Diego Gabutti, ItaliaOggi 7/4/2012, 7 aprile 2012
Il Financial Times ci augura una seconda manovra da brivido – Tonino Di Pietro sbraita in parlamento, schizzando saliva in tutte le direzioni, che i cadaveri dei suicidi per inquisizione fiscale sono vittime di Nonno Mario e dei suoi ministri gabellieri e senza cuore
Il Financial Times ci augura una seconda manovra da brivido – Tonino Di Pietro sbraita in parlamento, schizzando saliva in tutte le direzioni, che i cadaveri dei suicidi per inquisizione fiscale sono vittime di Nonno Mario e dei suoi ministri gabellieri e senza cuore. «Monti ha questi suicidi sulla coscienza! Mentre lui dice bugie sulla crisi, che sarebbe finita, e invece non è finita affatto, ci sono persone che s’uccidono!» grida l’ex piemme. Trattasi, urla con tutto il fiato, di responsabilità oggettiva: autorità spietate mettono i poveracci con le spalle al muro e questi, non vedendo via d’uscita, si tolgono la vita. Adesso è finalmente chiaro di chi furono vittime i suicidi di Tangentopoli. * * * «Di quando in quando ho sentito parlare di letture cosiddette deleterie, per esempio dei famigerati romanzi dell’orrore. [Ma] un libro di pessima qualità è molto meno pericoloso di quanto si pensa, e quello che viene dichiarato senz’altro buono, in certe circostanze non è affatto così innocuo come generalmente si crede. Le cose dello spirito non sono mai così innocenti come per esempio mangiare cioccolato o assaggiare una torta di mele. È fondamentale che il lettore sappia sempre distinguere con rigore tra quello che legge e la vita reale» (Robert Walser, Leggere, in R. Walser, Ritratti e scrittori, Adelphi 2008). Contenti loro, contenti tutti: il Caro Leader e il centrodestra sono felici perché l’Art. 18 è stato smantellato e la riforma può dirsi «epocale», mentre il partito democratico e la sinistra moderata in genere sono placati e soddisfatti perché, pur perdendo la partita, hanno salvato la faccia. * * * Intanto risale lo spread, la recessione avanza, Elsa Fornero sorride, i cinesi approvano, idem gl’indiani, esultano «i mercati», così pure «l’Europa», meno le Borse, e il Financial Times ci augura (salute a noi) una seconda manovra salvitalia da brivido. Ma contenti loro — contenti cioè i ministri bocconiani e la maggioranza che li sostiene — contenti tutti. * * * Meno contenti i sindacati, in particolare la Cgil. Avevano puntato talmente in alto — al ritiro puro e semplice d’ogni qualsivoglia ritocco e controritocco dell’Art. 18, alla resa incondizionata del governo bocconiano e all’umiliazione della maggioranza politica, nessuna trattativa, niente compromessi — che adesso non hanno vie d’uscita onorevoli e, a differenza della sinistra politica, uscita quasi senza un graffio dalla prova, non possono nemmeno salvarsi la faccia. * * * Scontenti, a quanto pare, anche gl’industriali, poveretti. Volevano di più, cioè volevano tutto, anche un po’ la licenza di licenziare a prescindere, insomma ogni cosa, e sono rimasti delusi, come il proletariato della favola marxista, al quale era stato promesso tutto e non ha avuto nulla. Bene così, naturalmente: «industriali» è pur sempre un eufemismo per «padroni». Ed è bene che i padroni s’abituino all’idea che, a differenza dei loro cuochi, autisti, escort, personal trainer e camerieri, non siamo tutti qui per servirli e riverirli. * * * «In società esistono persone tra le più marce, tra le più malfamate, che certe altre non riusciranno mai a vedere se non sullo sfondo e sotto il velo protettivo d’una preziosa e dolce rarità naturale» (Marcel Proust, La parte di Guermantes I, cit. in Breviario Proustiano, a cura di Patrizia Valduga, Einaudi 2011) * * * Qualcuno, del resto, deve pur pagare il conto delle riforme epocali del mercato del lavoro. È toccato a Confindustria e sindacati. Cioè alle «parti sociali» famose. Vale a dire ai diretti interessati. * * * In compenso, a dimostrazione che l’Italia (grazie all’esecutivo bocconiano) sta finalmente diventando un paese civile, il conto non lo pagano mai (dicesi mai) le banche. Neanche l’Imu, pagano. Sono «associazioni benefiche», dopotutto: è a fin di bene che pretendono il pizzo (anche dai vecchi pensionati che d’un conto in banca avrebbero continuato a fare tranquillamente a meno) su ogni operazione. A differenza delle chiese, che evidentemente aiutano i poveri per salvarsi l’anima — cioè a scopo a lucro, sia pure un lucro metafisico. * * * A quando una riforma epocale anche del finanziamento pubblico dei partiti... pardon, dei rimborsi elettorali ai partiti bisognosi? * * * E una riforma epocale della spesa corrente? * * * C’è almeno una mezza speranza che la prossima riforma epocale del regime fiscale non carichi ulteriormente gl’italiani di tasse e balzelli ma che al contrario li sbarazzi dei pesi fiscali superflui? * * * «Mai la ragione è stata in grado di definire il bene e il male e nemmeno distinguere il bene e il male, sia pure approssimativamente; al contrario, li ha sempre confusi in modo vergognoso, e la scienza ha offerto soltanto soluzioni brutali. In questo si è segnalata particolarmente la semiscienza, il più terribile flagello dell’umanità, peggio della peste, della fame e della guerra, ignoto fino al nostro secolo» (Fëdor Dostoevskij, I demoni, Garzanti 2005).