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 2012  aprile 07 Sabato calendario

I crediti a rischio salgono a 175,6 miliardi - La crisi economica pesa sulla qualità del credito delle banche italiane

I crediti a rischio salgono a 175,6 miliardi - La crisi economica pesa sulla qualità del credito delle banche italiane. Nonostante ieri Bankitalia abbia certificato una leggera riduzione delle sofferenze nel mese di febbraio, i dati di bilancio dei maggiori istituti di credito del nostro paese indicano per l’anno scorso un deciso aumento dei cosiddetti crediti deteriorati. Nel complesso infatti l’esposizione lorda delle dieci maggiori banche italiane in crediti dubbi è salita del 10% rispetto al 2010, passando da 158,9 a 175,6 miliardi di euro. Oltre la metà di questa cifra (il 56%) è rappresentata dalle sofferenze, ossia quelli più difficilmente esigibili. Questa voce, sempre al lordo delle rettifiche, è passata da 85,6 a 99,8 miliardi di euro (+16,6%). In termini assoluti la banca che ha più crediti deteriorati è UniCredit. Il totale dei prestiti dubbi contabilizzati nel bilancio 2011 è pari a 72 miliardi e 531 milioni, in aumento del 6,3% rispetto al 2010. La cifra è consistente anche perché UniCredit è la prima banca italiana per impieghi. L’incidenza dei deteriorati lordi sul totale dei crediti alla clientela è del 12,9% mentre quella delle sofferenze è del 7,5 per cento. Piazza Cordusio in ogni caso ha aumentato i fondi accantonati in vista di potenziali perdite. Il "rapporto di copertura" è passato dal 43,9% al 44,6% del totale delle esposizioni dubbie e su queste ultime ha messo a bilancio svalutazioni pari a 32 miliardi di euro. Un atteggiamento prudenziale seguito anche dall’altra "big" Intesa Sanpaolo che, nel 2011, ha visto salire i "deteriorati lordi" da 37,3 a 41,7 miliardi soprattutto per il consistente aumento (+20,7%) delle sofferenze passate dai 20,6 miliardi del 2010 agli attuali 24,9. Per far fronte a questa situazione la banca ha aumentato la copertura sui prestiti dubbi dal 43,1 al 45,7 per cento. La banca che ha più problemi con la qualità del credito è comunque Mps, che ha chiuso il 2011 con un incremento del 17,6% della voce deteriorati con un +16% delle sofferenze che rappresentano nel complesso il 74% del totale dei crediti dubbi. La banca ha leggermente ridotto il "coverage ratio" passato da 41,8 a 41,4 per cento. Meglio della media del comparto (34,2%) ma più basso rispetto alle altre "big". Tra le prime dieci banche Mps è quella che ha il peggior rapporto tra crediti deteriorati ed impieghi (15,6%) e anche l’incidenza delle sofferenze lorde sul totale dei crediti alla clientela è alta (9,8%). Segue il Banco Popolare (14,18%) che sconta la performance della controllata Italease (fallita nel 2009) a cui fa riferimento quasi la metà degli 8,5 miliardi di esposizioni dubbie complessive. Nella presentazione dei risultati 2011 peraltro emerge che la società ha ridotto la copertura sulle sofferenze dal 59,4 al 55,8 per cento. Anche Ubi Banca ha ridotto le rettifiche sui crediti (-14,1% rispetto al 2010) e di conseguenza la copertura è scesa dal 29,5% del 2010 al 26,9 per cento. Un calo attribuito dalla banca «alla presenza di maggiori garanzie reali sulle posizioni di nuova classificazione» e alla cessione di sofferenze chirografarie (cioè non garantiti da immobili o fidejussioni) per 200 milioni di euro. Vendita che però ha fruttato che un «modesto guadagno». Anche altri istituti di credito hanno deciso di cedere i propri crediti inesigibili. Recentemente Intesa Sanpaolo ha venduto un miliardo e 640 milioni di sofferenze per 270 milioni. Un’operazione che gli ha permesso di "abbellire" il rapporto sofferenze/impieghi che è sceso così dal 6,2% al 5,8 per cento. La ragione principale di questo continuo aumento dei crediti dubbi, come accennato, è il rallentamento dell’economia del Paese. A febbraio Bankitalia ha registrato complessivamente 81 miliardi e 111 milioni di euro di sofferenze bancarie. La fetta più consistente (28%) è rappresentata dall’industria manifatturiera (soprattutto industrie tessili e metallurgiche). Hanno difficoltà a rimborsare i prestiti alle banche anche il commercio e il settore delle costruzioni, da cui proviene rispettivamente il 17 e il 22% del totale delle sofferenze bancarie di febbraio. Andrea Franceschi