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 2012  aprile 10 Martedì calendario

Periscopio – Le regole di oggi non ci proteggono dalla crisi, non hanno la capacità di gestire i cambiamenti

Periscopio – Le regole di oggi non ci proteggono dalla crisi, non hanno la capacità di gestire i cambiamenti. Quelle stesse regole, pensate per difendere il lavoro, ci hanno portati a una situazione in cui la cosa più difficile è creare lavoro. Sergio Marchionne a.d. della Fiat. AdnKronos. Mi sbaglierò ma la Lega rischia davvero la stessa fine del Psi di Craxi. E, anche stavolta, senza nessun rimpianto. Curzio Maltese. il venerdì. L’Italia è piena di costi imposti da mafie, mafiette, organizzazioni che usano un potere extra economico per controllare spazi dell’economia. Si tratta di veri e propri feudi. Faccio un esempio. Se hai bisogno di un avvocato a Washington, non paghi per intentare un causa civile. Qui gli avvocati lavorano a percentuale. Se falliscono nella causa non prendono un centesimo. E poi c’è la questione fiscale: il parlamento italiano ha permesso al governo Monti di esistere e di imporre le tasse più alte del mondo, ma non di riformare il sistema in modo da consentire alle imprese di continuare a pagare le tasse. Edward Luttwak. Il Giornale. Sono contrario alle Giornate di varie commemorazioni, e quelle che ci sono bastano a ripetere le stesse cose di sempre. E poi adesso anche la giornata sui Giusti... sarebbe come fare una giornata per le persone che si fermano al rosso del semaforo: una giornata per le persone per bene. È vero che sono stati pochi, ma sono stati quelli che hanno fatto quello che dovevano fare, certo, a volte, anche a rischio della vita. Sono contrario alle Giornate perché sono contrario alla memoria tenuta in vita attraverso le leggi dei parlamenti, incluso il proibire il negazionismo. Ernesto Galli della Loggia. Avvenire. La salute non è tutto. È qualcosa di più. Roberto Gervaso. Il Messaggero. Abbiamo subito angherie, depistaggi, falsità. Ai funerali in piazza del Duomo il cielo era plumbeo, non c’erano bandiere, il silenzio era di rigore. Senza quella maledetta abitudine di applaudire. Ci hanno fatto aspettare per un’ ora in piedi accanto alle 17 bare. Bisognava attendere il presidente del consiglio Mariano Rumor. Vi rendete conto? Rumor. Quando hanno spostato il processo a Catanzaro, noi impiegavamo, allora, 26 ore di treno per arrivare alle udienze. Son passati 43 anni dalla strage, nessun colpevole. Ma non ci dimenticate. Paolo Silvia, vicepresidente dell’Associazione familiari delle vittime di Piazza Fontana. Il 12 dicembre del 1969 lui ha perso il papà. da Romanzo di una strage. George Orwell descriveva come, quando combatteva nella guerra di Spagna, vide un uomo, nella trincea nemica, mettersi a correre allo scoperto, mezzo nudo, sostenendo i suoi pantaloni con le sue mani. «Ero arrivato là», disse Orwell, «per sparare su dei fascisti, ma un uomo che sta perdendo i suoi pantaloni non è un fascista. È chiaramente una creatura come voi e me, che appartiene alla nostra stessa specie e quindi non si sente assolutamente il minimo desiderio di abbatterlo». Simon Leys: Le studio de l’inutilité. Flammarion. Coloro che unificarono la penisola, Vittorio Emanuele e Cavour in primo luogo, piuttosto che sognatori, erano uomini di grande realismo: dominarono gli eventi come meglio poterono, conciliarono gli entusiasmi delle anime belle con l’arte del possibile. Non mi pare che Cavour fosse ispirato giorno e notte dal sogno di un’Italia unita: probabilmente, avrebbe preferito rinviare l’annessione del Mezzogiorno di dieci anni, se Garibaldi e gli altri patrioti non avessero preso la mano. Alla fine l’unificazione fu un capolavoro politico, piuttosto che l’adempimento di un sogno. Ma ecco il grosso guaio: unificata la penisola, ci siamo resi conto che non era disponibile uno Stato per inquadrarla. Piero Ottone. il venerdì. Le relazioni sentimentali nella mia vita non sono una priorità. Amo l’azione. Cerco lì il godimento. Nel lavoro trovo spesso intese più carnali di quelle che si possono avere a letto. Andrea Pezzi, inventore di Ovo.com. Panorama. Con la macchina da scrivere Olivetti battevo, sbagliavo, strappavo il foglio e ricominciavo. Rischiavo di morire soffocato dalle troppe pallottole di carta. Il computer mi ha salvato. Stampa, leggo a voce alta, sento il ritmo, mi accorgo degli errori, torno allo schermo e correggo. Andrea Camilleri, scrittore. il venerdì.