Vincino. Il Foglio. «Bossi si faceva pagare i viaggi dal partito». «Dal celodurismo al celoturismo». Vignetta su Libero. A Cuneo sono 600 i cittadini che aspirano a fare il consigliere comunale. Seicento su una popolazione di 600 mila anime, poppanti compresi, significa un candidato ogni cento cuneesi. Siamo al delegato di condominio. Massimo Gramellini. la Stampa. Fosse per me andrei avanti con i ministri tecnici per sempre. Francesco Renga, cantautore. Oggi. Io sono fra quelli che pensano che l’articolo 18 vada cambiato proprio e soltanto per il suo valore simbolico (il simbolo cioè di un’epoca conclusa) e che abrogare quel simbolo non renderà i lavoratori meno protetti, ma le aziende più appetibili per gli investitori stranieri. Paolo Guzzanti. Il Giornale. L’Unità, nel 1956, quando la rivolta ungherese venne spenta nel sangue dal carri armati sovietici diede la notizia dell’assalto a «Szabad Nèp», organo del partito comunista ungherese, nel corso del quale sarebbero stati uccisi «tutti i redattori» (in verità ci fu soltanto un morto, vittima di un colpo partito accidentalmente). Alessandro Frigerio: Budapest 1956. Un caso esemplare di disinformazione. Lindau. La Bce dovrebbe preoccuparsi, oltre che dello spread, anche della nuova legge elettorale italiana. Infatti per affrontare le sfide del futuro, le sfide dell’economia, ci vogliono governi forti e stabili. Esattamente il contrario dei governi che vedranno la luce se la cosiddetta riforma sarà approvata. Basta pensare a quante facce di candidati presidente del consiglio ci saranno sulle schede elettorali. È incredibile. Il paese sta facendo seri sforzi su tanti fronti per affrontare il futuro mentre la politica con il sistema proporzionale innesta la retromarcia. Mariotto Segni. Corsera. Ogni sera, per vent’anni, Fede ha fatto finta di dare notizie, di intervistare persone, ma l’aspetto che a lui più interessava era un altro: la recita. Il suo era un teatrino; la scaletta, un copione; gli inviati, semplici comprimari. Era arrivato al punto di recitare in scena e dietro le quinte (le sue famose strigliate riprese da Striscia la notizia con il suo consenso), di storpiare i nomi delle persone che giudicava antipatiche, secondo i canoni dell’avanspettacolo, di ammiccare in pubblico come solo sanno fare i vecchi istrioni. Aldo Grasso. Oggi. La maggioranza di sinistra di Milano, il sindaco Pisapia e l’intera città sono ostaggio di un vecchio democristiano come Bruno Tabacci, assessore al bilancio, che ha deciso di vendere tutto ciò che trova per strada. Matteo Salvini, consigliere del Comune di Milano, leghista. Il Foglio. Uno Stato serio dovrebbe far compensare i debiti con i crediti dei cittadini. Invece lo Stato liquida i propri fornitori con ritardi che arrivano fino a 1.500 giorni e poi, tramite Equitalia, pretende dai contribuenti il pagamento delle tasse entro 60 giorni, pena l’aggiunta di sanzioni e interessi che raddoppiano l’importo dovuto, e applica procedure che bloccano conti correnti, autoveicoli e beni immobili di proprietà. Alberto Goffi, avvocato. Oggi. Ho voglia di celebrare uno dei pochi connazionali che adoro: Rosario Fiorello. Perché ha fatto una cosa assolutamente fantastica: si è dimesso. Da Twitter. Dopo averci giocato per mesi, zac, di botto si è cancellato, lasciando con un palmo di naso i suoi 600 mila followers. Umberto Brindani. Oggi.