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 2012  aprile 08 Domenica calendario

Rosi il mastino e Manuela la Prof: ecco le donne contro del Carroccio - Laurea in geologia per la vene­ta Dal Lago, laurea svizzera per la «nera» Mauro, i due volti femmini­li della Lega dei triumviri

Rosi il mastino e Manuela la Prof: ecco le donne contro del Carroccio - Laurea in geologia per la vene­ta Dal Lago, laurea svizzera per la «nera» Mauro, i due volti femmini­li della Lega dei triumviri. Perico­lante la seconda (martedì a Berga­mo il popolo leghista chiederà la sua espulsione, dipietristi e Pd pre­tendono le dimissioni dalla vice­presidenza del Senato), triumviro in persona la prima, come gamba veneta del tripode che sta provan­do a sorreggere il Carroccio, terre­motato dall’inchiesta (triplice an­che quella). La professoressa di matematica delle medie, Manuela Dal Lago da Vicenza, è una vecchia guardia del Carroccio, legatissima all’altro antemarcia Stefano Stefa­ni, anche lui vicentino, designato nuovo tesorie­re del partito (di mestiere è gioielliere) do­po l’uscita del «tesoriere più pazzo del mon­do », come Belsi­t­o dice di se stes­so nelle telefo­nate. Dal profon­do Est viene la deputata veneta, dal profondo Sud Rosi Mauro, origina­ria di San Pietro Vernotico ( Brindi­si), emigrata a Milano e poi piom­bata nella Lega grazie al carattere da mastino sindacale,che conqui­stò Bossi vent’anni fa. Donna di ca­­rattere è anche la Dal Lago, presi­dente di commissione a Monteci­torio, un maschiaccio («In fami­glia sono arrivate due femmine, una doveva necessariamente ave­re passioni da maschio, tipo il pallo­ne, ed eccomi qua»). Tifosissima del Vicenza calcio, quasi ultras (se­gue tutte le partite in casa e quando può anche le trasferte). «Sono cre­sciuta a pane e calcio: mio padre era presidente dello Schio e vice del Vicenza. Così alla mattina an­davo a vedere i giallorossi e al po­meriggio i biancorossi ». Non sem­b­ra che il calcio interessi altrettan­to la Mauro, a parte qualche visita alle partite della nazionale pada­na, guidata dal suo amico Renzo Bossi. Se la vicepresidente del Se­nato è arci-nemica di Maroni, la Dal Lago è arci-nemica del maro­niano Tosi. Roba di faide venete, perché di mezzo c’è il congresso re­gionale della Lega, a giugno, dove il sindaco di Verona ha alte chance di risultare vincitore, prendendo così il posto di un altro amico della triumvira Dal Lago, cioè l’attuale segretario della Liga veneta Gian Paolo Gobbo. Se la Lega passerà in mano, la vendetta verso la Mauro sarà durissima. Nel caso della Dal Lago, mai stata maroniana ma nep­­pure cerchista, non ci sono proble­mi. Una viene dalle fabbriche (la Mauro), l’altra dal partito liberale (la Dal Lago). Prima di entrare in Lega la triumvira ha militato nei partiti autonomisti veneti. Ma la carriera politica arriva con Bossi e la Lega nord, nel 1997 viene eletta presidente della Provincia di Vi­cenza, rimanendoci per due man­dati prima di passare alla Camera. La Mauro non ha mai avuto incari­chi importanti, prima del 2008. È stata consigliere comunale a Mila­no, regionale poi in Lombardia, niente di più. La sua opera è stata il Sin.Pa, il sindacato padano di cui è orgogliosa senza che nessuno ab­bia mai capito quanti sono gli iscrit­ti, cosa faccia questo sindacato, che si scopre ora finanziato con i fondi di Belsito.Nel partito l’imma­gine delle due leghiste è molto di­versa. Manuela Dal Lago? «Donna con le palle» la definì Bossi quando la scoprì, e tale è rimasta. Capelli cortissimi, nessuna tintura, look austero da insegnante vecchio sti­le, fazzolettino verde immancabi­le. Una donna di carattere, premia­ta dai bossiani per la sua avversio­ne a Tosi, ma non sgradita nemme­no ai maroniti più hard. Pessima l’opinione sulla Mauro nella base, che la soprannomina in vario mo­do, «badante»,o peggio.La sua for­za, finora, è stato il potere assoluto di Bossi, e l’asse con la moglie del capo. L’energia che da giovane metteva nelle assemblee sin­dacali, dopo lo ha messo nella marcatura a uo­mo (o donna) di Bossi. Ha comprato persi­no una casa a Gemonio per essere più vici­na al centro del potere padano. Grande adulatrice del capo, nel primo discorso pub­blico di Bossi dopo la malattia, a Lu­gano nel 2005, la Rosi si fece travol­gere dall’euforia: «Lo vedete, ab­biamo la prova che Bossi è immor­tale, che è un Highlander. E dopo Bossi, c’è ancora Bossi». Ora che il capo vacilla, la triumvira Dal Lago è la donna con le palle che serve. Ora che il capo vacilla, la «badan­te » che farà?