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 2012  aprile 08 Domenica calendario

Il maestro silenzioso che vede la Madonna - Questa è la strana storia di un maestro di musica che vede la Madonna ed entra in contatto con il più impenetrabile dei misteri del cristianesimo: la Trinità

Il maestro silenzioso che vede la Madonna - Questa è la strana storia di un maestro di musica che vede la Madonna ed entra in contatto con il più impenetrabile dei misteri del cristianesimo: la Trinità. Succede in provincia di Como. C’è da crederci? La Chiesa, che di solito frena - per dire: dopo oltre trent’anni, non si è ancora pronunciata su Medjugorje - ci crede. Il parroco dice che è tutto vero, e il vescovo anche, sia pure con linguaggio più cauto: «non c’è autosuggestione», ha scritto in un documento. Maccio è la piccola frazione di un piccolo paese, Villa Guardia, che sta nel verde tra Como e Varese. È qui che c’è la parrocchia di Santa Maria Assunta, ovvero la chiesa dove il soprannaturale si sarebbe manifestato a Gioacchino Genovese, 53 anni, sposato e padre di due figlie, maestro di musica in una scuola della provincia e direttore del coro parrocchiale. Va detto subito che questo signor Genovese è persona più seria e discreta che si possa immaginare. Schivo e riservato, di quel che gli sta accadendo non parla con nessuno, salvo che con parroco e vescovo. A maggior suo merito si aggiunga che non parla soprattutto con i giornalisti e tantomeno va in televisione. Non si spaccia per guaritore e sta il più possibile lontano anche dal solo odore dei soldi. La gente del posto lo ha capito e lo lascia in pace: davanti alla sua abitazione, un modesto appartamento in affitto, non c’è la coda di un popolo in cerca di grazie. Insomma sarà anche perché siamo quasi al confine con la Svizzera, ma la storia è sobria. Storia che comincia nell’anno 2000, quando il maestro Genovese «percepisce - si legge in un documento della parrocchia - una “Voce interiore” che lo guida nei momenti di preghiera personale (...) In particolare egli avverte, attraverso “visioni intellettuali”, una viva presenza del mistero della Santissima Trinità». Ma di tutto questo, per cinque anni nessuno sa niente. Nel 2005 il presunto veggente chiede che la preghiera coinvolga altre persone. Cominciano così adorazioni, novene, suppliche. La chiesa inizia a riempirsi e resta aperta anche la sera. «In questo contesto - leggiamo sempre nel documento della parrocchia - nel periodo ottobre 2009-giugno 2010 si verificano anche particolari fenomeni legati all’altare della chiesa». Cioè succede che dal marmo dell’altare esca un liquido. Parroco e vescovo chiamano nientemeno che i celeberrimi Ris di Parma, i quali sentenziano: il liquido è acqua. Viene chiamata anche la ditta che vent’anni prima aveva costruito l’altare, la Bernasconi di Como, e le viene chiesto se sia possibile che dal marmo esca acqua: «Impossibile», è la risposta. Pare che vengano chiamati anche i più acerrimi nemici del miracoloso, quelli del Cicap («Non abbiamo nulla da nascondere», ha scritto il parroco don Luigi Savoldelli), i quali avrebbero ipotizzato una condensa dovuta alla molta gente in chiesa e al contrasto fra il caldo interno e il freddo esterno: l’altare, infatti, sarebbe risultato bagnato solo nei mesi invernali. «Ma anche solo durante le estasi del maestro Genovese», replica chi ci crede. Nell’aprile del 2010 il vescovo di Como monsignor Diego Coletti istituisce una commissione diocesana di studio composta da sei sacerdoti. I quali cominciano a vagliare i quaderni sulla Trinità che Genovese ha scritto sotto ispirazione. Sono 311 pagine senza correzioni né cancellature. I sei sacerdoti ne rimangono esterrefatti. La Trinità è il più grande rompicapo della teologia: «Matto è chi spera che nostra ragione / possa trascorrere la infinita via / che tiene una Sustanza in tre Persone», scrive Dante nel terzo capitolo del Purgatorio. Eppure le riflessioni del maestro Genovese sono tanto approfondite da sembrare opera di un san Tommaso d’Aquino. Il 28 novembre 2010 il vescovo, con un atto ufficiale e solenne, attribuisce alla chiesetta parrocchiale di Maccio la qualifica di santuario diocesano intitolato alla Santissima Trinità Misericordia. Nel documento il vescovo scrive che la commissione «non ha riscontrato, in questa esperienza e negli scritti, elementi contrari alla dottrina cattolica e alla morale, né ha ravvisato fenomeni di autosuggestione». È solo il primo riconoscimento. Il 27 marzo scorso la Diocesi di Como comunica che gli accertamenti sono terminati e «l’intero fascicolo è stato inviato alla competente autorità ecclesiastica presso la Santa Sede la quale, dopo attenta valutazione di quanto raccolto, sarà chiamata a esprimersi in merito». E la scorsa settimana, durante una messa, don Luigi ha dato l’ultima notizia bomba spiegando perché ha deciso di collocare, in un certo punto della chiesa, una statua della Madonna: «La Vergine Maria in questa chiesa non è stata solo una presenza spirituale, ma si è manifestata. È apparsa a lato dell’altare, rivolta verso l’altare, proprio come oggi è mostrata dalla statua che c’è da qualche tempo in chiesa. Non vi siete mai chiesti come mai quella statua è stata posizionata lì?» Ora Roma, con i suoi tempi e la sua prudenza, dirà l’ultima parola. Ma intanto è facile prevedere che già dai prossimi giorni saranno in molti a scuotere la quiete di questo piccolo paese.