Giorgio Dell’Arti, Domenicale - Il Sole 24 Ore 8/4/2012, 8 aprile 2012
ULTIME DA BABELE
Budello Balzac, rotatoria Montale -
Dieci minuti. Lo spread lo guarda spesso? «Sì, sì, ma meno di altri. Nei vari incontri avuti con la signora Merkel mi sono sentito dire che negli ultimi dieci minuti c’era stato un miglioramento...». (Mario Monti a Mario Calabresi) 1
Sei ore. «Manco dalla tv da sei ore». (Nino Frassica) 2
Due. «Quando saremo due / nessuno sarà uno / uno sarà l’uguale di nessuno / e l’unità consisterà nel due. / Quando saremo due / cambierà nome pure l’universo / diventerà diverso». (Erri De Luca) 3
Facce. «Ci sarà tempo, ci sarà tempo / per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri...». (T.S. Eliot) 4
Torre Velasca. Avendo il «Daily Telegraph» classificato la Torre Velasca tra i venti edifici più orrendi del pianeta, Severgnini, dopo aver riferito il giudizio di Sharbi («È il paradigma della civiltà dell’orrore. I milanesi la guardano come il figlio brutto cui vogliono bene comunque»), ha sviluppato l’idea che Milano sia «la somma aritmetica di angoli d’altre città». Quindi: Madrid in piazzale Loreto, Lisbona dietro via Piave, Varsavia a Crescenzago, Bucarest in fondo a via Mecenate, Londra nelle vie Elba e Lorenteggio («dov’è identica a Shepherd’s Bush»), Beirut in piazza Sant’Ambrogio, Berlino Est in via Melchiorre Gioia (Arbasino), eccetera. Arbasino crede di vedere un mancato Marais intorno a San Lorenzo. 5
Roma. Arbasino racconta anche che a Roma Guareschi, Rebora, Kafka, Malaparte, Melville, Balzac sono budelli o cupi crepacci del quartiere Laurentino; Baudelaire e Keats vicoli; Montale una rotatoria, García Lorca una strada senza uscita, Gadda una via, Elsa Morante un vasto piazzale parcheggio di Tir, Pavese un vialone dall’aria torinese, Buzzati un largo deposito di cassonetti, Carlo Levi un rettilineo tra le campagne deserte, lo si imbocca e si sbuca alla fine sulla Colombo. 6
Torino. Torino, che a Hermann Melville, nei suoi diari, era apparsa «più regolare di Filadelfia» con «case tutte d’un taglio, d’un colore, della stessa altezza», tanto che «la città sembra tutta costruita da un solo imprenditore e pagata da un solo capitalista». 7
Quadro. Severgnini stesso ha in casa una Torre Velasca dipinta da Marco Petrus, «perfetta tra i tetti e i cornicioni del settimo piano». 5
Happy Family. I quadri di Petrus, compreso quello della Torre Velasca, si vedono nel film di Salvatores Happy Family (2010). Petrus: «Mica lo conoscevo personalmente Salvatores. Un giorno mi telefona un suo collaboratore e mi parla del progetto. Poi arriva in studio Rita Rabassini, la scenografa, e mi chiede in prestito tre o quattro dipinti: un particolare dell’Ospedale civile di Cattinara a Trieste e una Torre Velasca contro il cielo arancione. Di Trieste vuole anche un edificio civile, la Casa del vento». Il quadro con l’ospedale è quello che si vede nella scena erotica del film. 8
Fuoco. «Anche se alcune volte ho pensato di avere il fuoco nelle mani e di diffondere splendore sulla pagina, non ho mai perso il senso della mia goffaggine, della mia ignoranza, della mia dolorosa incapacità». (Steinbeck) 9
1 Calabresi, Sta 4/4; 2 Martellini, VdS 13/3; 3 Facebook, bacheca di Gigi Di Fiore 3/4; 4 Aparo Limes 2/12; 5 Severgnini, CdS 5/4; 6 Torino Cronache 25/8/05; 7 Gabutti, Italia Oggi 9/3; 8 Santolini, Sta 15/4/10; 9 Avvenire 21/3.